nella foto: Alberto Brivio
Nonostante le siano stati attribuiti prestigiosi riconoscimenti, Coldiretti Bergamo continua a denunciarne il mancato rispetto degli impegni verso le imprese agricole cui Brebemi ha sottratto terreni o distrutto fabbricati.
Brebemi infatti viene considerata un “modello per l’Europa” ma a distanza di 5 anni dall’inizio dei lavori deve ancora circa 2,5 milioni di euro agli agricoltori per espropri e asservimenti.
“Dei 140 accordi bonari stipulati da parte di oltre 100 aziende nostre associate – spiega il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio – tra proprietari e affittuari sono poco più di 15 gli imprenditori che devono ancora ricevere parte dell’anticipo e sono ben 70 quelli che devono ancora ricevere il saldo. Complessivamente Brebemi deve ancora per gli espropri 2 milioni di euro”.
Ma l’elenco delle inadempienze è ben più corposo. “La situazione è tutt’altro che rosea anche per quanto riguarda gli asservimenti e le occupazioni temporanee, cioè le aree interessate dalle imposizioni di servitù come canali, tubi, ecc. o le aree occupate in modo provvisorio dai cantieri – prosegue Brivio -; per queste voci, infatti, Brebemi deve ancora versare più di 410 mila euro, vale a dire oltre il 40% del totale dovuto”. Inoltre sono ancora fermi al palo i decreti di esproprio riferiti alla totalità della superficie di terreno espropriata alle oltre 100 aziende che fanno riferimento a Coldiretti Bergamo, vale a dire 650mila mq. Questo significa che tutta l’area su cui sono state costruite l’autostrada e le opere connesse fiscalmente risultano ancora di proprietà degli agricoltori, che pur non potendola più coltivare perché già coperta da colate di cemento o asfaltate, devono ancora farsi carico delle tasse che la riguardano, come IMU, IRPEF e Bonifica.
Ed è ancora tutto da definire anche per quanto riguarda le aree interposte, cioè le aree racchiuse tra i tracciati della Brebemi e della Tav, una fascia di terreno non più produttiva, di fatto sequestrata, perché irraggiungibile. La superficie di questa area è di circa 600mila mq e rappresenta un valore di oltre 10 milioni di euro. Per il momento è ancora in carico agli agricoltori che, pur non potendola più coltivare, sono costretti a pagarne le imposte.
“A questo punto è evidente che più di un interrogativo me lo pongo sul project financing – conclude Brivio -. Sono necessarie risposte urgenti, visto che le aziende agricole hanno ad oggi evidenti difficoltà a considerare questa infrastruttura un esempio virtuoso”.