Nei primi giorni del nuovo anno, quattro presidenti delle principali associazioni di categoria bergamasche tirano le somme di un 2013 difficile e guardano al 2014 con le necessarie cautele, ma non senza un briciolo di ottimismo. Lavoro e ripresa dei consumi sono i temi al centro dell’attenzione di ogni impresa e delle associazioni che le rappresentano. Nella capitale dell’edilizia messa in ginocchio dalla crisi si attende una ripartenza dalla casa, affrontando la questione da ogni punto di vista, senza trascurarne l’importanza sociale.
Paolo Malvestiti / Ascom e Camera di Commercio
«Expo può essere la svolta per il nostro territorio»
«La discesa in picchiata sembra essersi fermata, anche perché la sensazione era quella di aver raschiato il fondo – esordisce il presidente dell’Ascom e della Camera di Commercio Paolo Malvestiti -. La conferma arriva dai dati dell’ultimo quadrimestre, all’insegna della stabilità: il crollo inesorabile degli ultimi tre anni si è arrestato e a dicembre sono arrivati segni, anche se timidi, di una piccola ripresa». I primi mesi dell’anno sono un cruciale banco di prova per le imprese: «Il primo appuntamento di importanza vitale è quello con i saldi. Gli sconti elevati proposti nei negozi, con tagli ai prezzi di cartellino tra il 30 e il 40%, e la professionalità degli operatori sono un segno significativo della volontà di mettercela tutta per dare una mossa alla ripresa. Non è certo il massimo per il commercio affidarsi alla buona sorte dei saldi, ma il contesto in cui le imprese si trovano ad operare è davvero difficile e gli imprenditori stanno investendo ogni energia possibile».
Al nuovo anno Malvestiti chiede una svolta nella gestione della cosa pubblica: «Dallo Stato devono arrivare segnali forti, che attendiamo sin da troppo tempo – rimarca -. Ci aspettiamo una svolta del governo all’insegna di una riappropriazione della credibilità e di una maggiore attenzione alla progettazione e alla programmazione. Solo così si crea un contesto favorevole, che possa essere da stimolo ad una ripresa dei consumi». L’instabilità politica affossa tutto. Gli scenari di nuovi aumenti non fanno certo partire il 2014 con il piede giusto, ma, sottolinea Malvestiti, non è tempo di piagnistei: «Non serve a nulla guardare indietro, non bisogna fare altro che reagire e mettere in campo tutta la determinazione e la volontà possibile. Ognuno però deve fare la sua parte e il governo deve venire incontro alle imprese che hanno dato sinora prova della loro tenacia e della loro capacità di fare sacrifici». Il 2014 è anche l’anno decisivo per prepararsi ad Expo: «Sono fermamente convinto che l’Esposizione Universale possa rappresentare una svolta per il nostro territorio. Bergamo si misurerà presto con l’Expo, ospitando a fine febbraio in Fiera 350 delegati provenienti dai 70 Paesi cluster. È una chance fondamentale per tessere relazioni e per promuovere il nostro territorio, valorizzando il nostro patrimonio culturale e artistico, le nostre strutture ricettive e ristoranti e pubblici esercizi. Grazie alla regia della Camera di Commercio in stretto raccordo con le istituzioni e con Turismo Bergamo il nostro territorio attiverà una forte campagna di promozione. Le imprese bergamasche si prepareranno ad affrontare il grande evento tutto dedicato all’agroalimentare che si svolgerà al Kilometro Rosso». Strategie e risorse sono concentrate già sul 2015 e sulla preparazione ad Expo: «L’innovazione e l’internazionalizzazione continueranno a guidare anche per il 2014 l’associazione che, grazie al contributo dell’azienda speciale della Camera di Commercio, Bergamo Sviluppo, accompagnerà le imprese nella loro evoluzione per stare al passo con i tempi».
Angelo Carrara / Confartigianato Bergamo
«Il sistema-casa ha bisogno di una nuova visione»
«Non si può avere una ripresa se non ci sono programmazione e orientamento politico. La politica non è mai stata così lontana dal mondo reale e questa distanza non ha fatto che provocare anno dopo anno danni al nostro Paese. Quando vado all’estero per lavoro percepisco chiaramente la differenza di visione, strategia e progettazione tra il nostro Paese e il resto del mondo. È un gap che fa partire le nostre imprese in svantaggio con i competitor stranieri. La nostra zavorra di imposizioni fiscali, burocrazia e cavilli pesa più delle difficoltà congiunturali». È il pensiero del presidente di Confartigianato Bergamo Angelo Carrara, che ricorda come il 2013 abbia messo in ginocchio tante imprese: «Il nostro mercato interno è sempre stato legato all’auto e alla casa, due settori che sembrano arrivati al capolinea, con una contrazione senza precedenti. Il 56% delle imprese dell’artigianato sono legate al settore della casa e delle costruzioni. Ora servirebbe una politica che aiuti il sistema casa ad uscire dall’impasse». La proroga degli incentivi per le ristrutturazioni non basta: «È un ottimo provvedimento, ma servirebbe un ulteriore sforzo per mettere a sistema le modalità di operare nel settore. Il mercato basato sugli incentivi alla lunga non funziona, serve dare una direzione e una visione al settore che possa rappresentare un volano per l’economia».
La sensazione è quella di essere arrivati in un punto di non ritorno: «Abbiamo toccato il fondo e quindi tutto ciò che verrà non potrà forse che essere meglio. La selezione tra le imprese non è mai stata così forte, ma la crisi offre agli imprenditori più reattivi anche nuovi sbocchi e occasioni. Ci sono aziende che operano nello stesso settore che hanno sorti molto diverse; ad avere la meglio sono sempre le imprese che hanno mostrato di avere una visione e di programmare la loro attività, attrezzandosi al meglio ad affrontare un mondo che cambia. È l’ennesima dimostrazione che serve uno sforzo per rimettersi in gioco ed alzare la testa, guardando oltre i problemi». Non mancano gli auguri di rito: «Per non smentire la nostra proverbiale cultura del fare, auguro a tutti meno parole e più azioni. L’augurio è che ogni imprenditore possa mettere da parte la negatività e sappia rimboccarsi le maniche per difendere ciò che ha e costruire nuove opportunità. Il modo migliore per resistere è investire nel cambiamento, per questo spero che ogni imprenditore sappia sfruttare al meglio ogni sfida e opportunità che ci viene offerta».
Giuseppe Guerini / Confcooperative e Imprese & Territorio
«Un nuovo modello di welfare
e housing sociale le sfide per il futuro»
«Il 2013 è stato un anno molto difficile per il sistema imprenditoriale e per le cooperative, in particolar modo quelle legate all’edilizia. Anche le cooperative di consumo sono state messe a dura prova da una crisi che va al di là dei numeri», commenta il presidente di Confcooperative Giuseppe Guerini, attualmente alla guida anche del Comitato unitario Imprese & Territorio.
Nonostante tutto il sistema delle cooperative si è dimostrato un modello di gestione vincente: «Le cooperative hanno una maggiore capacità di tenuta rispetto ad altre forme di impresa: in controtendenza con gli ultimi cinque anni il saldo è infatti positivo, come il dato relativo all’occupazione. Le cooperative rappresentano di fatto un modello economico che non fa pagare il prezzo più alto della crisi ai lavoratori». La crescita delle cooperative sociali impone un nuovo modello di welfare, che rappresenta la vera sfida per il futuro: «Nel corso del semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea, Confcooperative sta concentrando gli sforzi attorno ad un grande evento organizzato a Milano che intende gettare le basi per un nuovo modello di welfare di respiro europeo», anticipa Guerini, che è membro del Comitato Economico Sociale Europeo di Bruxelles. Per ripartire bisognerà tornare alle origini di Confcooperative, affrontando il tema della casa: «La domanda di abitazione non è mai stata così elevata e il mercato immobiliare è fermo. Il tema dell’housing sociale è tutto da sviluppare. Le politiche della casa devono essere al centro dell’attenzione di tutti». Ed è auspicabile una nuova evoluzione al passo coi tempi sul fronte socio-sanitario: «Grazie all’azione di Confcooperative e alla sensibilità del Governo Letta sono stati scongiurati gli aumenti Iva relativi alle prestazioni socio sanitarie. La speranza è che le cooperative capitalizzino questo piccolo e grande successo sapendo investire in innovazione». L’augurio per tutti e per le cooperative che operano nel settore è che nel 2014 si registri una ripresa dei consumi. «È questo l’indicatore fondamentale del benessere generale che racchiude e regge tutto» sottolinea Guerini. Il 2014 è un anno cruciale per molti aspetti: «Dal rinnovo della politica a livello locale con l’appuntamento con le elezioni amministrative al nuovo assetto delle province, alle elezioni europee, il 2014 è un anno da seguire con grande attenzione, anche sul fronte del credito».
Ercole Galizzi / Confindustria Bergamo
«In primo piano le politiche attive del lavoro»
«Il 2013 si è chiuso con un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni, contraddistinti da un’inesorabile caduta. Il dato è positivo e l’augurio per il 2014 è che questo cambio di rotta possa proseguire e consolidarsi. Ora non resta che stare a vedere come sarà il nuovo anno: i centri studi indicano un indice di crescita del Pil che oscilla tra punti compresi tra lo 0,4 e lo 0,8. Lo zero davanti continua a preoccupare, specialmente considerando le perdite registrate negli ultimi anni» commenta Ercole Galizzi, presidente di Confindustria Bergamo. L’obiettivo per il 2014 è incentrato al recupero della produttività: «L’indicatore da tenere in maggiore considerazione e sotto controllo è senza dubbio il Clup, il costo del lavoro per unità di prodotto. L’indice è sempre negativo, ma in Germania, ad esempio, il dato è in miglioramento e racchiude la competitività del sistema. Le manovre finanziarie hanno stabilizzato una situazione precaria e la speranza è che questi sforzi trovino presto una risposta nella riduzione dello spread. Le risorse vanno destinate alla competitività delle imprese per poter così avere ripercussioni positive nel mondo del lavoro».
Il consumo interno rappresenta un asset fondamentale. «Negli ultimi anni l’export ha mitigato la crescita negativa del Pil, ma la ripartenza dei consumi interni è un fattore imprescindibile per una ripresa solida e duratura nel tempo. Non ci si inventa esportatori dall’oggi all’indomani e in questo momento l’export riserva rischi elevati, con investimenti importanti di risorse e competenze. L’export non può essere l’unico traino per le imprese, bisogna guardare al nostro Paese. Purtroppo in Italia la burocrazia è, se possibile, ancora più soffocante e i quattro livelli di amministrazione, Comune, Provincia, Regione e Stato, rappresentano un fardello pesante per ogni impresa». Dalla politica si attende un cambiamento: «La nuova classe politica dovrà affrontare questioni importanti e provare a traghettarci fuori dalle sabbie mobili. Non dobbiamo farci illusioni: il mondo tra tre o quattro anni sarà diverso da quello che conoscevamo. Mentre il commercio mondiale sarà cresciuto del 4-5%, l'Italia è ferma e saremo noi ad inseguire gli altri». Gli ingredienti della ricetta di Confindustria – Innovazione, Internazionalizzazione, Capitalizzazione – restano i pilastri della competitività necessaria ad ogni impresa, ma il tema del lavoro è sopra tutto: «Al centro della nostra attenzione ci sono accordi per favorire una nuova occupazione giovanile e la promozione di politiche attive del lavoro, in un sistema che purtroppo finora ha puntato su politiche passive. Anche i rapporti con la pubblica amministrazione e tutto ciò che ne consegue rientrano nelle sfide prioritarie di quest'anno». La speranza è che l’apertura del sistema scuola al lavoro dia presto importanti risultati e porti a benefici occupazionali. «Nel 2015 avremo i primi risultati in termini di benefici occupazionali, per ora non resta che salutare con favore percorsi formativi più rispondenti alle esigenze occupazionali». Nonostante le difficoltà, non mancano gli auguri di rito: «Spero che il 2014 porti ad ogni imprenditore e ad ogni lavoratore una maggiore serenità e fiducia».