La presidente del Gruppo Terziario Donna di Ascom Bergamo: “Dopo i 40 anni c’è un calo naturale delle imprese in ‘rosa’ perché si fa fatica a portare avanti l’attività imprenditoriale con il ‘lavoro’ di mamma”
L’8 marzo è la giornata internazionale della donna: una ricorrenza che nasce da un fatto storico (in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York nei primi del ‘900) e che nel tempo è diventata una festa vera e propria che ogni anno porta a chiedersi a che punto siamo lungo la strada della libertà e della parità di genere: nella vita privata, nel mondo del lavoro e in quello di chi fa impresa come Alessandra Cereda di MobilCereda di Zanica, presidente del Gruppo Terziario Donna di Ascom Bergamo Confcommercio, il Gruppo rappresentativo delle imprenditrici associate a Confcommercio-Imprese per l’Italia, operanti nei settori del commercio, del turismo, dei servizi, delle Pmi e nelle professioni.
Bergamo e imprenditoria femminile: il settore del commercio, pubblici esercizi, ristorazione può ritenersi soddisfatto?
Possiamo dire di si. I dati del 2020 sono confortanti: su oltre 1.100 nuove imprese, il 37% è a conduzione femminile. I settori più coinvolti sono il commercio (non alimentare), i servizi, la somministrazione e la ricettività. Tutti settori che offrono nuovi stimoli legati anche alle innovazioni tecnologiche, alla comunicazione e al mondo del web.
Sempre più donne imprenditrici quindi?
Si possiamo migliorare e servono misure specifiche e aiuti che consentano di conciliare impresa, lavoro e famiglia. Non a caso le imprese “rosa” sono guidate soprattutto da under 40, poi avviene un calo naturale perché si fa fatica a conciliare l’attività imprenditoriale con il ‘lavoro’ di mamma. Questo è un freno non solo all’indipendenza femmine ma anche all’economia in generale.
Una leadership femminile è diversa sa quella maschile?
No, abbiamo le stesse opportunità. E quindi non c’è differenza.
Ha mai avuto, nel corso della sua carriera, la sensazione di avere avuto meno opportunità perché donna?
Non mi è mai successo e nel mio settore non ho mai notato grosse differenze. Onestamente, bisogna anche un po’ staccarsi da questa idea che noi donne siamo penalizzate e che non abbiamo opportunità. Basta fare le vittime. Possiamo realizzare i nostri sogni e i nostri obiettivi perché abbiamo le stesse difficoltà che hanno gli uomini nel dirigere un’impresa. Le opportunità le abbiamo conquistate, ottenute e ora tocca a noi.
Nel fare impresa le soft skill sono asset determinanti. Quali sono quelle che una donna può vantare?
Abbiamo sicuramente più resistenza, spirito di adattamento e capacità di multitasking, che sono tra le skill più richieste oggi sul mercato.
Mercato che però non sorride da un punto di vista occupazionale…
Si purtroppo nel 2020 abbiamo perso 444mila posti di lavoro di cui 312mila di donne. Il Governo è intervenuto per il sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile con il Fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile che comprende azioni rivolte non solo a madri, ma anche a lavoratrici e imprenditrici, oltre a misure di accompagnamento (mentoring, supporto tecnico- gestionale, misure per la conciliazione vita-lavoro, ecc.), campagne di comunicazione multimediali ed eventi e azioni di monitoraggio e di valutazione.
In cosa consiste il Fondo a sostegno dell’impresa femminile?
Con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, il Fondo prevede il finanziamento di iniziative imprenditoriali e di azioni di promozione dei valori dell’imprenditoria tra la popolazione femminile. È stato istituito anche il Comitato Impresa Donna che ha il compito di attualizzare le linee di indirizzo per l’utilizzo delle risorse del Fondo e formulare raccomandazioni sui temi della presenza femminile nell’impresa e nell’economia.
Tutti temi già al centro delle iniziative del Gruppo Terziario Donna…
Si nel 2019 abbiamo promosso il progetto “Madre e figlia. L’impresa donna tra le generazioni” che valorizza l’imprenditoria femminile nelle attività di tradizione familiare, attraverso il racconto di madri e figlie che si trovano ogni giorno a lavorare insieme. Un video racconta a trenta voci, con quindici mamme e quindici figlie imprenditrici nei diversi settori del terziario, il valore delle attività familiari, tra sacrifici, soddisfazioni, emozioni, supporto e inevitabili discussioni, come accade quando si lavora spalla a spalla. Dal bancone del bar al panificio, dall’hotel al ristorante, dall’armeria alla società di edizioni musicali, dalla salumeria al negozio di abbigliamento, due generazioni a confronto si misurano con l’amore per il proprio lavoro e un universo di sentimenti, spesso contrastanti. Il video con le interviste è pubblicato sul portale dedicato dimadreinfiglia.
Per concludere, che consiglio darebbe a una giovane donna?
Di provarci senza timore. E di non rinunciare mai a mettersi in gioco.