HeidelbergCement, Bergamo rimarrà la sede italiana di Italcementi. Ma gli esuberi saranno 260

HeidelbergCement, Bergamo rimarrà la sede italiana di Italcementi. Ma gli esuberi saranno 260

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HeidelbergCement ha annunciato oggi il progetto di riorganizzazione delle attività italiane di Italcementi. Lo scorso 28 luglio, il gruppo tedesco ha siglato un accordo per l’acquisizione del 45% di Italcementi da Italmobiliare, la holding della famiglia Pesenti che diventerà azionista significativo della nuova entità. Il processo di integrazione, che è ancora in attesa dell’approvazione da parte delle autorità competenti (CE e FTC), entra ora in una nuova fase con l’annuncio della rivisitazione dell’organizzazione in Italia, che ha il doppio scopo di preservare la lunga tradizione industriale di Italcementi e della sua storia e, al tempo stesso, di procedere ad una razionalizzazione di alcune funzioni ed attività.

ItalcementiIl piano presentato a Bergamo da Bernd Scheifele, CEO di HeidelbergCement, prevede il mantenimento dell’intera struttura industriale in Italia e del brand Italcementi, in linea con le politiche del Gruppo di conservare le specifiche identità locali delle società controllate. Inoltre HeidelbergCement si avvarrà del management locale alla guida delle operazioni in Italia, rafforzando le competenze altamente qualificate di R&D che da sempre caratterizzano Italcementi. A tal fine, l’i.Lab di Bergamo – che rimarrà l’headquarter italiano – diventerà sede della divisione di R&D di prodotto di tutto il Gruppo. Nell’ottica di razionalizzare l’operatività dell’organizzazione di tutto il Gruppo e conseguentemente alla scelta strategica di HeidelbergCement di non dotarsi di headquarter sub-regionali, alcune funzioni di staff ed amministrative verranno accentrate ad Heidelberg.

Nel dettaglio, il piano – da completarsi entro il 2020 – prevede la ri-allocazione in altre sedi all’interno del Gruppo per circa 170 persone. Eventuali esuberi a Bergamo – prevedibili tra le 230 e le 260 unità – verranno gestiti attraverso lo strumento della Cassa Integrazione, che non sarà ampliata rispetto ai numeri stabiliti dalla procedura già concordata da Italcementi con le competenti autorità. Inoltre, verranno negoziati con i sindacati specifici accordi di uscita anticipata. Al termine del periodo di transizione, nel 2020, circa 210-250 persone rimarranno nella sede di Bergamo.  “Questo progetto permetterà l’integrazione di due dei leader globali del settore, che nella loro storia condividono una solida tradizione di cultura industriale, straordinarie capacità innovative e una forte leadership nei rispettivi mercati di riferimento – commenta Bernd Scheifele, CEO di HeidelbergCement -. In linea con il nostro motto ‘all business is local’ è per noi importante preservare la forza di Italcementi e le competenze professionali che ne hanno assicurato il successo in Italia e all’estero. Sono certo che riusciremo a raggiungere l’obiettivo dei 400 milioni di euro di sinergie, riportando alla redditività Italcementi attraverso miglioramenti della struttura operativa, snellimento organizzativo e sfruttando i vantaggi della nuova entità complessiva”.

L’intero iter di fusione per integrazione di Italcementi è sottoposto all’approvazione delle autorità competenti. Lo scorso 1° aprile HeidelbergCement ha depositato presso la Commissione Europea il progetto di fusione. Al fine di risolvere i potenziali problemi di concorrenza, HeidelbergCement proporrà alle autorità Antitrust la cessione degli asset in Belgio del gruppo italiano, che sono detenuti sostanzialmente da Compagnie des Ciments Belges. La cessione proposta eliminerebbe, in Belgio e nei Paesi Bassi, tutte le sovrapposizioni derivanti dall’integrazione dei due gruppi. A tal fine, il processo è già stato avviato ed è stato dato specifico mandato di gestione a BNP Paribas. Notevole interesse è già stato manifestato per l’acquisizione di tali attività. Il processo di cessione sarà realizzato nel quadro di un continuo confronto con i dipendenti e le parti sociali. HeidelbergCement prevede che il closing dell’operazione di acquisizione del 45% di Italcementi possa essere finalizzato all’inizio del mese di luglio 2016, previa autorizzazione da parte delle autorità Antitrust in Europa e negli Stati Uniti. L’implementazione effettiva del piano di integrazione avrà inizio immediatamente dopo il closing.

Il sindaco Gori

Nel comunicato di Heidelberg ci sono alcune buone notizie e alcune pessime notizie. Adesso sta alla politica fare in modo che queste ultime possano migliorare” è il primo commento del Sindaco di Bergamo Giorgio Gori di fronte all’annuncio del piano di riorganizzazione delle attività italiane di Italcementi. “Le buone notizie – prosegue Gori – sono la conferma della struttura industriale italiana – che garantisce l’impianto di Calusco – , il mantenimento del Quartier generale delle operazioni italiane e la valorizzazione delle competenze di Ricerca e Sviluppo dell’I-Lab. Quelle cattive, come temevamo, riguardano invece le funzioni “corporate” e i dipendenti del Centro Tecnico di Gruppo, che Heidelberg pensa di spostare in Turchia”. “E’ un dato di fatto che queste decisioni sono state assunte dal Gruppo tedesco senza alcun confronto con le istituzioni italiane. Adesso è il momento che anche queste ultime entrino in partita. Ho infatti la convinzione che il quadro descritto da Heidelberg possa essere migliorato, se il Governo italiano farà compiutamente la sua parte. Il CTG contiene competenze tecniche di grande valore, e tra gli stessi lavoratori dell’area “corporate” vi sono valori professionali da tutelare. E’ positivo che si sia previsto un periodo di transizione esteso fino al 2020, ma l’obiettivo dev’essere a questo punto la riduzione degli esuberi. Anche per questo è importante che venga al più presto nominato il nuovo Ministro dello Sviluppo Economico. Il Comune di Bergamo – conclude il Sindaco di Bergamo – sarà a fianco delle altre istituzioni del territorio e della rappresentanza parlamentare per ottenere la massima attenzione e determinazione da parte dell’esecutivo”.

Il Pd

Per i deputati Pd Antonio Misiani, Giovanni Sanga, Elena Carnevali e Giuseppe Guerini “quanto reso noto da Heidelberg è inaccettabile nel merito e irrispettoso nei confronti delle istituzioni italiane. Ci siamo immediatamente attivati nei confronti del governo per la convocazione nei tempi più rapidi di un tavolo di confronto in sede ministeriale con HeidelbergCement e le organizzazioni sindacali”.

 

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