La cabinovia Orio-Bergamo? Un’idea semplicemente ridicola

La cabinovia Orio-Bergamo? Un’idea semplicemente ridicola

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cabinovia OrioEra ora. Finalmente Giuseppe Anghileri, dopo quasi trent’anni, può cedere il testimone del titolo di autore della proposta più balzana per la città. Il già consigliere comunale democristiano (e poi indipendente) soprannominato “sindaco di Borgo Santa Caterina” era convinto che uno dei modi migliori per superare il problema del traffico in ingresso-uscita da Bergamo fosse la realizzazione di un mega tunnel sotto Città Alta. Un traforo del Monte Bianco in sedicesimo, insomma, in barba alla delicatezza del borgo soprastante. La proposta era talmente ardita, per tacer dei costi, che, giustamente, fu lasciata in bacheca. Qualche anno dopo ci pensò l’allora sindaco Cesare Veneziani a lanciarsi in qualcosa di meno fantasioso ma non meno discutibile: il minimetrò dalla stazione ferroviaria alla funicolare. Ci volle poco a capire che per poche centinaia di metri investire decine di milioni di euro sarebbe stato un azzardo imperdonabile.
Ora, nell’anno domini 2016, riesumando e aggiornando un’idea lanciata dall’ex deputato di Forza Italia Gianantonio Arnoldi, ecco che due giovani virgulti azzurri, il consigliere comunale Stefano Benigni e il consigliere provinciale Jonathan Lobati, mettono sul tavolo nientepopodimenoche la cabinovia che dovrebbe collegare l’aeroporto con il centro di Bergamo. Con ampio spiegamento di mezzi, fra rendering, foto e video, l’ardimentosa coppia ha spiegato al colto e all’inclita le straordinarie mirabilie dell’impianto a fune. Non un semplice mezzo di trasporto, hanno tenuto a spiegare ai più superficiali, ma addirittura una attrazione turistica. A riprova, caso mai ce ne fosse bisogno, che a volte il confine tra il dramma e la farsa è davvero sottile.

Perché se anziché giocare al Lego chi fa politica, o almeno presume di farlo, resta ancorato alla concretezza, e soprattutto al buon senso, non può che rendersi conto che quell’idea è semplicemente ridicola. Per più ragioni, alcune talmente elementari che possono essere comprese anche dai più faciloni. Anzitutto, c’è un problema di sicurezza visto che le cabine dovrebbero sorvolare i parcheggi dell’aeroporto, l’asse interurbano e le cliniche Gavazzeni. “Ma si può sempre mettere un ponte di protezione” ha obiettato Lobati. Che, da buon sindaco di Lenna, forse non ha del tutto chiara la distinzione tra un paesello di montagna e una città. Soprattutto, e qui veniamo al secondo aspetto, dal punto di vista dell’impatto ambientale. Bisogna avere gran poco rispetto della storia di Bergamo per immaginare di impiantare piloni e cabine con sullo sfondo le Mura venete e tutte le bellezze del territorio. Altro che, come sostiene la coppia Benigni&Lobati, “attrazione turistica”. La cabinovia sarebbe un pugno nello stomaco, una macchia nera al centro di un quadro di struggente bellezza. Ma come si fa a non capirlo? Possibile che oggi i canoni estetici siano mutuati dal modello Disneyland?

Ma i giovanotti di Forza Italia mostrano di non conoscere (la gavetta in politica non esiste più, si nasce già imparati) le dinamiche del trasporto. Dicono che la cabinovia rispetto al treno avrebbe il vantaggio di poter rappresentare un motivo in più per convincere chi sbarca a Bergamo a fare tappa in città. Ma benedetti figlioli, chi arriva allo scalo ha già deciso prima di partire cosa intende fare e dove vuole andare. Nessuno arriva in aeroporto e sol perché c’è una cabinovia butta all’aria i suoi programmi. I viaggi sono organizzati nel dettaglio. E non è il mezzo di trasporto che orienta la scelta. Semmai, proprio contrariamente a quel che sostengono Benigni&Lobati (con il sostegno alle loro spalle dell’assessore regionale ai Trasporti che, in barba all’incarico ricoperto, dice di ragionare “da bergamasco”…), l’utilizzo del treno, o di un tram, consente al viaggiatore di muoversi in tempi ristretti anche su distanze medio-lunghe, senza faticosi e dispendiosi interscambi, ottimizzando la visita. E magari guadagnando anche il tempo per un fuori programma, altrimenti impossibile.

Stupisce che due politici così giovani ragionino ancora con logiche da piccolo borgo antico, che non colgano come Bergamo debba smetterla di considerarsi un brutto anatroccolo abbandonato a se stesso per inserirsi invece a pieno titolo in un sistema (culturale, economico e quindi anche strutturale) più ampio. Quantomeno, se non oltre, di scala regionale. L’aeroporto è di questo livello. E come succede in tutta Europa, ha bisogno di essere servito da una infrastruttura moderna: quasi sempre una metropolitana, talvolta dal treno. Chi pensa di collegare Orio al resto del mondo con una cabinovia forse è bene che si prenda un periodo di vacanza per un viaggio di studio. Non sarebbe tempo sprecato.