Spettabile redazione
A proposito della presa di posizione di Legambiente sulla Brebemi, voglio dire che per il modo in cui è utilizzata oggi l’arteria autostradale, la si può tranquillamente considerare come l’autostrada della Bassa. Ha raccolto buona parte del traffico pendolare che intasava la S.P. Rivoltana nelle provincie di Brescia, Bergamo, Cremona e Milano e – nonostante l’ambizioso obiettivo di raccogliere il flusso di veicoli dichiarati inizialmente – è rimasta figlia di un Dio minore. Neppure l’apertura del collegamento con la TEEM, l’attesa tangenziale est esterna di Milano, ha prodotto quell’incremento atteso di traffico sulla Brebemi. Questa autostrada manca di aree di rifornimento carburanti sull’intero percorso di circa 62 kilometri e l’uscita più prossima alla metropoli lombarda é il casello di Liscate, ben lontano dal centro di Milano, posto sulla tangenziale in cui si innesta gran parte del traffico pendolare a sud est del capoluogo. Tuttavia dei benefici – dal punto di vista del traffico – la direttissima li ha prodotti: anzitutto ha avuto il merito di sfoltire il traffico sulla Rivoltana, diminuendo il numero di mezzi in transito sulla pericolosa ex S.S., nonché di ridurre i tempi di percorrenza al capoluogo milanese. Balotta, nonostate l’appellativo, non è menzognero nella sua analisi. Il costo della tratta è elevato, addirittura eccessivo, se paragonato allo stesso tratto della A4 in un rapporto quasi di 1/3, esaudendo sconti agli abituali utilizzatori. Il project financing per la realizzazione dell’autostrada – alla fine – è stato applicato “all’italiana”: parte dei costi é ricaduto o ricadrà sui contribuenti, mentre la produzione delle aziende agricole e ortofrutticole dimezzate o sparite e la mancata fruizione dei suoli cementificati rappresentano, oltre a mancati introiti, costi sociali supportati dall’intera collettività. L’osservazione del rappresentate di Legambiente a questo punto è più che condivisibile: la Brebemi ormai c’é ed é necessario che la si faccia utilizzare al meglio. Magari anche abbassandone i pedaggi, per non lasciarla languire tra le opere incompiute, nella solita indifferenza che accompagna lo scempio del Belpaese.
Antonio Vota