nella foto: da sinistra Giorgio Gori, Giuseppe Guerini, Franco Tentorio e Marcello Zenoni
Tre dei candidati sindaco di Bergamo, quello in carica, Franco Tentorio del centrodestra, Giorgio Gori del Centrosinistra e Marcello Zenoni del Movimento 5 Stelle, si sono confrontati nella sede di Confartigianato. L'incontro-dibattito è stato promosso da Imprese & Territorio. A formulare le richieste avanzate dal Comitato unitario delle associazioni d'impresa è stato il presidente Giuseppe Guerini. «La nostra associazione, nata sette anni fa, è un esperimento ben riuscito – ha esordito -. Rappresentiamo imprenditori con caratteristiche differenti, ma uniti nella diversità, cerchiamo di individuare le loro necessità e facciamo da interlocutori con il mondo della politica». Tra le priorità proprio il coinvolgimento, la possibilità di avere voce nel governo del territorio. «Chiediamo un'attenzione alla competenza, alle risorse migliori, si concorre solo se si valorizzano i talenti – prosegue Guerini -. Occorre essere attenti ai cambiamenti, all'apprendimento, a quell'aggiornamento che va oltre la formazione, ma che incoraggia i giovani al volontariato, primo incentivo per la creazione d'impresa».
Attenzione particolare deve essere riservata al verbo curare, che richiama alle politiche di welfare locali. Prime destinatarie sono le famiglie. «Capiamo l'importanza e l'impatto di interventi per l'occupazione, ma se non sai a chi affidare un anziano perdi fattori di crescita e aggiungi una voce di spesa». Altra parola chiave è la fiducia che, in tempi di tagli ai bilanci pubblici e di gestione delle scarse risorse, è merce sempre più rara. «Questa città è sempre stata amministrata bene, ma non è scontato – afferma Guerini -. Bisogna trovare il modo di spendere bene, anche perché il capoluogo è un esempio, orienta le politiche dei comuni orobici». Punto chiave, l'attenzione a Expo, per mantenere più porte di accesso. «Dialogare con il mondo è fondamentale per essere competitivi». E la cultura.
«Il sapere è un elemento importante anche per chi fa impresa perché non c'è paragone fra un artigiano italiano e uno straniero».
Poi una richiesta forte e necessaria: la libertà, snellire la burocrazia, le odissee agli Sportelli unici. E, infine, un'attenzione alle aree di trasformazione. «Siamo lieti che l'Accademia della Guardia di finanza arrivi nell'area degli ex Ospedali riuniti, ci auguriamo che non finiscano alla deriva Montelungo e Porta sud».
A prendere la parola per primo è stato il sindaco Tentorio, che ha sintetizzato le sue proposte. Riguardo il concetto di partecipazione ha affermato: «Abbiamo sempre dialogato con i cittadini, prima riuniti in Circoscrizioni, oggi in quartieri, e con le Associazioni di categoria, che rappresentano persone e valori. Questa volta proveremo a migliorare». Tema dolente, quello della burocrazia, quel labirinto di norme farraginose che non agevolano chi fa impresa. «Il mio slogan è tutti i sì possibili, cerchiamo di risolvere qualunque problema se compatibile con la legge e i mezzi – ammette Tentorio -. Ma i compensi sono pochi: un mio assessore lavora 50 ore a settimana per 2mila euro netti al mese». Nei settori della cultura e del turismo è indiscutibile la centralità di Bergamo. Un ruolo importante è giocato da Orio. «Il numero dei visitatori è raddoppiato negli ultimi 5 anni – dice il sindaco -. Ma siamo favorevoli allo sbocco su Montichiari, in considerazione delle richieste dei cittadini». La più grande risorsa del territorio è il volontariato, quasi una religione: «Ci sono grandi uomini e donne che dedicano il loro tempo, associazioni, come gli alpini, dal contributo prezioso». E l'orgoglio di aver portato a termine opere pubbliche, nonostante i 6 milioni in meno nel 2013: «Non aumenteremo le imposte e manterremo i servizi sociali per le fasce deboli». L'obiettivo principale è ottenere parte dei 90 milioni depositati a Roma: «Potervi attingere è fondamentale, altrimenti il piano delle opere pubbliche è irrealizzabile».
All'ottimismo del primo cittadino, si scontrano i dati evidenziati da Zenoni: «Secondo una ricerca del Censis, noi italiani siamo depressi, arrabbiati e individualisti – afferma -. C'è una crisi di valori, una mancanza di fiducia che porta sgomento alle imprese. Da questo quadro drammatico, quasi un grido di dolore, bisogna ripartire cambiando la mentalità delle persone». Per il candidato del Movimento 5 stelle, bisogna puntare sui giovani: «Concederemo spazi per start up, più fondi per le nuove imprese, daremo fiducia al terzo settore, all'associazionismo», annuncia. Il commercio, oggi legato e messo in crisi dalla grande distribuzione, è da rivedere. Zenoni ritiene che la nascita dei grandi centri vada monitorata. «Siamo a favore della creazione di centri commerciali naturali – annuncia – che seguono logiche di servizio come se fossero un unico sistema che fornisce tutto». La burocrazia è «un mostro da combattere e il Comune può fare molto: alleggerire i rapporti con gli imprenditori, renderli liberi». La partecipazione, altra richiesta delle imprese, è tale solo se le decisioni rese da chi governa sono trasparenti. «In questo caso – aggiunge Zenoni – l'arrivo dell'Accademia della Guardia di Finanza indica un processo opposto, nessuno ha saputo in che modo e quando accadrà. Ci vogliono, al contrario, esempi virtuosi che in tempi difficili prevedano dei tavoli partecipativi». Punto di forza del programma del M5S è l'ambiente. «Sosterremo la mobilità dolce, anche aumentando il numero dei mezzi pubblici e vogliamo più verde e valorizzare gli edifici esistenti per usarli come volano per la cultura».
Giorgio Gori punta invece a una città più dinamica, con più posti di lavoro. «I centri per l'impiego hanno registrato meno 3mila occupati negli ultimi cinque anni, meno 400 sono le imprese, dunque con un calo del 10% – ricorda il candidato del Centrosinistra -. Ci vuole uno sguardo e un'attenzione che siano rivolte alla comunità indebolita, sia per un fattore demografico, sia per questioni finanziarie». Gori porta il suo esempio di imprenditore partito da zero, con tante difficoltà. «Questa amministrazione avrà fatto bene, ma è mancato il guizzo, non ha saputo promuovere lo sviluppo – sono le sue parole -. Oggi occorre fare rete, unire soggetti diversi, puntare a un welfare che dia fiducia alle donne sul mercato del lavoro e aiuti gli anziani, bisogna attingere alle risorse europee. Finora si è resistito, ma il germe dell'indebolimento è visibile a tutti». Per Gori il Comune può essere la fonte di energia, il soggetto capace di coordinare e attrarre le risorse. Cultura, commercio e turismo sono collegati. «Prima della chiusura, l'Accademia Carrara attirava 6mila visitatori l'anno, 20 al giorno, pochissimo». Da qui le sue priorità. «Favorire una mobilità dolce, costruire più parcheggi. O siamo un polo di attrazione o perdiamo la nostra occasione».