Secondo l’ente Bergamaschi nel Mondo, sarebbero almeno duemila i “frontalieri” bergamaschi, lavoratori cioè che settimanalmente, se non quotidianamente, raggiungono il Canton Ticino per esercitare una qualsiasi professione: camerieri e muratori, per lo più, ma anche impiegati, tecnici e commessi. Saranno presto tra le prime vittime del referendum che i vicini Svizzeri hanno approvato e che prevede limitazioni serie all’ingresso di stranieri. Con lo slogan “prima i nostri”, infatti, si tende a frenare il flusso degli oltre 60mila italiani che ogni giorno attraversano il confine per andare a lavorare. Il testo, promosso dal partito di destra Udc e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi, intende ancorare nella Costituzione ticinese la “preferenza indigena” al momento dell’assunzione e chiede alle autorità del Cantone di garantire che sul mercato del lavoro ticinese “venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio”.
“La scelta anti-italiana del Ticino non risponde ad una scelta razionale ma emotiva ed ideologica, l’ideologia della chiusura nazionalista, dei muri contro lo straniero a prescindere’”, dice Giacomo Meloni, segretario provinciale della CISL di Bergamo. “Tra l’altro – insiste – una scelta antistorica. Ogni anno cresce il numero degli italiani che fanno le valigie e si trasferiscono all’estero”. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, con una crescita del 7,6% rispetto al 2013. Sono partiti soprattutto dal Nord Italia e per 14.270 di loro la meta preferita è stata la Germania. A seguire il Regno Unito dove si sono trasferiti in 13.425. Tra le mete preferite dagli italiani, la Svizzera è stata scelta da 11.092 emigranti. Secondo il rapporto tra i laureati negli ultimi anni il fenomeno dell’emigrazione per ragioni lavorative è tendenzialmente in crescita. Secondo i dati nella ricerca del lavoro, il titolo di studio posseduto risulta più efficace per chi si è trasferito all’estero. In aumento anche i liceali che trascorrono un anno di studio all’estero.
Al primo gennaio 2015 sono in tutto 4.636.647 gli iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (Aire), il 3,3% in più rispetto all’anno precedente. Il 51,4% di loro è di origine meridionale, con un primato della Sicilia che conta 713.483 persone che hanno lasciato l’isola. Negli ultimi anni però anche chi viene dal Nord ha iniziato a preparare le valigie, tanto che tra i connazionali espatriati nel 2014, la maggior parte proviene dalla Lombardia, precisamente 18.425.