Astino, non solo “movida”. Piace anche la Valle della Biodiversità

Astino, non solo “movida”. Piace anche la Valle della Biodiversità

image_pdfimage_print

In due mesi e mezzo sono stati 13.500 i visitatori della Valle della Biodiversità, la sezione dell’Orto Botanico di Bergamo realizzata ad Astino e aperta al pubblico dallo scorso 14 maggio.

Mentre si accende il dibattito sulla destinazione e l’utilizzo definitivo del prospiciente monastero di Astino, le 1.500 varietà di piante che costituiscono uno dei progetti di punta della “Bergamo per Expo” stanno affermandosi sempre più come una delle attrazioni più interessanti e apprezzate della città.

«Il pubblico della Valle della Biodiversità – spiega Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico – è diverso rispetto a quello della sezione storica di Bergamo Alta: sono ancora pochi gli stranieri, il 5% tra maggio e giugno, ma tra questi, grazie al Cesvi, una delegazione tecnico-politica peruviana e una visita a sorpresa di un importante funzionario di Vitoria (capoluogo della comunità autonoma dei Paesi Baschi in Spagna) a capo di un sorprendente progetto che coniuga urbanistica e biodiversità. Ci siamo quindi anche potuti permettere nuove proposte: per la prima volta abbiamo dei prati a disposizione e questo ci consente di accogliere anche i Centri Ricreativi Estivi cittadini: circa 1.000 tra ragazzini, ragazzine e accompagnatori hanno potuto entrare in contatto e conoscere le centinaia di varietà di piante dello spazio di Astino».

Le statistiche delle presenze dei primi 45 giorni di apertura della Valle dicono che il 50% dei visitatori proviene dalla città di Bergamo, il 35% dalla provincia, il 5% dalla Lombardia, un altro 5% da fuori regione e un altro 5% dall’estero.

Dal mese di settembre avranno inizio le visite delle scuole del territorio: «Sotto i nostri occhi – prosegue Rinaldi – crescono più di 1.500 varietà di piante i cui cicli di crescita sono “reali”, lenti, oltre 200 varietà di pomodori e decine di specie di cetrioli: i visitatori dell’orto imparano così a comprendere il concetto di stagionalità, capiscono cosa la terra offre di mese in mese e apprendono la sorpresa della biodiversità, la necessità di usare il plurale per ogni specie e la povertà dell’offerta quotidiana in commercio. A questo tema stiamo lavorando per realizzare un progetto che dia valore ai corridoi ecologici e alle colture agricole, con l’obiettivo di far capire con immediatezza la ragnatela della vita che si svolge intorno a noi».

Tra i progetti avviati, anche quello partecipato di raccolta dei prodotti della Valle della Biodiversità: nei giorni scorsi sono stati raccolti e venduti oltre 100 kg di pomodori, grazie alla partecipazione e all’attività dei visitatori. Il ricavato della raccolta viene poi interamente utilizzato per l’acquisto di altri semi e piante, per alimentare di continuo il ciclo vitale dell’ orto.

«La Valle della Biodiversità – conclude Rinaldi – è un “museo verde vivo” e ha la necessità di rinnovarsi costantemente: quello che offriamo ai visitatori è quindi uno spazio sempre nuovo, da scoprire e da vivere continuamente».