L’altro ieri la lettera d’intenti tra Catullo, Aerogest, Save e Abem che taglia fuori Sacbo, almeno per ora, dalla trattativa per la gestione dell’aeroporto di Montichiari. Ieri la sorprendente presa di posizione della Regione che, anziché restare neutrale di fronte a un negoziato, seppur difficile, da lasciare alle logiche di mercato, decide di entrare a gamba tesa sposando senza se e senza ma la sponda veneta. E’ l’assessore al Commercio di Palazzo Lombardia, guarda caso bresciano, a scendere in campo e a benedire l’operazione elaborata a Nord-Est mandano all’aria quella neutralità che si confarebbe a chi riveste un ruolo istituzionale. Parolini – che a Brescia è stato a più riprese assessore provinciale ai Lavori Pubblici e alla Viabilità – ha definito la lettera d’intenti un primo passo “molto positivo”, che va “nella giusta direzione” e che “costituisce un’importante novità non solo per l’aspetto gestionale e societario che prospetta, ma anche per il clima di concretezza, collaborazione e condivisione degli obiettivi in cui è stato elaborato”. “Il costo del non fare – rincara la dose Parolini – era troppo elevato e finalmente si è colta in modo positivo l’opportunità di passare ai fatti riaffermando per Montichiari l’importante funzione di scalo cargo per il Nord-Est e rilanciando le sue potenzialità per quella passeggeri per l’incoming turistico e per il business”. Forse in un sussulto istituzionale, forse consapevole di aver fatto troppo il “tifoso”, Parolini ha dato il contentino a Sacbo. “A questo punto – esorta – è auspicabile e opportuno che anche l’aeroporto di Bergamo sia parte della partita, per completare l’integrazione del sistema aeroportuale della Lombardia e del Nord Italia”. Parolini in libertà.