Distretti, Bergamo fa scuola e con Perugia si guarda al futuro

Distretti, Bergamo fa scuola e con Perugia si guarda al futuro

Al via il progetto sperimentale biennale con Università e istituzioni, attraverso il monitoraggio dei flussi con la piattaforma Cities

Contrastare la desertificazione commerciale, avviare percorsi strutturati di rigenerazione urbana, incrociare politiche commerciali e turistiche, attraverso dati e competenze condivise, per potenziarne gli effetti positivi sull’economia delle città. Sono questi gli obiettivi del progetto “Distretti del commercio: il futuro delle nostre città”, presentato il 15 settembre a Perugia nella Sala Partecipazione della Regione Umbria, in una conferenza stampa congiunta di Confcommercio Perugia e Confcommercio Bergamo.

Sostenuto da Confcommercio Imprese per l’Italia e realizzato in collaborazione con le Università di Perugia e di Bergamo, il progetto ha un percorso biennale che porterà le due città – distanti geograficamente, ma accomunate da una struttura urbana simile e da sfide identiche – a lavorare insieme per valorizzare i Distretti Urbani del Commercio.

I Distretti non sono soltanto uno strumento economico – ha dichiarato Michele Biselli, presidente Confcommercio Perugia e comprensorio – ma rappresentano un’occasione straordinaria per riportare vitalità nei centri storici, restituendo spazi vivi e attrattivi alle comunità. Perugia vuole partire subito con un modello innovativo, integrando le migliori esperienze già maturate a Bergamo e l’innovazione del progetto nazionale Confcommercio Cities che ci mette a disposizione uno strumento straordinario, la piattaforma Cities Mobility Analitycs, per raccogliere ed analizzare i dati relativi ai visitatori di un dato territorio per trasformarli in informazioni utili alla definizione di politiche e azioni adeguate alle necessità di imprese e cittadini. La collaborazione con Bergamo e con il mondo universitario, la sinergia con le amministrazioni locali, ci permetteranno di partire presto anche in Umbria con i Distretti del commercio, unendo esperienza, nuove competenze e nuove tecnologie per dare al nostro territorio un futuro più competitivo e sostenibile”.

C’è un elemento importante che accomuna le nostre due città: il desiderio di portare sviluppo nei reciproci territori attraverso la salvaguardia e la rivitalizzazione del commercio tradizionale, cuore pulsante dei centri storici- sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente Confcommercio Bergamo-.  Per far ciò abbiamo tra le mani uno strumento importante ed efficace: il distretto del commercio, che, secondo una logica di sussidiarietà, rappresenta una delle poche leve in ottica di supporto al commercio di vicinato. Il prossimo anno ricorrono vent’anni dal nostro primo educational internazionale organizzato da Regione Lombardia alla ricerca all’estero di un modello di gestione dei centri storici. Da questi viaggi e dalle esperienze incontrate è nato il Distretto Urbano del Commercio di Bergamo, il cui debutto è avvenuto nel 2008. Oggi, dopo quasi vent’anni, il nostro distretto guarda al futuro grazie alla collaborazione con Perugia e a questo progetto strategico condiviso. L’integrazione del sistema di monitoraggio dei flussi, attraverso le celle telefoniche, è la componente più innovativa. L’analisi di questi risultati può costituire una nuova bussola per indirizzare gli sforzi in chiave di promozione dei centri città. Il lavoro da fare è tanto, ma nello stesso tempo molto stimolante e arricchente. A beneficiarne positivamente saranno le nostre città, i nostri territori, chi li abita o li visita e soprattutto le nostre imprese del terziario”.

L’assessore al commercio del Comune di Perugia Andrea Stafisso ha sottolineato l’importanza della condivisione di idee e progettualità: “Un arricchimento per la nostra città e le nostre imprese. L’accessibilità della nostra città non sarà mai un fattore attrattivo, ma una peculiarità sì. Abbiamo da sempre numeri interessanti di turisti e visitatori, oltre a una città universitaria: il monitoraggio dei flussi ci indicherà strategie, mentre la condivisione di progettualità e idee arricchirà entrambe le città, simili per conformazione, ma diverse per vocazione”.  

Il distretto del commercio rappresenta un laboratorio di idee e un’importante sede di confronto tra istituzioni e associazioni- ha sottolineato Sergio Gandi, vicesindaco e assessore al Commercio del Comune di Bergamo-. L’esperienza di visita e shopping nel nostro centro cittadino è migliorata grazie ad eventi e iniziative di forte richiamo, dal Christmas Design allo Sbarazzo, per citarne alcuni. Il progetto di monitoraggio dei flussi ci permetterà di definire strategie puntuali, con un approccio basato su dati ed evidenze, validato dalla collaborazione con le due università”.

Il manager del Distretto di Bergamo-DUC Nicola Viscardi, ha sottolineato con orgoglio l’importanza dell’adozione di questo modello di rete per il rilancio del commercio di vicinato, che la città ha scelto tra le prime in Lombardia: “Con 1400 adesioni su 2200 imprese totali, il distretto tesse relazioni e dialoga con le istituzioni, facendosi portavoce di azioni a tutela del commercio di vicinato. Eventi come Christmas Design sono stati seguiti da 10 milioni di utenti, con un grande richiamo di visitatori e un seguito online da record. Lo Sbarazzo ha portato cento commercianti a esporre fuori dai loro negozi articoli d’occasione, consentendo a migliaia di clienti nuovi , oltre che abituali,  di fare dei veri e propri affari, oltre a gestire nel contempo l’invenduto a magazzino. Ora stiamo lavorando sull’accessibilità del centro, con forme di cashback per il parcheggio e altri incentivi per fare acquisti in centro. Il monitoraggio dei flussi e la collaborazione con le due Università porterà ulteriore innovazione e dati fondamentali per conoscere meglio chi visita, si muove e fa acquisti in centro”. 

Paolo Testa, responsabile del Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio Imprese per l’Italia, ha illustrato la peculiarità della dashboard di Cities, “uno strumento fondamentale nell’era dei dati e della conoscenza data driven per guidare scelte future e pianificare con solide basi azioni future. Un lavoro da costruire con amministrazioni comunali e istituzioni, da cui ci aspettiamo, grazie a Perugia e Bergamo, ottimi risultati”. 

Sono intervenuti anche il professor Fabio Forlani e la professoressa Marina Gigliotti dell’Università di Perugia, la professoressa Daniela Andreini dell’Università di Bergamo e Luca Ferrucci, amministratore Unico di Sviluppumbria.

In particolare Daniela Andreini, direttrice del Dipartimento di Scienze aziendali dell’Università degli studi di Bergamo, ha presentato alcuni degli obiettivi che segneranno la collaborazione con Perugia, con una raccolta dei dati che avrà una prima elaborazione a marzo 2026. “Grazie alla raccolta e sintesi di questi 17 anni di esperienza del Duc Bergamo, con interviste, documenti e analisi, il Duc Bergamo vuole presentarsi come modello di riferimento per la rivitalizzazione del commercio urbano. Andremo così  a definire  gli elementi chiave di un DUC, dagli attori ai processi, agli strumenti operativi, per produrre una guida pratica per supportare la nascita e lo sviluppo di nuovi Distretti del Commercio”.

Al presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni, il compito di tirare le fila dell’incontro, con un augurio di una collaborazione sempre più proficua tra territori, a beneficio di tutte le insegne del commercio di vicinato, che ne rappresentano la storia e la ricchezza.

I Distretti del commercio come strumento di rigenerazione urbana

Il messaggio centrale è chiaro: i Distretti del commercio, come dimostra anche il caso Bergamo, sono uno strumento di rigenerazione urbana e sociale. Grazie alla collaborazione tra pubblico, privato e mondo accademico, i Distretti possono riportare vitalità nei centri storici, ridare funzioni di servizio e socialità ai quartieri, migliorare la qualità dello spazio urbano attraverso progetti condivisi, sostenere il commercio di vicinato come presidio dei centri storici.

Contro la desertificazione commerciale

L’indebolimento del tessuto commerciale delle vie dello shopping non è solo un problema economico, ma un tema di coesione sociale e qualità urbana. I Distretti del commercio – è stato sottolineato durante la conferenza – rappresentano uno degli strumenti più efficaci per contrastare questo fenomeno, perché permettono di fare rete tra commercianti e istituzioni, accedere a risorse e progettualità condivise, ridare funzioni di attrattività alle città medie e piccole, spesso penalizzate rispetto ai grandi poli commerciali.

Perugia e Bergamo: due esperienze a confronto

Perugia, che si sta preparando ad avviare i suoi primi Distretti del commercio dopo la recente legge della Regione Umbria, può contare sull’esperienza consolidata di Bergamo, dove i distretti sono attivi dal 2008 e coinvolgono oltre 150 comuni. Questa collaborazione consente di mettere a fattor comune esperienze, tecnologie e know-how: Bergamo offre il proprio modello di gestione, che ha già prodotto risultati concreti nella rivitalizzazione di molte aree urbane; Perugia potrà partire subito con un approccio innovativo, integrando strumenti come il progetto nazionale Confcommercio Cities, che permette di analizzare i flussi di visitatori e cittadini con dashboard digitali avanzate.

Innovazione e dati al servizio delle città

Il monitoraggio dei flussi porta ad un innalzamento delle competenze che permetterà di programmare iniziative e investimenti basandosi su dati reali (data driven) e non solo su percezioni; collegare le politiche commerciali e turistiche, in quanto leva fondamentale per il rilancio dei centri storici; formare nuove figure professionali specializzate in analisi dei dati e sviluppo territoriale, grazie al coinvolgimento delle Università di Perugia e Bergamo.

Le prospettive del progetto

Il progetto Perugia–Bergamo prevede un biennio di attività, tra cui scambi formativi tra i funzionari delle due associazioni e coinvolgimento, attraverso borse di studio, di ricercatori e studenti universitari per analisi dei dati. Confcommercio Bergamo e Perugia si preparano a condividere e acquisire tecnologie, esperienza, competenze per un nuovo modello di sviluppo territoriale, con effetto moltiplicatore a beneficio di entrambe le città