In provincia di Bergamo gli sfratti hanno raggiunto quota 2700. “Una situazione ormai fuori controllo”, dice Roberto Bertola, segretario generale di Sicet Cisl Bergamo. L’emergenza abitativa, i casi di morosità incolpevole in aumento per la crisi, gli immobili sfitti: sono i tanti aspetti del medesimo problema, la fotografia di un settore che ha bisogno di interventi per far fronte alle difficoltà. In Italia vivono 1,7 milioni di famiglie in affitto che versano in condizioni economiche precarie, e l’incidenza del canone di locazione sul reddito familiare supera oramai il 30%. Queste famiglie rischiano di scivolare verso la morosità con la conseguente marginalizzazione sociale. “Il disagio abitativo è un problema molto più diffuso di quanto non emerga dai dati degli operatori – prosegue Bertola – . Uno dei punti più delicati dell’emergenza casa a Bergamo e provincia è quello legato agli sfratti, per i quali è stato richiesto l’intervento della forza pubblica, I ricorsi presentati sono stati 2.609 e quelli eseguiti nei primi nove mesi del 2016 sono stati 450”.
Un’altra situazione molto delicata, secondo il sindacato degli inquilini della CISL, è quella legata alle domande in “emergenza”, che hanno raggiunto quota 450 contro le 280 del 2015, “con 350 famiglie sfrattate che si sono dovute arrangiare temporaneamente in attesa di una casa popolare. Tra questi, anche nuclei familiari con una persona invalida, per i quali sono stati bloccati i procedimenti istruttori e tutte le assegnazioni, in quanto non ci sono alloggi privi di barriere architettoniche. Il risultato paradossale è che gli invalidi sono diventati i soggetti meno tutelati dal punto di vista del diritto alla casa”. L’anno scorso, al Tribunale di Bergamo sono stati emessi 606 provvedimenti di sfratto (quasi il 26% in meno rispetto al 2014) così suddivise: 577 richieste per morosità, 29 richieste per finita locazione. Le richieste di esecuzione degli sfratti presentate sono state 2609 (+3.16% rispetto al 2014 e un centinaio in meno di quest’anno), mentre gli sfratti eseguiti con l’intervento dell’Ufficiale Giudiziario sono stati 605 (12.04% in più dello scorso anno).
Tutto questo in una situazione in cui l’offerta pubblica di alloggi popolari si attesta attorno alle 200 assegnazioni l’anno, quando le famiglie in graduatoria sono oltre 5mila, e nonostante in tutta la provincia continuino ad esserci quasi 1000 alloggi pubblici sfitti e da rimettere a posto. “Di case da affittare ce ne sono in abbondanza. A Bergamo – lamenta il Sicet provinciale – sono disponibili alloggi già pronti da assegnare, in attesa da più di 5 anni. Basterebbe attivare una seria attività di assegnazione per risolvere una buona parte del disagio. Occorre solamente avvicinare l’offerta di mercato alla domanda, riqualificare gli edifici di edilizia popolare e stimolare la ristrutturazione degli immobili privati rimasti vuoti attraverso accordi comunali di incentivazione o scambio, ai fini di renderli disponibili all’affitto con canoni di locazione calcolati sui redditi reali”. Da questo punto di vista, dice ancora il sindacato, risulta inoltre deficitaria l’esperienza dell’Agenzia Sociale per la locazione, che nonostante porti in dote circa 500mila euro, in poco meno di due anni di attività è riuscita a recuperare solo 15 sfratti per morosità e a stipulare 8 nuovi contratti privati con la formula della garanzia. “Abbiamo sollecitato al tavolo con il Prefetto le amministrazioni comunali a prendere atto della gravissima situazione di emergenza abitativa in cui si trovano centinaia di famiglie bergamasche, ma nulla è cambiato. In questo modo non si va da nessuna parte”, conclude Bertola.