Auto, «ripresa lenta e ancora su valori bassi»

Il mercato italiano dell’auto continua a crescere a doppia cifra: a luglio le immatricolazioni – secondo i dati del Ministero dei Trasporti – sono state 131.489, il 14,54% in più rispetto allo stesso mese del 2014.

Nei primi sette mesi dell’anno le consegne sono state 1.005.409, il 15,19% in più dell’ analogo periodo dell’anno scorso.

Sempre a luglio sono stati registrati 406.614 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +11,59% rispetto al luglio 2014, durante il quale ne furono registrati 364.390.

Il volume globale delle vendite (538.103 autovetture) ha dunque interessato per il 24,44% auto nuove e per il 75,56% auto usate. Nel periodo gennaio-luglio 2015 sono stati registrati 2.690.806 trasferimenti di proprietà, con una variazione di +8,73% rispetto a gennaio-luglio 2014, durante il quale ne furono registrati 2.474.716.

«Il canale privati, in crescita del 20%, conferma l’efficacia delle fortissime azioni promozionali dei mesi scorsi – fa notare l’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere che hanno consentito la costituzione di un robusto portafoglio contratti, andato ora in evasione. Continua il ridimensionamento del canale noleggio (modesto +5,2% in luglio), in particolare a causa del breve termine (-10,4%), dopo il forte incremento del parco dei primi mesi dell’anno ed in attesa di un nuovo impulso stagionale prevedibile con l’avvicinarsi del Giubileo. Il lungo termine, invece, segna un +9,5%, mentre resta stagnante il livello delle vendite a società (+2,9%)».

«Siamo di fronte – afferma il presidente Massimo Nordio –  ad una ripresa lenta e su valori ancora molto bassi per il potenziale del mercato italiano, con una sostituzione tuttora ritardata del parco anziano, vero nodo da sciogliere per una crescita concreta».

«I recenti dati Istat sull’andamento del Pil nel 1° trimestre – prosegue Nordio – hanno confermato, come sottolineiamo da tempo, la centralità e la capacità trainante del settore auto per la crescita del Paese”. L’Istat, infatti, ha evidenziato un incremento del Pil italiano dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, un ritorno, quindi, alla crescita dopo la stabilità registrata a fine 2014. La ripresa, ancora fragile, come osservato dai principali Istituti economici, è stata sostenuta nel 1° trimestre da alcuni fattori contingenti, tra i quali l’andamento del settore automotive, grazie al favorevole trend degli investimenti».

«La dimostrata centralità dell’auto nell’economia del Paese e la necessità di accelerare la sostituzione del parco anziano per risolvere problemi di sicurezza, costo sociale e ambiente, sono i temi che il decisore Pubblico dovrà affrontare in preparazione della Legge di Stabilità, con un piano di vera attenzione alle possibilità di spesa delle famiglie e alla gestione dei costi da parte delle aziende, con pacchetti di riduzione del carico fiscale mirati ed efficaci» conclude il presidente.

In mancanza di interventi strutturali, il mercato auto a fine 2015 esprimerà un livello di immatricolazioni, come stimato da Unrae nei giorni scorsi, da 1.535.000 unità, in crescita del 12,8% e, complice l’esigenza imprescindibile di rinnovo del parco circolante, il 2016 dovrebbe, infine, raggiungere le 1.640.000 vetture immatricolate, in aumento del 6,9%.

«L’anno in corso potrebbe chiudersi a 1.500.000 pezzi. Lo stesso volume consuntivato nel 1980 – è la considerazione di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto -. Si può gioire del fatto che siamo tornati indietro di 35 anni?A nostro avviso no».

Federauto ad ogni modo ritiene positiva la conferma della crescita a doppia cifra anche per il primo mese del II semestre. Segno che probabilmente i volumi del 2014 erano, nonostante la crisi feroce, “incomprimibili”. «Dopo un trend negativo di diversi anni, è legittimo porsi delle domande su quelli che potranno essere gli sviluppi – evidenzia Pavan Bernacchi -. La nostra opinione è che un paio di anni fa abbiamo toccato il fondo del barile e che assisteremo a dei numeri in aumento. E auspichiamo che la crescita, anche se lenta, sarà costante. Per continuare su questa strada timidamente positiva occorre che per l’economia italiana si apra a una fase di vera ripresa che spinga i consumi interni. E che il grande assente, ossia il Governo, a cui non finiremo di rimproverare la latitanza nei confronti del nostro settore, si decida a mettere mano alla fiscalità sull’auto riservandole uno spazio negli annunciati propositi di riforma del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per i fatturati che esprimiamo, per le tasse che paghiamo e per gli occupati della filiera, l’automotive se lo merita».

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