I comuni di Rovetta, Cerete, Fino del Monte, Songavazzo e Onore muovono nuovi passi verso la fusione. Il progetto, iniziato circa due anni e mezzo fa, si avvicina ad entrare nel concreto. Da mesi il gruppo di lavoro e la commissione formata dagli amministratori dei cinque comuni s’incontrano per definirne le modalità e il prossimo anno i cittadini dovrebbero essere chiamati a esprimersi con un referendum.
Il percorso non è stato facile e si è dilungato più del previsto. L’adesione di Cerete in un primo momento era in dubbio e solo dopo un referendum cittadino e l’elezione del nuovo sindaco è diventata convinta e propositiva, mentre Castione della Presolana è uscita dall’Unione dei Comuni e si è chiamata fuori dalla fusione.
Ora i cinque comuni sono pronti a presentare il progetto, 280 pagine complete di analisi del territorio e dei bilanci. Dice Giuliano Covelli, presidente dell’Unione della Presolana: «Nelle prime settimane dell’anno nuovo verranno fatti degli incontri con le associazioni, gli operatori e le parti sociali per spiegare il progetto. Poi in ogni comune saranno promosse assemblee pubbliche per illustrarlo ai cittadini e raccogliere i loro suggerimenti. A marzo del 2016 il progetto sarà depositato in Regione e la giunta determinerà la data del referendum».
Perché la fusione diventi realtà il referendum dovrà avere la maggioranza in tutti e cinque i comuni, altrimenti si torna punto a capo e si dovrà rimettere mano al progetto. La fusione porterà a un comune unico di circa 8.500 abitanti, con sei-sette località e l’altopiano si dividerà così in tre principali poli amministrativi: il nuovo comune, Clusone e Castione della Presolana, con notevoli vantaggi nel funzionamento degli uffici e un’ottimizzazione delle risorse economiche e sociali, da non sottovalutare.
«I comuni sono vicinissimi e hanno una realtà molto simile, se non uguale – spiega Covelli -. Oggi che i trasferimenti agli enti locali sono ridottissimi, l’Unione dei Comuni non ha più senso. La fusione permetterà di unire i bilanci in uno solo e di realizzare, ad esempio, ogni anno, un’opera pubblica importante in ogni comune, quando oggi il bilancio dei singoli paesi non consente di farlo. Inoltre si potranno ottimizzare le risorse economiche e di personale e dare maggiori servizi ai cittadini».