Il Comitato Unitario Imprese & Territorio, che riunisce le dieci associazioni imprenditoriali bergamasche Ascom Confcommercio, Coldiretti, CNA, Confartigianato, Confederazione Italiana Agricoltori, Confcooperative, Confimi, Confesercenti, FAI e LIA, in vista delle elezioni del 4 marzo, ha incontrato Dario Violi, Attilio Fontana e Giorgio Gori, candidati alla presidenza di Regione Lombardia.
Tutti gli incontri si sono svolti nella sede di Ascom Confcommercio Bergamo in via Borgo Palazzo 137 (sala conferenze).
Nell’occasione, il Comitato Unitario ha consegnato ai singoli candidati il documento “L’economia dei luoghi e del fare”, predisposto in modo univoco dalle dieci organizzazioni sindacali per far emergere le priorità e i bisogni delle piccole e medie imprese bergamasche.
Lo snellimento della burocrazia è uno dei primi problemi con cui ogni giorno si scontrano le imprese, su cui nel primo incontro di lunedì 26 febbraio è intervenuto Dario Violi del Movimento Cinque Stelle: “Bisogna semplificare e snellire la burocrazia, poi investire nella smaterializzazione e digitalizzazione. Vorrei che l’interlocutore per le imprese fosse unico e che si incarichi di fare da referente a enti e associazioni”. Martedì 27 febbraio, Attilio Fontana, candidato alla presidenza per il Centrodestra, ha ribadito, dopo aver sottolineato i meriti della Lombardia di Maroni nell’ accompagnare le pmi a competere a livello internazionale: “L’imprenditore deve concentrarsi sul suo lavoro e non sulle scartoffie. E le esigenze emergono con incontri e ascolto: se verrò eletto organizzerò tavoli tematici con le associazioni di categoria”. Gli incontri si sono chiusi con il sindaco Giorgio Gori, candidato alla presidenza per il Centrosinistra, che ha sottolineato l’impegno sul fronte occupazionale: “Serve un patto per il lavoro per individuare insieme le priorità da perseguire nell’ottica di creare nuovi e buoni posti di lavoro per accrescere la competitività in tutti i settori, unendo le esigenze delle imprese alle richieste di occupazione”.
Il documento di Imprese & Territorio
“Dal 2013 la crisi ha fatto sentire il suo peso sotto tutti i profili: economici, occupazionali, sociali e – non ultimo – culturali- sottolineano le associazioni nel documento congiunto-. Oggi non c’è dubbio che stiamo assistendo a segnali non estemporanei di miglioramento. Eppure sono ancora molto gravi le problematiche con cui le istituzioni e la comunità tutta dovrà confrontarsi nei prossimi anni”. La coincidenza delle elezioni Regionali e Nazionali può essere del resto anche occasione per metter in evidenza come non si possano più immaginare livelli di governo e di gestione politica a compartimenti stagni: “Vanno ripensati modelli di sviluppo ed è necessario assumere prospettive coraggiose e di ampio respiro. La Lombardia è al centro dell’Europa e può esserlo ancora di più se il suo governo regionale si colloca all’altezza della forza e delle potenzialità del territorio che rappresenta e su cui insistono un numero di cittadini, un numero di imprese e un valore economico prodotto e scambiato che supera quello di molti Stati dell’Unione Europea” continua il documento dei rappresentanti di Imprese &Territorio. Il Comitato chiede che la Lombardia abbia un governo e una visione politica all’altezza del suo profilo e delle sue potenzialità europee e internazionali: “I grandi temi dell’agenda europea dei prossimi anni devono veder una Lombardia capace di portare una proposta politica autorevole e credibile, poiché a Bruxelles, più che a Roma e a Milano, si decideranno questioni fondamentali per le imprese e per l’economia locale”. Nei prossimi mesi, che saranno anche i primi mesi del nuovo mandato del Governo Regionale, a livello europeo sono attesi alcuni appuntamenti di grande rilevanza, come la revisione della Politica Agricola Comunitaria, la riforma del sistema dell’Iva Europeo; la revisione della direttiva appalti; la politica degli investimenti, l’innovazione, i sistemi di protezione sociale. “La Lombardia potrebbe, da questo punto di vista, assumere una leadership rispetto alle altre regioni, in particolare per quanto riguarda lo sviluppo dei programmi sulla Coesione Territoriale che sono un ulteriore ambito di programmazione e sviluppo di politiche europee, in cui il primo interlocutore sono proprio le Regioni e le autonomia locali”.