Un referendum sul parcheggio sotto l’ex Parco Faunistico? Non si può fare, per ragioni di regolamento e di opportunità.
È la risposta del Comune di Bergamo alla richiesta di una consultazione popolare portata avanti dall’Associazione per Città alta e i Colli di Bergamo, Legambiente e Italia Nostra.
«Nel merito – precisa una nota dell’Amministrazione -, è di fondamentale importanza rimarcare che la materia su cui verterebbe il quesito referendario (di tipo consultivo: i suoi risultati non avrebbero alcun effetto vincolante nei confronti dell’attività amministrativa) non può essere, secondo l’art. 65 dello statuto del Comune di Bergamo, oggetto di consultazione popolare. L’articolo infatti chiaramente stabilisce che “non è ammesso referendum (…) sul piano regolatore generale e gli strumenti attuativi”: una scelta non casuale, non atta a negare lo strumento partecipativo su questioni urbanistiche, ma semplicemente perché le varianti urbanistiche (prima e dopo la loro adozione) e la redazione dello stesso Piano di Governo di Territorio prevedono al loro interno strumenti di coinvolgimento delle associazioni e dei cittadini».
«Non solo: il regolamento di partecipazione all’art. 9.1 e 9.2 – continua il Comune – stabilisce che un referendum può essere indetto solo “prima dell’adozione di provvedimenti” al fine di “offrire all’organo comunale, che intende assumere una determinazione su di una specifica materia” un contributo sulla questione. Per questo motivo, pertanto, risulta ovvio che il referendum avrebbe dovuto essere indetto o richiesto dalle associazioni prima dell’avvio dell’iter che ha portato alla stipula dell’atto formale dell’apposita convenzione per la realizzazione del parcheggio dell’ex Parco Faunistico».
Si rimarca inoltre che un’eventuale richiesta di referendum (sia da parte dei cittadini che da parte dell’Amministrazione comunale) necessita di essere vagliata dalla Commissione per i referendum – costituita dal Segretario Generale, dal Vice Segretario Generale del Comune e dall’Avvocato capo – chiamata a decidere sull’ammissibilità del quesito proposto.
Qualora l’Amministrazione optasse per infrangere il regolamento e lo statuto vigenti, qualora inoltre la Commissione per il referendum dichiarasse la consultazione comunque ammissibile, diversi sarebbero i rischi e le criticità a cui potrebbe esporsi: un’eventuale rescissione unilaterale della convenzione e del contratto che regolano da anni la situazione dell’ex Parco Faunistico esporrebbe il Comune a un procedimento nei suoi confronti per presunto danno erariale, considerando non solo il ritardo con cui si configurerebbe questo tipo di scelta, ma anche le penali che il Comune sarebbe chiamato a corrispondere.