Anche Bergamo dice “no” al libro di Schettino

SchettinoAlcuni librai italiani dicono “no” al libro di Francesco Schettino. Hanno deciso deciso di non proporre nei propri negozi “Le verità sommerse”, scritto dall’ex comandante della Costa Concordia, protagonista del tragico naufragio all’isola del Giglio. L’iniziativa è partita da una libraia di Livorno: qualche giorno fa, ha affisso sulla vetrina del negozio il cartello “’In questa libreria non vendiamo il libro di Francesco Schettino”, e ha spiegato che si sarebbe vergognata a venderlo, per rispetto delle vittime.

Il cartello è comparso poco dopo anche in alcune librerie di Saronno e di Brescia, e pure nella nostra città alcuni commercianti hanno deciso di non vendere il libro. L’iniziativa ha spopolato su Facebook e ha ottenuto moltissimi consensi dal popolo internauta. A Bergamo la maggior parte dei librai che abbiamo sentito non ha neppure valutato di prendere alcune copie del libro da tenere in negozio. “Ci sono valutazione etiche di fondo – dice Claudio Calzana, della Libreria Buona Stampa di via Paleopaca e membro del Gruppo librai dell’Ascom – ma ci sono anche valutazioni di mercato: quando ordiniamo un libro ci chiediamo se venderà o non venderà e questo a mio avviso non venderà”. Valentina Porta della Libreria Palomar di via Angelo Maj é d’accordo: “A dire il vero non me l’hanno ancora proposto – dice – ma comunque per me è no: sia per una valutazione personale sull’autore sia perché penso che non lo comprerebbe nessuno”. Per Laura Togni, del Gruppo Librai Ascom, titolare della libreria Fantasia in via Borgo Santa Caterina “ogni giorno come librai facciamo delle scelte rispetto ai libri da ordinare e proporre. Nella mia libreria cerchiamo di andare controcorrente rispetto alle mode. Così come non teniamo Peppa Pig, per esempio, e non terremo il libro di Schettino”. Antonia Pastore della libreria Mondo Libri di via San Bernardino la pensa invece in modo diverso: “Io l’ho ordinato. Come libraia penso che sia giusto non fare discriminazioni, mi sento di vendere anche titoli che a me magari non piacciono”.

A sentire i librai bergamaschi, in ogni caso, è prevedibile che il libro, edito da una piccola casa editrice e privo di una distribuzione, avrà comunque poche vendite. Anche il pubblico, è evidente, fa le sue scelte etiche.