Via Quarenghi, «il Comune ha cominciato la riconquista»

L’Accademia Carrara di Belle Arti in via Quarenghi. È il progetto che prenderà avvio nei prossimi mesi negli spazi del civico 33, a completamento di quelli già attualmente realizzati con il distaccamento della Polizia Locale e gli uffici dell’Assessorato ai Lavori Pubblici. Spazi pensati per sviluppare l’attività formativa e culturale propria dell’Accademia, aprendosi alla città, con una presenza più diffusa e attenta al territorio, in grado di interagire con il quartiere, chiamando gli studenti e i giovani artisti ad essere parte attiva, al fine di contribuire sia ad una rigenerazione culturale e sensibile del contesto, sia all’ampliamento del progetto formativo proprio della Scuola.

L’obiettivo è quello di fare diventare gli spazi di via Quarenghi un motore di attività culturali che coinvolgano il quartiere ma anche la città, attraverso collaborazioni con associazioni e istituzioni pubbliche e private del territorio.

«La ricerca artistica – sottolinea l’assessore alla Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo Francesco Valesini – può avere un ruolo civico nel contribuire a creare ponti tra generazioni, culture e comunità, divenendo un motore di inclusione sociale e un mezzo per fare emergere modi di vivere e di immaginare la città. La scelta di portare l’Accademia Carrara di Belle Arti vuole sfruttare la potenza inclusiva di una delle nostre scuole più importanti e riconosciute sul territorio. Sappiamo quanto sia  importante che la sicurezza e la cultura avanzino in parallelo; meglio se si intrecciano in un’unica politica urbana di aumento della biodiversità culturale nelle nostre città. Per farlo al meglio, andremo ad ampliare anche la nostra presenza “fisica”nella via, affittando spazi privati oggi in disuso».

Il progetto si sviluppa sulla base di quattro ambiti di attività: didattico, progettuale, espositivo e culturale. L’Accademia Carrara di Belle Arti lavorerà per trasformare uno spazio in aula per la didattica, intesa come laboratorio di progettazione artistica. Non solo, si prevede di aprire uno studio con due postazioni da assegnare ciclicamente a studenti per fare ricerca e spazi per le mostre didattiche che si tengono a metà semestre e a fine anno, ma anche di studenti, neo-diplomati e giovani artisti di altre accademie. Infine il programma prevede lezioni, incontri, conferenze pubbliche, momenti di riflessione culturale aperta anche al quartiere e alla cittadinanza.

«Portando alcuni insegnamenti e seminari in questi spazi, – spiega Alessandra Pioselli, direttrice dell’Accademia Carrara di Belle Arti – sarà possibile ragionare con gli studenti su via Quarenghi, assorbendo spunti sull’esplorazione urbana, la migrazione, le differenze culturali, l’uso degli spazi urbani, la memoria del quartiere. Il progetto prevede un’attuazione a tappe. L’Accademia può garantire, innanzi tutto, una presenza fisica negli spazi, che è il punto di partenza per studiare come integrarsi nel quartiere secondo le linee indicate, per sviluppare successivamente progetti e relazioni più specifiche con il quartiere in base a un lavoro di studio e di ricerca sul posto».

Non solo Accademia di Belle Arti: il rilancio del civico 33 di via Quarenghi diviene anche occasione per un rilancio più ampio della via, tra recupero di negozi sfitti, corsi di lingua per favorire l’integrazione degli stranieri della via e l’avvio di un processo di sicurezza partecipata da parte della Polizia Locale del Comune di Bergamo.

«Per poter attuare un progetto così articolato ed ambizioso – sottolinea il sindaco Giorgio Gori – l’Amministrazione ha deciso di ampliare la sua presenza nella via, andando ad occupare spazi commerciali oggi in disuso, proprio di fronte a quelli del civico 33. Locali facenti parte di uno stabile in cui è già presente una galleria fotografica e una residenza d’artista, attualmente gestita dall’associazione “The blank”. La “riconquista” anche fisica dei luoghi è infatti una delle condizioni necessarie e non più procrastinabile per scardinare quella condizione di ghettizzazione che da troppi anni affligge un tratto significativo di quella strada».

«In tutto questo non si sottovaluta il tema centrale della sicurezza – spiega l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi – con un coinvolgimento più diretto degli stessi residenti, della rete sociale e del comitato di quartiere. Si parla infatti di “sicurezza partecipata”, con incontri a scadenza definita tra la polizia locale ed i cittadini per meglio coglierne attese e aspettative, e poter mettere in campo azioni ancora più incisive di tutela e prevenzione».

«Proprio cogliendo le opportunità date dalla presenza dell’Accademia – conclude l’assessore all’Istruzione Loredana Poli – si promuoveranno anche progetti didattici rivolti alle realtà scolastiche cittadine (era presente alla conferenza stampa il preside dell’Istituto Comprensivo Mazzi) oltre che a corsi di lingua volti a favorire processi di «integrazione con le comunità straniere presenti nel quartiere».

 

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