“In un mercato senza più frontiere è decisiva la capacità di mettere in atto il cambiamento richiesto dal mercato globale, che impone gradi di complessità e di velocità incredibili”. Ha esordito così il presidente di Confindustria Bergamo, Ercole Galizzi, aprendo lunedì scorso i lavori dell’assemblea dei soci, non a caso denominata “Scegliere di cambiare”. All’ex Comital di Nembro, stabilimento acquisito e in fase di rilancio grazie alla Persico, Galizzi, rivolgendosi anche al premier Renzi, seduto in platea, ha rimarcato che “agli imprenditori bergamaschi le sfide non fanno paura”. “Le nostre imprese hanno da tempo scelto di cambiare. Tanto da essere già all’avanguardia per la capacità di combinare sapienza meccanica ed elettronica e da vantare successi ell’automazione dei processi e nell’industrializzare nuovi prodotti ad alto contenuto di informazione”.
Per il presidente, tuttavia, va affrontato il nodo della stagnazione italiana. “La vera svolta – spiega – potrà avvenire solo con la ripartenza del circolo virtuoso degli investimenti che creano occupazione e ampliano il mercato. Ma gli investimenti, come gli imprenditori e i cittadini – ha aggiunto Galizzi -, devono poter trovare condizioni favorevoli, cioè avere fiducia. Considerato il basso costo del denaro, potrebbero essere sufficienti modesti incentivi e recuperare strumenti di sostegno all’acquisto di macchinari e impianti che, nel passato, si sono rivelati efficaci”.
â– L’attrattività di Bergamo
Bergamo ha grandi potenzialità, ha detto Galizzi. E la tenacia e la determinazione hanno portato la dotazione delle infrastrutture per la mobilità a livelli adeguati. “Da qualche anno – precisa il presidente – possiamo vantare anche eccellenze nel campo della formazione. Nel frattempo, con il rovescio finanziario del 2008, tutto il mondo ha finalmente appreso che la manifattura è il fondamento della generazione del valore. Purtroppo non lo hanno capito ancora molti italiani che hanno dimenticato l’origine del loro benessere. Alcune ombre vanno ancora dissolte. E chiedo al Governo di aiutarci in questo".
"È difficile – sottolinea – traguardare lo sviluppo quando un’impresa di proprietà del ministero delle Finanze, le Ferrovie, minaccia ripetutamente di chiudere lo scalo merci. Contestualmente un Comune si oppone alla sua ricollocazione nell’area di pertinenza di una stazione, nonostante sia inserita nelle previsioni del Piano Territoriale. E’ ancor più problematico attrarre investimenti quando sia a Roma che a Milano, e poi nella grande maggioranza dei Comuni, si vuole rendere costosissimo l’uso del suolo greenfield. Intendiamoci bene, proteggere le aree non urbanizzate è una scelta di sostenibilità assolutamente condivisibile in un’area densa come la nostra, ma allora si incentivi il riuso delle aree dismesse”. E poi la stoccata: “La necessità di finanziare la spesa pubblica – ha attaccato Galizzi – ha generato una fiscalità creativa, direi perversa”
â– Il Modello Bergamo
“Al nostro interno – ha spiegato Galizzi – abbiamo aperto un ampio dibattito, molto partecipato, da cui sono emerse proposte originali su come governare un territorio in cui l’Ente storico di Governo, quale la Provincia, viene svuotato. E’ realistico pensare che la soluzione possa consistere nell’ampliamento del nostro Modello Bergamo, che nasce come progetto Valle Seriana, magari supportando le rappresentanze istituzionali, sindacali e professionali di un budget che consenta anche di operare direttamente e non di limitarsi a fornire linee di indirizzo. Comunque abbiamo chiesto all’Ocse di fare una proposta su questo tema e di presentare esempi virtuosi di cui sono a conoscenza in Europa, con i quali vorremmo confrontarci. In questo disegno, che richiede progettualità e anche un po’ di creatività, si innesta il rinnovo dei vertici della Camera di Commercio che, tra l’altro, partecipa nel Modello Bergamo ed ha finanziato molte iniziative che hanno saputo accrescere la competitività e la coesione del territorio”.
“Dobbiamo tutti augurarci che vi sia una convergenza su di un programma di attività di alta qualità e, quindi, su persone capaci di affrontare e governare le molte sfide dalle quali dipende il futuro. Confindustria Bergamo darà il suo miglior contributo per rafforzare la Camera di Commercio, ma mi sento in dovere di precisare che, qualora il nuovo Presidente non presentasse un programma adeguato, troverà in noi dei severi critici”.
â– Lavoro e giovani
“Da anni gli industriali bergamaschi – continua Galizzi – propongono alla politica di adottare il metodo della sperimentazione e propongono Bergamo come luogo non solo per sperimentare, ma per prototipare nuovi sistemi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Credo che non si possa immaginare una funzionalità che non veda la partecipazione anche delle imprese private. Il nostro Protocollo siglato a marzo scorso con i Sindacati costituisce un importante riferimento, in particolare sui giovani e del sostegno al reddito. Ai ragazzi dico: il futuro è vostro, ma bisogna conquistarlo. L’obiettivo di Confindustria Bergamo è semplice: favorire l’occupabilità dei giovani e implementare la competitività delle imprese, con l’inserimento di competenze nuove, innovative, innovatrici. Lo strumento è l’alternanza scuola/lavoro. Lo scorso anno oltre 7mila ragazzi sono stati impegnati con stage o con una vera e propria alternanza scuola/lavoro. È un risultato significativo, ma intendiamo raggiungere, con il coinvolgimento delle scuole, tutti i 24mila ragazzi delle superiori della provincia. Per dare piena applicazione a questo progetto dovremo coinvolgere altri soggetti economici per portare all’alternanza anche i 10mila liceali; coinvolgere le loro scuole e anche le loro famiglie, la parte più difficile. Per questo siamo impegnati a favorire la collaborazione tra le Istituzioni scolastiche e tutte le imprese, grandi e piccole; a contribuire alla specializzazione e all’aggiornamento dei docenti; a costruire occasioni di confronto internazionale tra le scuole che prevedano, tra l’altro, la mobilità internazionale degli studenti e, soprattutto, a valorizzare la capacità formativa delle imprese, attraverso il coinvolgimento di imprenditori e manager nelle attività didattiche. Guardate che i ragazzi che escono dagli Itis e dagli ITS sono già assunti tutti nel giro di pochi mesi! Non è un caso – ha proseguito il presidente – che molte aziende del nostro territorio sviluppino progetti di sistema sempre più simili a vere e proprie Academy aziendali, di settore o di filiera. Questi sistemi vanno però sostenuti. Dal punto di vista degli investimenti, la spesa rivolta al settore della formazione continua è quella più cospicua, ma ha un effetto leva, attraendo oltre il doppio in termini di risorse pubbliche. Ma soprattutto va sostenuta in termini di idee: progetti di cluster di imprese che individuano le competenze strategiche e collaborano con gli enti formativi per costruire insieme percorsi di sviluppo e sperimentando insieme nuovi traguardi, con l’obiettivo di creare nuove opportunità per tutti. Bergamo – ha concluso Galizzi – vuole, su questo, puntare all’eccellenza, per garantire la continuità”.