Le imprese registrate a fine 2016 – secondo l’Osservatorio sulle imprese della Camera di Commercio di Bergamo – sono risultate 95.552, con una riduzione di 391 unità sul 2015. Il saldo tra iscrizioni (5.395) e cessazioni (5.824), è stato negativo per 429 unità, cifra che cala (a -202) se si escludono dal conteggio le 227 cancellazioni d’ufficio. Anche le imprese attive sono diminuite: dalle 85.455 dello scorso anno alle 85.242 di fine 2016 (-213, pari al -0,2%). Prosegue nel frattempo il riassetto delle forme giuridiche. La contrazione delle società di persona, soprattutto delle Società in Nome Collettivo, è compensata dall’espansione delle società di capitale che, da un triennio a questa parte, aumentano ad un tasso crescente, anche se ancora distante dal periodo pre-crisi. Tra queste ultime si riducono le Srl con unico socio e a capitale ridotto a vantaggio delle Srl e delle Società a responsabilità limitata semplificata. In lieve riduzione, probabilmente a causa delle cancellazioni d’ufficio, anche le Società per azioni. Si riducono ulteriormente le imprese individuali e sono complessivamente in lieve arretramento (nonostante la crescita delle associazioni) le altre forme giuridiche, tra cui le cooperative. I flussi delle iscrizioni diminuiscono (-5,1%) sui livelli dell’anno passato mentre le cessazioni risultano in leggero aumento (+1,6% ma a causa di un numero di cancellazioni d’ufficio doppio rispetto all’anno scorso).
Continua la contrazione delle imprese artigiane attive che si portano a fine anno a 31.228, di cui 31.134 attive (-328 per una variazione del -1%). L’analisi della dinamica nei settori si basa sul confronto degli stock delle imprese attive a fine periodo e non sui flussi di nate e cessate, poco significativi a livello settoriale per la concentrazione di gran parte delle nuove iscrizioni tra le imprese non ancora classificate merceologicamente. L’edilizia è il settore in maggiore sofferenza: le posizioni attive si riducono di 378 unità (-2% annuo), con un calo tra società di persona e imprese individuali, ma un incremento (+26) tra le società di capitale. Variazioni negative si osservano anche nel trasporto e magazzinaggio, nelle attività estrattive, in agricoltura, nelle attività immobiliari e, con l’eccezione delle società di capitale (93 in più nel corso dell’anno), nella manifattura. Diminuiscono anche leggermente le imprese del commercio (-63) nonostante il forte incremento (+124) delle società di capitale. Nei restanti settori, tutti del terziario, aumentano le imprese dei servizi di alloggio e ristorazione (+77), dei servizi di informazione e comunicazione (+37), finanziari e assicurativi (+11), professionali e tecnici (+51), delle altre attività di servizi (+63), istruzione (+11), sanità (+36) e intrattenimento (+34) e nei servizi alle imprese (+111 con una variazione del +4,5%).
Ampliando l’osservazione all’intero periodo 2010 -2016, spiccano le contrazioni delle attività estrattive ed edili (queste ultime fatto 100 il livello 2010 sono scese a 88,2) e all’opposto la forte dinamica delle imprese operanti nei servizi di fornitura di energia, gas e acqua (indice a quota 168 nel 2016). Nel sottoinsieme dell’artigianato, il peso preponderante dell’edilizia e il minor peso dei servizi implicano un risultato complessivamente negativo. Anche tra le imprese artigiane, si osserva una dinamica più favorevole dei servizi, alle imprese e alle persone, e delle attività professionali e di informazione e comunicazione. Nel 2016 sono nettamente diminuite le procedure concorsuali e di fallimento, sono aumentate quelle di scioglimento e liquidazione. Per quanto riguarda le caratteristiche di genere, età e nazionalità delle imprese continua la crescita dello stock di imprese straniere: sono 9.598 quelle registrate a fine 2016, contro le 9.269 di un anno prima per un incremento del +3,5% e un’incidenza sul totale delle imprese pari al 9,7%. Più contenuta la dinamica positiva (+0,4% annuo) delle imprese femminili che valgono il 19,4% del totale. Lo stock delle imprese giovanili si riduce a 9.125 (-4,1%), in parte anche per l’effetto demografico dovuto alla minore numerosità della coorte in ingresso rispetto a quella in uscita dalla classe di età. Resta elevata (al 30,5%) l’incidenza delle imprese giovanili tra le nuove iscrizioni. A livello sub-provinciale, dinamiche positive nella variazione degli stock di imprese attive tra 2015 e 2016 si osservano solo in 4 ambiti territoriali: le zone di Lovere, Bergamo città e hinterland, Isola e Treviglio. Situazione invariata per le zone di Romano e Endine. Flessioni rilevanti soprattutto nelle aree delle Valli.