«La liberalizzazione del mercato ha consentito molte nuove aperture nel settore food e la spinta dell’Expo ha ingrossato ulteriormente l’ondata di nuove imprese». A parlare è Roberto Amaddeo, seconda generazione nello storico locale “Da Mimmo”, in via Colleoni, e delegato del Comune di Bergamo a Città Alta. «Purtroppo in Italia i dati più recenti evidenziano che le chiusure superano le aperture, quindi è difficile trovare un equilibrio». Se il bilancio è in bilico, la creatività però non manca: «E’ sempre più evidente la volontà dei nuovi imprenditori di trovare una formula vincente: dallo street food alla birreria con cucina, dal ristorante con specialità regionali a quello con piatti etnici, da quello per celiaci a quello per vegetariani… Ormai la classica suddivisione italiana in ristoranti e pizzerie è superata. Il mercato è sempre più orientato al cliente e l’offerta moltiplica in tutte le possibili declinazioni l’esperienza culinaria. I riflettori sono sempre puntati sul cibo e sulla cucina, ma la sfida per la ristorazione è quella di valorizzare prodotti e produttori della nostra terra». Città Alta vede da tempo collaborare fianco a fianco gli esercenti, dando vita ad un nuovo modello virtuoso che ha mostrato la sua efficacia d’estate al Parco di Sant’Agostino, a Natale con il coinvolgimento dell’oratorio e a Carnevale con lo Street Food che ha portato il fascino di chioschi e cucine itineranti nelle strade dell’antico Borgo. Un esempio da diffondere nel resto della città? «Credo che Città Alta riesca per sua natura ad essere coesa, ma senza dubbio negli ultimi mesi si sono create collaborazioni virtuose. La crisi ha senza dubbio agevolato questo processo, ma oltre a contenere i costi, la rete funziona e permette di far riscoprire la vocazione di ogni luogo. L’era della concorrenza è finita e non servono per forza grandi investimenti per vivacizzare la città». A volte si crea un evento e si risparmia pure: «Con “M’illumino di meno” abbiamo spento le luci e acceso le candele guadagnandoci in atmosfera, tanto da attrarre fotografi per un inedito contest di Città Alta al buio. L’associazione degli esercenti è sempre in fermento e le nostre iniziative hanno sempre incontrato il favore dei residenti, risultato di per sé di non poco conto». Roberto Amaddeo sogna una città fatta di tanti “distretti” e identità: «Mi piacerebbe innanzi tutto che Bergamo diventasse un unicum, con un percorso che legasse, anche commercialmente, Città Bassa al Borgo storico. La Montelungo, che ospiterà alloggi per studenti e negozi, non è un’operazione immobiliare, ma assieme agli ex Riuniti, faranno da cerniera tra la città vecchia e quella nuova, andando a ridisegnare i quartieri».