Continua la crescita del mercato dell’auto. Nel mese di maggio la Motorizzazione ha immatricolato 146.582 autovetture, con una variazione di +10,78% rispetto a maggio 2014, durante il quale ne furono immatricolate 132.313 (nel mese di aprile 2015 sono state invece immatricolate 149.414 autovetture, con una variazione di +24,67% rispetto ad aprile 2014, che ha registrato 119.850 immatricolazioni).
Sempre a maggio sono stati registrati 363.067 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +3,77% rispetto ai 349.883 di maggio 2014 (mentre ad aprile 2015 sono stati registrati 398.746 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +11,39% rispetto ad aprile 2014). Nei primi cinque mesi del 2015 il settore dell’usato ha registrato 1.917.761 trasferimenti di proprietà (+7,29% sullo stesso periodo dello scorso anno).
A maggio 2015 il volume globale delle vendite (509.649 autovetture) ha dunque interessato per il 28,76% auto nuove e per il 71,24% auto usate.
Nonostante un altro mese di crescita a doppia cifra, i rappresentanti dei rivenditori vanno cauti.
«Prosegue quella che consideriamo un’eccezionalità dovuta, dopo l’eclatante risultato registrato ad aprile, alla campagna di rottamazione “fai da te” – è il commento del presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi -. Ma devo avvertire che a maggio abbiamo assistito al dimezzamento della crescita di mercato che passa dal +24,2% di aprile al +10,8%. Questo perché quest’operazione è costata lacrime e sangue alle case e ai concessionari, azzerando i già esigui margini. Ragion per cui non può diventare strutturale e difficilmente a giugno verrà replicata in questa misura. Non essendo e non potendo essere continuativa, il rischio è che la fuga in avanti venga presto riassorbita fino anche ad esaurirsi». «Così come potrebbe accadere per il canale noleggio che aveva sostenuto il mercato nei primi mesi dell’anno per l’effetto combinato della domanda inusuale legata all’Expo e al rinnovo di un parco di auto a noleggio obsoleto e chilometrato», aggiunge. «Senza un’attenzione del Governo quest’onda anomala potrebbe essere destinata a scomparire nel mare facendoci precipitare al mercato asfittico cui siamo abituati dal 2008 ad oggi», osserva Pavan Bernacchi.
Federauto evidenzia che il parco circolante italiano, a causa del lungo periodo di crisi, è progressivamente invecchiato facendo registrare una età media che ha raggiunto i 9,5 anni; le autovetture circolanti con un’anzianità superiore ai 15 anni raggiungono il 27% del totale, con 9.500.000 unità. «Dopo sette anni terribili che hanno portato il 50% dei concessionari a chiudere i battenti e un marchio come Chevrolet a decidere di uscire dal mercato europeo, oggi ci sono i presupposti per la ripresa, e la risposta positiva del mercato dell’auto alla rottamazione “fai da te” ne è la prova. Il contatto diretto con le persone ed il successo di queste iniziative ci ha fatto capire che si puo’ superare l’incertezza ma bisogna fornire stimoli economici ai consumatori, e noi possiamo farlo entro certi limiti. Dopo anni in cui il Governo ha preso a piene mani dall’auto e dagli automobilisti, riteniamo sia giunto il momento di iniziare a pensare a politiche fiscali espansive in grado di imprimere la ripartenza a tutto tondo del mercato automobilistico», conclude Pavan.
«Siamo soddisfatti di come il mercato stia reagendo alle forti azioni commerciali praticate dalle case e dalle loro reti per stimolare il rinnovo del parco anziano» afferma Massimo Nordio, presidente dell’Unrae. «Questi investimenti si sommano a quelli che importanti Case estere hanno recentemente annunciato consolidando la loro presenza e generando nuova occupazione. L’aumento a doppia cifra delle vendite, in particolare nel canale dei privati, è certamente un segnale positivo in uno scenario economico che tuttavia non indica ancora una netta inversione di tendenza. Se restano invariate pressione fiscale e incertezza, non possiamo attenderci che la possibile maggiore domanda di sostituzione del parco anziano venga pienamente sfruttata. Il segmento privati rallenta la propria crescita – continua Nordio – nonostante la spinta commerciale delle case e delle reti, necessariamente limitata nel tempo; se invece lo Stato intervenisse per accelerare il rinnovo del parco obsoleto, potrebbe contare su un maggiore ritorno di Iva, aumento dell’occupazione, miglioramento della sicurezza e dell’ambiente, temi politici di grande sensibilità. Di questo passo in assenza di interventi fiscali di alleggerimento sulle famiglie, come la detraibilità di parte dei costi di acquisto, ci vorranno 20 anni per eliminare l’attuale parco oltre i 15 anni di età. È quindi tempo – chiudeNordio – di dare attenzione alle imprese con la revisione della fiscalità delle auto aziendali, perché una più veloce rotazione delle stesse renderebbe disponibile un usato più fresco capace di contribuire al ringiovanimento del parco».