Gli ambientalisti mettono ancora sotto tiro la Brebemi

Gli ambientalisti mettono ancora sotto tiro la Brebemi

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Brebemi - CopiaLegambiente Lombardia contro Brebemi, concessionario del collegamento autostradale tra Milano, Bergamo e Brescia: “Gravi alterazioni dei parametri” alla base della gara di concessione, distorsione della concorrenza e violazione dei principi comunitari, contributo pubblico “riconosciuto passivamente” al concessionario. Legambiente si riferisce alla delibera del Cipe dello scorso 6 agosto che ha dato il via libera a Brebemi per un contributo pubblico di 320 milioni di euro e ha prorogato la concessione di 6 anni, da 19,5 a 25,5. Oltre a dire sì al reinserimento del valore di subentro a fine concessione per 1,205 miliardi. Legambiente ha scritto un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, alla Corte dei Conti, alla presidenza del Consiglio e alla Commissione europea.

La replica di Brebemi

Un riequilibrio finanziario preventivato in sede di convenzione, dovuto a “forze di causa maggiore ed extra costi”. La Brebemi, società che gestisce i 62,1 chilometri di autostrada tra Milano-Brescia, risponde all’esposto di Legambiente Lombardia, contro il via libera del Cipe a un contributo di 320 milioni di euro (260 dallo Stato e 60 dalla Regione Lombardia) e la proroga della concessione di ulteriori 6 anni, oltre al reinserimento del valore di subentro a fine concessione per 1,205 miliardi. “Il riequilibrio del piano economico finanziario di Brebemi è espressamente previsto dalla convenzione unica siglata tra la concedente CAL (50 % Regione Lombardia e 50% ministero delle Infrastrutture) – fa sapere la società – e la società di progetto Brebemi prima che i lavori iniziassero ed era previsto nel bando di gara europeo che la stessa Brebemi si era aggiudicata su concorrenti di levatura mondiale”. Questo riequilibrio è dovuto a “cause di forza maggiore ed extra costi a cui nel primo periodo regolatorio la concessionaria ha dovuto far fronte durante la costruzione e che la concedente doveva riequilibrare dopo averne verificato (assieme ad altri organi regionali e statali) la conformità”. A sua discolpa Brebemi ricorda che “sui territori attraversati ha realizzato oltre 600 milioni di opere complementari e compensazione che comuni e province interessate non avrebbero mai potuto realizzare a causa del Patto di Stabilità. Inoltre la fiscalità statale ha avuto vantaggi sia per le imposte che la Brebemi ha già versato, oltre a quelle che verserà, per oltre un miliardo di euro”. “L’intera costruzione dell’asse autostradale e delle opere compensative, ossia un miliardo e novecento milioni più gli interessi per l’intera durata della concessione – continua la società – sono stati totalmente coperti dagli azionisti della Brebemi. L’alternativa al mancato riequilibrio sarebbe il recesso dalla convenzione con il rimborso da parte dello Stato di 2 miliardi e 440 milioni”. Tuttavia, è certo che “per quanto concerne i volumi di traffico, quando l’A35 sarà interamente interconnessa con le opere ancora da realizzare, saranno molto vicini a quelli previsti nel piano economico finanziario”.

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