Isola pedonale, per i commercianti 
si può fare. «A patto che…»

Isola pedonale, per i commercianti si può fare. «A patto che…»

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Avremo il cuore di Bergamo ai nostri piedi. Il neosindaco Giorgio Gori, come annunciato nel programma elettorale, vuole lanciare un concorso internazionale per disegnare nel giro di due, massimo tre anni, una città a misura di pedone da piazza Pontida a piazza Santo Spirito. Mobilità, luoghi, spazi e tempi del nuovo Sentierone allungato, pronto a sbarazzarsi delle auto da piazza Matteotti a via Tasso e abbracciare la ztl di piazza Pontida e quella di via Pignolo ai due estremi, andranno riorganizzati e ripensati per invitare i bergamaschi a spingersi oltre la tradizionale “vasca” di via XX Settembre e del Quadriportico. La prospettiva dello stop alle auto non lascia certo indifferenti i commercianti che potranno contare, come si legge nel programma elettorale di Gori, su una proposta di riduzione della tassa di occupazione del suolo pubblico.
Di fronte al “footplan” non si levano dei “no” a priori: i commercianti sono pronti ad accogliere la trasformazione del centro cittadino in un’isola pedonale, basta che non si trasformi in atollo deserto e selvaggio come quello dei Famosi. Nelle aree dove è attiva la ztl regna il malcontento per la mancata promessa di migliorare l’arredo urbano e valorizzare le aree, invitando a lasciare l’auto in garage per inforcare la bicicletta o concedersi una passeggiata. Nonostante i divieti dalle auto, piazza Pontida e piazza Santo Spirito ne sono ancora invase e chi sceglie di raggiungerle pedalando non sa dove legare la bici. Eccezion fatta per le stazioni di bike sharing nella piazzetta tra via Pignolo e via Tasso e in largo Rezzara, rastrelliere e reggibici sono dei veri e propri miraggi. Non mancano infine lamentele dei commercianti sull’inflessibilità del regime sanzionatorio al varco elettronico per le operazioni di carico e scarico che complicano spesso consegne e forniture.
In generale, all’indomani delle elezioni, si respira comunque un clima di fiducia e la speranza è di una sistemazione e progettazione organica degli spazi in linea con gli innumerevoli esempi europei da prendere a modello. Per gli esercenti la sfida più importante da portare avanti è garantire a chi vuol concedersi due passi in centro parcheggi a costo calmierato o un servizio di trasporto pubblico più efficiente. 

In via Tasso Fabio Gamba, dell’omonima gioielleria, non manca di criticare l’assenza di cura e di arredi nell’area a traffico limitato e ad esprimere scetticismo di fronte alla scelta di lasciare l’auto parcheggiata in garage da parte dei bergamaschi: «Manca la cultura del muoversi a piedi e per chi visita il centro la passeggiata si limita nella maggior parte dei casi a via XX Settembre e via Tasso – rileva -. La mia è un’attività di nicchia e fortunatamente l’apertura o la chiusura alle auto non va ad incidere negativamente sul mio negozio come purtroppo accade ad altri colleghi che lamentano cali di fatturato, ma di certo non sono indifferente all’arredo urbano. La via pedonale deve esserlo davvero, come lo è, ad esempio, corso Zanardelli nella vicina Brescia, con aiuole, rastrelliere, panchine. Un’area insomma che inviti a passeggiare: via Tasso invece sa ancora di strada e per di più hanno aggiunto questi paletti che non migliorano certo l’arredo urbano. Chiudere alle auto e lasciare la via così non mi sembra avere alcun senso».
Elisa Gatti ha scelto di trasferire la sua attività di vendita di oggettistica moderna da via Santa Caterina a via Pignolo proprio per la presenza dell’area pedonale: «La decisione non mi trova pentita, ma non posso certo dire di essere soddisfatta di un’area senza una panchina, un’aiuola, una rastrelliera per le biciclette oltre alla stazione di bike sharing presente in piazza Santo Spirito. Di fatto la piazza, che rappresenta per la sua conformazione il luogo ideale dove creare eventi e sbizzarrirsi con fiori e tocchi di verde, è invasa dalle auto, in beffa ai cartelli di divieto di sosta. Basterebbero aiuole e panchine a dissuadere il parcheggio selvaggio, abbellire il quartiere, incuriosire i visitatori e creare un centro commerciale all’aperto». L’area va ripensata, a partire da via Tasso: «In occasione del Festival dell’Ambiente di due anni fa realizzammo un percorso verde con piccole piante che punteggiavano la via facendo dimenticare per tre giorni gli orribili paletti di via Tasso e invitando a raggiungere piazza Santo Spirito, con alberi e fiori – continua Elisa Gatti -. Basta poco a rendere più attrattiva l’area e a invitare la gente a rivivere e riappropriarsi della città». I commercianti della via, uniti nell’associazione “Bergamo in piazzetta”, collaborano spesso alla realizzazione di eventi ed iniziative per rianimare il quartiere: «Il 12 luglio in occasione della notte della cultura “Art2night” organizzata dalla ProLoco dopo la visita guidata del Borgo organizzeremo in piazza Santo Spirito una piccola rappresentazione in collaborazione con l’Opera Donizetti».
Silvana Caglioni della Pasticceria Salvi allarga le braccia: «In questi mesi diverse attività da via Tasso a piazza Santo Spirito hanno chiuso. L’area pedonale così non ha senso e lo ha ancora meno spezzare la città con aree in cui l’accesso in auto è vietato ed altre in cui invece è concesso. Da quando hanno chiuso la via sono aumentati i negozi sfitti e la tolleranza è davvero inesistente anche per le operazioni di carico e scarico: basta sgarrare di qualche minuto dall’orario concesso per vedersi recapitare multe. Noi commercianti non siamo comunque contrari alla pedonalizzazione purché sia inserita in un piano organico che interessi tutto il centro. Bisogna inoltre invogliare la gente a passeggiare e non lo si fa certo punteggiando la via con paletti che la rendono claustrofobica. Impossibile poi parcheggiare nell’area la domenica, con il parcheggio chiuso. L’isola pedonale è bellissima, ma se non c’è possibilità di parcheggiare l’auto il rischio è che resti deserta».
Per Rocco Lacanna, responsabile del negozio Giorgio Store in via Tasso, a due passi da San Bartolomeo, la scelta di pedonalizzare è invece «ideologicamente sbagliata»: «In settimana in centro c’è davvero poca gente e credo che a Bergamo manchi ancora la mentalità per muoversi a piedi o in bici – rimarca -. La città è già assediata dai centri commerciali e, se alla crisi si somma l’impossibilità a raggiungere il centro, le attività commerciali che ancora resistono rischiano la chiusura. All’estero le aree pedonali funzionano anche perché esistono parcheggi in prossimità e i mezzi pubblici funzionano». Il confronto con le nostre aree a misura di pedone non è dei più lusinghieri: «I colleghi di via Tasso alta hanno avuto dei pesanti cali di fatturato da quando sono state accese le telecamere. In provincia, ad Albino, in centro non va più nessuno e le attività di prossimità sono in grande sofferenza», continua Lacanna.
Gianni Lenzi della “Casa dei Rasoi”di via Borfuro mostra apertura di fronte al footplan del neosindaco: «L’importante è che l’isola pedonale venga fatta con criterio e portata avanti in modo organico. Le soluzioni a metà lasciano il tempo che trovano ed in città abbiamo diversi esempi negativi. La chiusura di Città Alta non è mai stata gestita in modo consono. Da residente posso constatare ogni giorno la presenza di auto parcheggiate fuori posto, auto in piazzetta sulla Corsarola ed altre irregolarità che sfuggono a sanzioni data la scarsa intensità dei controlli». Per una città a prova di pedone servono mezzi pubblici efficienti e parcheggi a costi calmierato: «Parma è pedonalizzata e cittadini e commercianti sono contenti. Non mancano però parcheggi a due passi dal centro che non arrivano neanche lontanamente a costare i due euro all’ora del nostro centro cittadino e gli autobus hanno una frequenza di 5 minuti. A Bergamo spostarsi in autobus è impossibile: io sarei il primo a muovermi in bus se i tempi di attesa non fossero insostenibili». Il centro ha bisogno di un vero e proprio restyling secondo Lenzi: «La speranza è che venga posto anche un freno all’invasione di bancarelle sul Sentierone che non valorizzano la nostra città, dove non mancano per altro aree più idonee con tanto di parcheggi».
In piazza Pontida Nicola Bosso del bar-tabaccheria “P40” non manca di criticare la gestione della ztl: «Non è stata pensata, né curata. La sensazione è che ci sia limitati ad accendere le telecamere senza intervenire sull’arredo urbano e sulla piazza. Non esiste una rastrelliera per le biciclette, che vengono legate ovunque al primo palo, non c’è l’ombra di un’aiuola. La richiesta dei permessi e delle autorizzazioni prevede un iter burocratico lunghissimo e non esiste la minima tolleranza nemmeno per le procedure di carico e scarico. Piovono letteralmente sanzioni e non possiamo negare di avere avuto un calo di fatturato con l’accensione delle telecamere. A questo punto forse aveva più senso prendere ad esempio l’area C di Milano che tassa chiunque voglia accedere all’area con l’auto». La piazza è tornata ad essere un luogo di ritrovo ma potrebbe essere più viva: «Ci avevano assicurato di poter animare la piazza fino alle 22, ma è capitato di dover spegnere la musica alle 19.30 nonostante fosse uno dei giovedì della movida. Il divieto di mettere casse e amplificatori nelle aree esterne viene ovviato da molti aumentando i decibel in modo esponenziale all’interno. A noi non piacciono questi escamotage, ma sarebbe bello avere il via libera alla musica rispettando lo stop delle 22. Credo che un’area pedonale debba dare agli utenti qualcosa in più, non in meno. Abbiamo esempi a Milano e Brescia da seguire ben noti ai ragazzi che la sera scelgono di imboccare l’A4 per cercare un po’ di vita e sano divertimento».
Tullio Plebani e Erminia Nodari dell’Art Cafè sognano una città a misura di pedoni e ciclisti: «La piazza potrebbe essere un diamante e invece è uno Swarovski. Piazza Pontida è invasa dalle auto e non si vedono né aiuole, né cura, né elementi di arredo e decoro urbano come in qualsiasi altra area pedonale europea. Abbiamo avanzato più volte in Comune la richiesta di dotare la piazza di almeno una rastrelliera per le biciclette, ma la stiamo ancora aspettando. Ci siamo anche offerti di acquistarla direttamente ma non è accettabile pagare poi la tassa di occupazione di suolo pubblico. La speranza è che venga creata un’area pedonale organica e studiata nei minimi dettagli, che renda il centro cittadino più gradevole e accogliente anche agli occhi del turista». Anche per loro, se è vero che la piazza è tornata ad essere un luogo di incontro e aggregazione sociale, si può comunque fare meglio su diversi fronti: «Senza dubbio l’area si è animata, specialmente la sera, ma si avverte la mancanza di una regia: non servono eventi a tutto volume ma iniziative che invitino a riscoprire la convivialità e a vivere la città con rinnovato entusiasmo. Conservatorio, scuola di musica e compagnie teatrali formano ogni anno artisti e talenti che la città dovrebbe valorizzare maggiormente in occasione di manifestazioni ed eventi», continuano i titolari dell’Art Cafè. Non mancano altre criticità: «Non si può ritirare l’immondizia alle sette di sera, quando ci si accinge a cenare in piazza. Il Comune dovrebbe anche far fronte all’assenza di bagni pubblici in centro, pensando magari di seguire l’esempio di altre città che da decenni hanno installato servizi auto-igienizzanti a pagamento».