“Un’eventuale moschea a Bergamo avrà dimensioni proporzionate alla richiesta dei nostri cittadini di fede musulmana e non sarà pertanto sovradimensionata per candidarsi a luogo di riferimento né provinciale né regionale né tanto meno nazionale”. È molto chiaro su questo punto l’assessore del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni, che rispondendo all’interpellanza dei consiglieri di minoranza Ribolla e Pecce ribadisce la posizione dell’Amministrazione sul tema dell’individuazione di un luogo di culto di fede islamica a Bergamo.
“Il Comune – scrive Angeloni – ritiene indispensabile e sempre più urgente affrontare la situazione realizzando un luogo di culto islamico a Bergamo, in un’ottica di controllo del territorio e di percezione di sicurezza: in questo modo si evita il proliferare di mini-siti di culto fuori dall’attenzione delle autorità preposte. Circa la realizzazione di una moschea nella ex Tastex ho già avuto modo di rassicurare circa l’inappropriatezza del luogo e ribadito più volte che una moschea a Bergamo serve (quella già esistente in via Cenisio crea disagi), ma dovrà sorgere in un luogo controllabile, raggiungibile, dovrà avere parcheggi adeguati e dovrà essere posta al di fuori degli insediamenti dei quartieri.”
Angeloni ripercorre anche la vicenda dell’edificio di via San Fermo, sequestrata qualche settimana fa dall’Autorità Giudiziaria in seguito a una denuncia del presidente della comunità islamica di via Cenisio: “La segnalazione alla Digos della compravendita immobiliare di quell’area, afferibile a una sedicente comunità islamica, è stata inoltrata nel mese di febbraio 2015 da questa Amministrazione nell’ambito dei continui e reciproci scambi di informazioni sul tema. A seguito della segnalazione è stata avviata un’indagine dalle autorità preposte e la comunità islamica di via Cenisio ha sfiduciato e denunciato l’operato del proprio presidente e ne ha eletto un altro. Il Comune di Bergamo è sempre stato in contatto con i nuovi vertici di tale comunità e ha sempre raccomandato e vigilato sul rispetto delle norme e delle leggi vigenti.”
Angeloni attacca anche la legge regionale cosiddetta “legge anti-moschee”, ritenuta “inappropriata dal punto di vista urbanistico, incostituzionale e, soprattutto, fuori della realtà, non garantendo la libertà di culto a un numero altissimo di fedeli di altre religioni. Le “fughe in avanti” di parti di comunità islamiche sono ascrivibili anche agli effetti di tali normative.”
Dopo aver rimarcato il miglioramento della situazione dal momento del suo insediamento (“da allora la preghiera dei fedeli non si è più tenuta per strada, arrecando sempre meno disagi ai cittadini, e che sono stati assegnati spazi regolari per attività di preghiera, tutti monitorati dalle autorità preposte e dal Comune di Bergamo), Angeloni auspica un confronto tra le forze politiche presenti in Consiglio Comunale che hanno espresso idee diverse dalla Lega sul tema, alludendo principalmente a Forza Italia e al Movimento Cinque Stelle: “un confronto sul tema è un passaggio di fondamentale utilità.”