Index Research ha espresso il proprio giudizio. Detto così, e considerato che praticamente nessuno sa cosa diavolo sia Index Research, immagino penserete ad una di quelle agenzie di rating che, di tanto in tanto, ci riempiono di AAA, BBB, CCC, e delle quali, nella vita reale, non importa nulla a nessuno. Niente di più sbagliato: dietro il nome esotico, si nasconde un istituto di ricerche demoscopiche, utilizzato da La 7 per inchieste, sondaggi e simili passatempi televisivi. Questa volta, la materia d’indagine era, per noialtri, tutt’altro che peregrina, perché riguardava in prima persona il nostro sindaco, che, alla luce dei risultati di Index Research è risultato essere il più amato dagli Italiani, o, perlomeno, dai propri concittadini, con un portentoso 62,6% di gradimento. Ora, vi confesso di non essere esattamente edotto sul funzionamento di questi sondaggi e di non sentirmela di importunare il caro Nando Pagnoncelli per domandargli lumi in proposito: presumo, tuttavia, che si basino su delle telefonate ad un campione significativo di popolazione.
A me, personalmente o a qualcuno dei miei conoscenti, nessuno ha chiesto nulla, ma non ho ragione di dubitare che un congruo manipolo di bergamaschi sia stato contattato ed abbia espresso un parere positivo su Gori e sul suo operato. Io, se permettete, sfruttando l’indubbio vantaggio di detenere una rubrichetta su di un vetusto ed onorevole giornale, il mio parere l’esprimo qui. Per cominciare, devo premettere, per onestà, che, nonostante una disparità ideologica che rasenta l’antipodo, Gori, a suo tempo, l’ho votato: anche per questo mi sento autorizzato a commentarne il successo demoscopico. Distinguerei almeno tre voci, dovendo analizzare il suo operato da sindaco: valore, idee ed azioni. Sul valore non ho dubbi: lo conosco bene e so che è persona che vale parecchio. Anzi, vi dirò che, secondo me, è uno che vale più di quel che appare, anche se sono sicuro che molti di voi penseranno: ma come, se è uno che ha costruito sull’apparire la sua fortuna? Gori è tutt’altro che un fesso vanesio, costruito ad arte da uno spin doctor e da un tecnico dell’immagine: è persona, semmai, contraddittoria, diviso com’è tra la lotta per la vittoria ed un fondo di umanitarismo utopico ottocentesco. Immaginatevi un Proudhon che diriga la Chase Manhattan Bank: ecco, ho in mente qualcosa del genere. Ma, quanto a valore, credetemi, non si discute.
Magari, possiamo discutere sulle idee: alcune sono sue, altre nascono da una sintesi di molteplici sistemi ed altre, infine, sono altrui. Molte di queste idee, come quella dell’identità turistica di Bergamo, dello Stimmung orobico, di una visione un tantino millenaristica ma suggestiva della nostra città, mi trovano d’accordo. Altre le avrei addirittura esasperate: l’operazione piste ciclabili, ad esempio, è una bella incompiuta. Altre, come l’invenzione di happenings un po’ fighetti in Città Alta o come certe sbrodolate iniziali su accoglienza ed immigrazione (che, per fortuna, sulla scorta della dura realtà, ha ben bene corretto al ribasso), mi hanno decisamente lasciato perplesso. Ma ognuno ha le sue, di idee: mica posso bocciare un sindaco perché la pensa diversamente da me sul vagabondaggio panchinaro. O forse sì, ma non è questo il punto. Il punto, nel caso specifico di Gori e della sua amministrazione, sono le azioni. Anche qui, machiavellicamente, distinguerei tra azioni compiute, incompiute ed annunciate, oltre che tra azioni direttamente ascrivibili al sindaco o farina del sacco di suoi assessori, che lui abbia semplicemente avallato. Le azioni compiute sono abbastanza limitate, ma questo trova giustificazione anche nel poco tempo a disposizione per mettere in campo certi progetti di più ampio respiro: per quel poco che si è visto, il mio giudizio è, tutto sommato, positivo.
Noto una certa tensione al fare e al voler affrontare alcuni snodi, come la Montelungo o Astino, che potrebbero influenzare non poco il benessere dei cittadini di domani. Le azioni incompiute riguardano operazioni strutturali, e anche qui darei tempo al tempo: Roma non è stata fatta in un giorno e anche per Bergamo ventiquattr’ore mi sembrano pochine. Quanto alle azioni annunciate, mi aspetto una ben più decisa svolta verso la vivibilità di questa povera città: il traffico, i trasporti, la logistica sono temi di assoluta priorità e si legano un po’ con tutte le problematiche essenziali per un cittadino, dalla salute al tempo libero. Le note veramente dolenti vengono dalle azioni altrui, che Gori, di riffa o di raffa, ha vidimato col suo sigillo: la ristrutturazione dei servizi demografici e di stato civile, compresa la beffa dei totem che nessuno usa, pare che si stia trasformando in un’emiparesi burocratica. Le attività culturali ed educative, se escludiamo un’idea un po’ provinciale di cultura intesa come pubblico alle mostre, sono abbastanza desolanti. La gestione di Città Alta mi pare, talvolta, à la Billionaire, e così via. Ecco, questa voce, la scelta della squadra di governo, l’avrei inserita in un’indagine demoscopica, così, per curiosità: ottimo pranzo, peccato per i contorni, insomma. Ma, si sa, io sono per gli uomini soli al comando….