Sulla mobilità nella Bergamasca si registra una nuova presa di posizione di Legambiente che ha diramato una nota per mettere in discussione la realizzazione dell’autostrada Bergamo-Treviglio. Ecco il testo della lettera: “A seguito dei numerosi articoli a mezzo stampa apparsi recentemente in ordine alla ormai annosa vicenda della cosiddetta autostrada, o collegamento veloce Bergamo-Treviglio e al dibattito sull’eventuale tracciato che dovrebbe avere crediamo sia opportuno chiedere alle istituzioni e agli enti pubblici preposti di uscire dal vicolo cieco in cui si sono infilati e di provare ad osservare le reali problematiche di viabilità del territorio. Innanzitutto crediamo che in tema di viabilità e traffico si debba fare una seria analisi sui nodi critici (colli di bottiglia) che incidono sulle reali necessità di movimento dei cittadini e che vengono da troppo tempo rimandati. Ci riferiamo, innanzitutto, al nodo di Verdello: al posto di progettare improbabili e inutili “nuovi collegamenti” sarebbe stato più utile trovare una soluzione per la circonvallazione di Verdello. Inoltre esistono una serie di gravissimi problemi di congestione delle radiali di penetrazione nel capoluogo e in alcune zone della provincia.
Alcuni esempi di forti criticità possono essere:
- SP 591 “via Zanica”, e nodo di Zanica centro
- Asse interurbano – Rotonda casello autostrada
- Centro di Colognola con la bretella ex ss. 42 – ex ss. 525 costosa, inutile e inutilizzata di cui nessuno parla. Un fiore all’occhiello della mobilità provinciale che taglia in due il Parco Agricolo Ecologico di Bergamo e Stezzano
- Ex. ss 525 in ingresso a Bergamo, nel tratto Lallio Dalmine e nel tratto Dalmine – rotonda di Zingonia
- Nodo di Curno all’altezza dei centri commerciali sulla Villa D’Almè -Dalmine. Sulla stessa strada da Mozzo – Ponte S. Pietro fino a Paladina
- Da Villa d’Almè al nodo di Pontesecco
È imbarazzante notare quanto sia alta l’attenzione della Provincia per i 20 chilometri della tratta da Colognola a Treviglio che si percorrono in 20 minuti; e non ci sia sostanziale attenzione per il 9 Km che si percorrono in 20 minuti per andare da Valtesse a Colognola in circonvallazione o i 9 Km ceh si percorrono in 40 minuti per arrivare da Villa d’Almè a Bergamo. Il traffico privato attorno alla grande Bergamo è arrivato a livelli insostenibili ed è in costante aumento, un aumento che si è innescato in modo considerevole dall’entrata a regime della tangenziale sud che ha incentivato l’uso dell’auto privata a scapito del mezzo pubblico che non viene adeguatamente valorizzato ed ottimizzato. Il trasporto pubblico, nell’ambito della mobilità, deve avere per lo meno pari dignità in termini d’investimenti economici di tutti gli altri settori. Ci riferiamo alla possibilità di potenziare l’asse del treno metropolitano tra Bergamo e Treviglio, aumentando la frequenza dei treni e adeguando tecnologicamente la linea. Tale asse è centrale rispetto alla pianura bergamasca, consente un collegamento tra le grandi aree conurbate di Treviglio-Dalmine/Zingonia e la città. Le fermate con gli annessi parcheggi (realizzati e pagati, tra le altre cose, proprio dalla provincia di Bergamo) sono, ad oggi, sotto utilizzati se non ignorati. Addirittura alcuni parcheggi sono sempre stati completamente vuoti da quando sono stati costruiti. Va creata una rete di connessione sulla direttrice est-ovest di tutte le fermate, rivedendo anche i percorsi del TPL (sempre pagato dalla Provincia) in modo da eliminare i doppioni. Una rete fatta di trasporto pubblico e mobilità dolce, creando i cosiddetti “rendez vous” tra i mezzi di trasporto verso le fermate e gli arrivi dei treni. Insomma, una rete di connessione che agevoli la fruibilità di tutte le fermate della tratta.
Vanno poi assolutamente messe in campo risorse per la dotazione di “tram-train” a doppio scartamento affinché si possa connettere la rete TEB con la rete RFI in modo da creare economie di scala che permettano di rendere più efficiente e organico il servizio di trasporto su ferro delle persone in Provincia. Va ripensato il senso del collegamento ferroviario con Orio, un’opera che nasce al servizio di una società privata non di un territorio. Vanno messe in campo le risorse per far sì che il collegamento per Orio insista su una linea progettata per arrivare fino a Romano di Lombardia recuperando, nel possibile, il senso del tram che copriva questa parte del territorio fino a metà del ‘900.
Queste opere devono essere accompagnate da azioni degli enti locali che alleggeriscano i propri bilanci (economici, ecologici, sanitari) dal costo del trasporto privato. In questo contesto la continua e ripetuta attenzione e discussione su una sola grande e costosissima opera, l’ex “IPB” è assolutamente incomprensibile a chi abbia un poco di buon senso. Riteniamo veramente dispendioso in termini di tempo e denaro insistere su un’opera che deve collegare la tangenziale sud di Bergamo, all’altezza del centro commerciale “Due torri”, con la Bre.Be.Mi.
Sono anni che chiediamo alla Provincia di Bergamo di darci dei dati che consentano di comprendere su quali basi insistano nel portare avanti questo progetto che, al momento, è servito solo a pagare gli stipendi di alcuni – noti – personaggi e a sprecare risorse pubbliche. Abbiamo letto tutti i documenti prodotti, le analisi effettuate e analizzato i dati resi pubblici o variamente elaborati. È ormai chiaro, a chiunque affronti il tema con onestà intellettuale, che non è questo il tipo di collegamento necessario alla bergamasca. Avremo ancora una miriade di cittadini bergamaschi impegnati quotidianamente in piccoli spostamenti che avranno ancora più difficoltà. L’unica funzione che avrebbe questo collegamento sarebbe quella di cercare di attenuare uno dei più clamorosi flop del “project financing” lombardo, ormai certificato anche dai bilanci della società Bre.Be.Mi, caricandolo ulteriormente sulle spalle dei cittadini, andando a coprire l’incompetenza e la superficialità di chi ha voluto e sostenuto quell’opera”.