Malvestiti: 
«Risparmi 
sulle prestazioni 
sanitarie. Non è 
un bel segnale»

Malvestiti: «Risparmi sulle prestazioni sanitarie. Non è un bel segnale»

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Base stabile di soci, diminuzione della richiesta di rimborso delle prestazioni e scelta di cure meno costose. E’ questo il quadro della Masec, la Mutua assistenza volontaria dell' Ascom di Bergamo che negli ultimi dieci anni ha sempre registrato un trend positivo nel rimborso di visite specialistiche e di esami di laboratorio e un alto ricorso al settore delle prestazioni private.
Rispetto a quanto avvenuto nell’ultimo decennio, dal 2012 la Mutua Volontaria ha registrato un cambio di direzione con una diminuzione di rimborso delle prestazioni sanitarie e da quest’anno anche del loro costo medio. Da gennaio a fine ottobre, rispetto al 2012 il numero dei rimborsi di visite ed esami di laboratorio è sceso del 14% rispetto e il totale di euro erogati è diminuito del 19,4% (19 mila euro in meno rispetto al 2012), il rimborso medio è sceso da 60 a 57 euro (Masec rimborsa l’80% della prestazione). Il numero degli iscritti è pressoché costante: 1.100 (-2,6%).
«Quest’anno, per visite e ricoveri abbiamo rimborsato da gennaio a fine ottobre oltre 1.500 prestazioni, la spesa complessiva è stata di quasi 130.000 euro, con un calo del 19,4% che evidenzia una difficoltà “palpabile” tra gli imprenditori bergamaschi – afferma Paolo Malvestiti, presidente dell' Ascom e della Masec -. Questo dato ci preoccupa. Non vorremmo che i nostri associati si curassero di meno e ricorressero a visite ed esami solo se strettamente necessari, cercando di ridurre le spese. A confermare questo posso affermare che è il primo anno in cui registriamo una diminuzione della spesa media per prestazione, segnale che le persone ricorrono maggiormente al Servizio Sanitario Nazionale e sono più attente al costo di parcelle e onorari».
Per Malvestiti i dati registrati da Masec lanciano un segnale preoccupante sull’economia e sul welfare bergamasco. «La vera spada di Damocle per i nostri imprenditori è la fine di un modello di welfare, in particolare pensioni e sanità – continua Malvestiti -. Questo perché il sistema costruito negli ultimi quarant’anni, potremmo dire sul debito pubblico, non tiene più sia sul piano della previdenza, cioè della pensione per i giovani, che su quello dell’assistenza sanitaria per tutti. L’opinione pubblica è pressante su alcuni temi, come l’eliminazione dell’IMU sulla prima casa, ma è sul welfare e in particolare sul tema dell’assistenza sanitaria che bisogna porre un’attenzione specifica».
Secondo i vertici di Masec, le difficoltà sul versante delle cure saranno presto evidenti, oltre che per le fasce più deboli della cittadinanza anche per i piccoli imprenditori e i loro familiari che non godono dei fondi contrattuali dei dipendenti. «Curarsi è sempre più costoso per i cittadini in un momento nel quale le famiglie hanno meno denaro, spesso perché sopravvivono con gli ammortizzatori sociali. Inoltre per i lavoratori autonomi non esiste l’istituto della malattia. Chi è in proprio deve spesso lavorare anche con l’influenza per mandare avanti l’azienda! Sul welfare sono necessarie quindi risposte certe ed immediate da parte di tutti – spiega Malvestiti -. Noi con la nostra mutua cerchiamo di fare il possibile, ma le soluzioni vere devono giungere dalla politica. Potersi curare al meglio è certamente un diritto sacrosanto degli italiani ed un’esigenza ben più importante del pagare l’IMU sulla prima casa. Altrimenti saranno dolori per tutti».

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