Quello lombardo è un mercato del lavoro che ha subito gli effetti della lunga crisi ma che, nonostante ciò, mostra una notevole resilienza e vitalità. La IX edizione dello studio ‘Il Mercato del Lavoro in Lombardia’ di Confindustria Lombardia evidenzia, per il 2015, un contesto che ha ritrovato dinamismo nei flussi in entrata, con il calo dopo 7 anni del tasso di disoccupazione (7,9%), un saldo occupazionale positivo rispetto al 2014 (+128mila unità) e il crollo del ricorso alla CIG (-38% rispetto all’anno precedente). Nel 2015, inoltre, le assunzioni complessivamente realizzate in Lombardia sono state pari a 1,1 milioni, quasi 145 mila in più di quelle del 2014 (+14,8%): le assunzioni a tempo indeterminato sono state 364 mila (+52,0% sul 2014), in controtendenza con quanto realizzato nel 2014 (-4,7% sul 2013). Allarma la disoccupazione giovanile: in Lombardia i giovani fra i 15 e 24 anni che vivono ai margini del mercato del lavoro sfiorano le 170.000 unità (oltre 155.000 NEET e 14mila disoccupati impegnati in corsi di formazione), più del 18% di questa fascia di età. “Dal rapporto di Confindustria Lombardia emerge un tessuto imprenditoriale forte, capace di resistere a anni di crisi e reagire agli shock esterni, con un alto livello di responsabilità sia imprenditoriale che della forza lavoro nella gestione tempo e delle risorse. Bisogna lavorare però per ridurre ulteriormente il tasso di assenze, così come si sta facendo sulla prevenzione degli infortuni, in calo del 4% rispetto al 2014 e del 36% negli ultimi 5 anni. Tutti elementi che influiscono sul nostro CLUP e quindi sulla competitività delle nostre imprese. Certo, tornare ai livelli occupazionali pre-crisi non sarà semplice, ma le imprese lombarde hanno le risorse per vincere questa sfida come dimostrano il saldo occupazionale positivo, il tasso di disoccupazione a livelli europei e la reattività nel cogliere le occasioni rappresentate da misure come le decontribuzioni e il Jobs Act” dichiara il presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla.
“I dati del 2015 – aggiunge Ribolla – rappresentano un buon punto di partenza per affinare un mercato del lavoro regionale più maturo, in cui domanda e offerta sono meno sbilanciate e dove si riduce il numero degli esclusi. Far entrare nel mondo del lavoro i NEET, le donne e assorbire ulteriormente la CIG significa ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro. Questi sono obiettivi che il sistema Confindustria Lombardia intende perseguire attraverso l’individuazione dei fabbisogni delle imprese lombarde e delle dinamiche evolutive del mercato del lavoro, e la diffusione dell’Alternanza scuola-lavoro, grazie anche alle sinergie con le istituzioni e gli altri stakeholder regionali” conclude Ribolla. Il rapporto 2016, elaborato dal Centro Studi di Confindustria Lombardia su dati Istat 2015 e su un questionario al quale hanno partecipato circa 1000 imprese lombarde, si focalizza poi su orari e assenze dal lavoro:
- le ore lavorabili (mediamente 1.659 nel 2015) e quelle lavorate (1.562) crescono con la qualifica e sono invece inversamente correlate alla dimensione aziendale (grafico 4);
- le ore di assenza nelle imprese lombarde sono state mediamente pari a 97, con le micro imprese che registrano il numero più basso: un fenomeno non sorprendente, connesso al maggiore senso di appartenenza del dipendente che nasce dalla minore distanza gerarchica e dal rapporto diretto con il datore di lavoro (grafico 5);
- la composizione delle ore di assenza per causale mostra, anche nel 2015, una netta prevalenza delle malattie non professionali (52%), con i congedi retribuiti che incidono per il 22%, gli altri permessi retribuiti per il 14%, gli infortuni sul lavoro per il 5%. Scioperi e assemblee rappresentano complessivamente il 3% (grafico 6);
- i tassi di assenza sono più elevati per le donne (8,4%) rispetto agli uomini (5%): un differenziale quasi essenzialmente dovuto all’utilizzo dei congedi parentali, causale prevalentemente femminile (grafico 7);
- un’azienda su quattro ha fatto ricorso alla Diffusione CIG pari al 23% (26% industria, 3% servizi); incidenza CIG all’1,7% delle ore lavorabili;
- quattro imprese su cinque hanno fatto ricorso allo straordinario. Diffusione straordinari pari all’82%; incidenza straordinari al 3,5% delle ore lavorabili (funzione di inquadramento e genere). In sintesi gli straordinari incidono il doppio della CIG sul totale ore lavorate (3,5% vs 1,7%).
Il Mercato del Lavoro in Lombardia – Rapporto 2016