Terziario, migliora la fiducia delle imprese ma pesano rincari energetici e ritardi nei pagamenti

Il bilancio in chiaroscuro dai dati dell’Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo-Format Research

Il terziario bergamasco continua a mostrare tutta la sua capacità di tenuta e guarda con un certo, seppur cauto, ottimismo al futuro. Migliora la fiducia delle imprese del terziario di Bergamo. A essere meno fiduciose le micro e piccole imprese (da 1 a 5 addetti) e quelle del turismo. Cresce però in generale la fiducia nell’andamento della propria impresa (43, contro il 40 nazionale e il 32 dello scorso anno). Aumenta la percentuale delle imprese che intendono assumere e diminuisce quella delle imprese che intendono ridurre i propri organici. In robusta crescita l’indicatore relativo all’andamento dei ricavi (a 46 rispetto al dato precedente a 34). Sono queste alcune delle principali evidenze emerse dall’Osservatorio congiunturale Ascom Confcommercio Bergamo- Format Research, presentato venerdì 27 maggio.
A ridurre le aspettative e a pesare sul clima sono l’inflazione, l’aumento consistente dei costi per energia, ma anche di forniture e materie prime ( oltre alla difficoltà nel loro reperimento), logistica, trasporti, stoccaggio. Anche i tempi di pagamento sono peggiorati: il 28% delle imprese segnala tempi più lunghi.

Clima di fiducia

Migliora la fiducia delle imprese del terziario di Bergamo: l’indicatore è pari a 36 (prima era 27). Per quanto ancora basso rispetto a prima della pandemia, il dato di Bergamo è superiore rispetto al dato medio nazionale (35). Stabile la prospettiva in vista del prossimo mese di settembre. Il recupero è stato accentuato, sia rispetto al dato di settembre 2021, sia rispetto alle previsioni formulate nello scorso autunno che prevedevano un indicatore a 29, che è stato abbondantemente superato.
La fiducia è più alta nelle imprese dei servizi (per cui l’indicatore è a quota 42, dato che riporta ai livelli pre pandemia), nella media per il settore del commercio (35), mentre resta inferiore alla media nel turismo (31). A essere più ottimiste e fiduciose rispetto all’andamento dell’economia sono le aziende più grandi, da 10 addetti a salire; il dato è nella media per le imprese da 6 a 9 addetti e sotto la media per le imprese da 1 a 5 addetti.  Migliora anche la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore sale a 43 rispetto al dato dello scorso anno, quando era a 32. Il dato evidenzia un miglioramento rispetto all’indice nazionale che resta fermo (40).
Le previsioni per il prossimo settembre evidenziano un ulteriore miglioramento della fiducia delle imprese bergamasche (46), a fronte invece di un peggioramento del dato medio nazionale (39). Anche per la fiducia nella propria impresa sono sopra la media il settore dei servizi e le imprese più strutturate. In linea con la media il settore commercio e le imprese 6-9 addetti e sotto la media il comparto del turismo e le imprese da 1 a 5 addetti.

Ricavi e occupazione

L’indice dei ricavi evidenzia una crescita molto significativa da 34 a 46 con la previsione di un ulteriore recupero di un altro punto percentuale entro il prossimo settembre. Il dato è nettamente superiore all’indice nazionale. Sono i servizi a far registrare un indice che ha nettamente superato il dato pre pandemia; il commercio è leggermente sopra la media, mentre il turismo e il settore dei pubblici esercizi presentano qualche difficoltà. A soffrire maggiormente sono le micro e piccole imprese fino a 5 addetti. Migliora la situazione occupazionale delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi di Bergamo che raggiunge quota 48, quasi come ai livelli pre Covid-19 . Il dato è ben 9 punti più alto rispetto a quello nazionale: aumenta la percentuale delle imprese che intendono assumere e diminuisce quella delle imprese che intendono ridurre il proprio organico.

Gli elementi negativi: l’aumento dei costi e i ritardi nei pagamenti

L’80% delle imprese del terziario lamenta, a partire dalla fine del 2021, un incremento dei prezzi da parte dei propri fornitori. L’89% ritiene che tale aumento caratterizzerà tutto l’anno in corso. Il 91% delle imprese del terziario ha riscontrato, a partire dalla fine del 2021, un incremento del prezzo dei servizi dell’energia. A pesare sulle imprese sono anche l’aumento dei costi praticati dai fornitori della logistica, trasporti, stoccaggio e imballaggio, peggiorati secondo il 74% delle imprese. Per entrambe le tipologie di costi la previsione a fine anno vede rincari ulteriori. Critica anche la situazione dei tempi di pagamento con un indice che è a 37 e si confida di migliorare a 39 entro l’autunno. Quasi un terzo delle imprese del terziario orobico, il 28%, ritiene che i tempi di pagamento da parte dei clienti siano peggiorati, mentre solo il 2% ritiene che siano migliorati. Uno degli effetti della nuova crisi in atto è rappresentato dai ritardi nei pagamenti da parte dei clienti.


Diego Rodeschini è il nuovo presidente del Gruppo Bar Caffè e Pasticcerie Ascom

Il titolare della Pasticceria Acquario di Sant’Omobono Terme: “Pronti a rafforzare il legame con le scuole per risolvere il problema della mancanza di personale adeguato”

Cambio al vertice nel Gruppo Bar Caffè e Pasticcerie di Ascom Bergamo Confcommercio: Giorgio Beltrami, titolare del “Bar Centrale” di Lovere, conclude il suo mandato alla guida del gruppo che per il prossimo quinquennio sarà diretto da Diego Rodeschini, 60 anni, titolare della Pasticceria Acquario di Sant’Omobono Terme.

Ad affiancare il neo presidente i nuovi consiglieri Diana Ferreira del “Preda Caffè” di Bergamo, Consuelo Giassi del “Bar Giassi” di Verdellino e Francesca Bassi del Chapeau Milani Caffè (insegna presente a Bergamo e all’interno di Oriocenter e Le Due Torri). Confermati nel direttivo Raffaella Andreini dell’“Half Crown Pub” di Antegnate, Elena Stroppa del “Gino’s Bar” di Bergamo, Francesco Pappi del “Pub Sant’Orsola” di Bergamo e Vincenza Carissimi del “Bar Commercio” di Osio Sotto. Pappi e Bassi sono stati eletti vicepresidenti.

Secondo i dati Ascom (fonte Camera Commercio di Bergamo) negli ultimi cinque anni, bar, caffè e pasticcerie sono calati di 101 unità (-3,7%), di cui 21 solo nel 2021. Trend ben diverso in città dove, dal 2017 al 2021, gli esercizi sono aumentati di 9 unità (+2,2%) con ben 8 nuove imprese avviate nel 2021. “Mai come in questo momento dobbiamo fare squadra e costruire un percorso comune per dare un nuovo slancio alla categoria – sottolinea Diego Rodeschini -. L’aumento dei prezzi delle materie prime continua infatti a mettere a dura prova il settore che ha già dovuto affrontare questi ultimi due anni molto duri sotto il profilo della sostenibilità aziendale e non solo. A questo si aggiunge, infatti, il problema di trovare personale adeguato e per i prossimi anni l’obiettivo è rafforzare il legame con le scuole per invertire gli stereotipi e far capire che lavorare in un bar o una pasticceria può dare tante motivazioni e, quindi, soddisfazioni”.


“Formati e Occupati”: tornano i corsi gratuiti per aspiranti cuochi, barman, addetti sala e reception

Al via a marzo tre percorsi formativi per stimolare nuove opportunità professionali nella ristorazione e nel turismo

Creare un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro per stimolare nuove opportunità nella ristorazione e nel turismo: è in questa prospettiva che Ascom Confcommercio Bergamo con il sostegno dell’Ente bilaterale del Turismo ha dato vita al progetto «Formati e Occupati», un percorso di formazione gratuito che prevede tre corsi professionalizzanti con un unico obiettivo: rispondere alle richieste di un mercato sempre più bisognoso di competenza e professionalità. Formazione però non fine a se stessa: come per la prima edizione del 2019 – 22 corsisti e 21 contratti di tirocinio retribuito – il progetto coinvolte una ventina di imprese del territorio con l’obiettivo di agevolare il matching tra domanda e offerta.

Formazione specialistica

Entrando nel dettaglio, l’«abc» delle competenze è comune a tutti i profili: consapevolezza del ruolo, rispetto delle regole, approccio al cliente e tecniche di accoglienza. I tre percorsi sono anche connotati da una componente pratica che porterà i corsisti ad arrivare preparati all’inserimento lavorativo. Le attività prevedono una formazione specialistica tecnica di 120 ore per ciascun percorso, in programma dal 7 al 30 marzo, e successivamente l’inserimento in azienda con un contratto di tirocinio retribuito di sei mesi nel periodo compreso tra aprile e ottobre. Ciascun corso è rivolto ad un massimo di 10 persone che dovranno superare una selezione. Il criterio fondamentale di giudizio sarà la motivazione e sarà stipulato con ciascun partecipante al progetto un patto formativo-didattico nel segno della crescita personale e professionale.
«In questo periodo di persistente crisi occupazionale e di difficoltà del mondo scolastico a portare a termine il ciclo di studi pesantemente condizionato dalla didattica a distanza – sottolinea Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. l’Ente bilaterale del Turismo ha deciso di investire concretamente nel futuro di questo settore, offrendo l’opportunità di un’ulteriore formazione o di un aggiornamento di competenze per tutti coloro che hanno il desiderio di operare in questo comparto così ricco di fascino e prospettive future».

I corsisti della prima edizione del progetto

Un’opportunità anche per i meno giovani

Contenitore di formazione specialistica accelerata, «Formati e Occupati» vuole offrire una possibilità concreta di rimettersi in gioco anche per i meno giovani e l’Ente Bilaterale del Turismo di Bergamo ha accolto lo sviluppo del progetto stanziando i fondi per rendere gratuito l’accesso al progetto: «La Bilateralità ha come scopo quello di fornire servizi ai lavoratori-lavoratrici e alle imprese – afferma Alessandro Locatelli, presidente Ente Bilaterale -. Per questo pensiamo sia importante investire sulla formazione finalizzata ad innalzare la professionalità degli operatori e delle aziende. Inoltre, l’incremento dell’occupazione può accrescere il benessere della nostra provincia».
«La formazione del personale è uno dei passaggi chiave per un’azienda e lo sviluppo delle competenze dei collaboratori va di pari passo con la competitività – aggiunge Enrico Betti, vicepresidente Ente Bilaterale -. Dal punto di vista del lavoratore, acquisire conoscenze specialistiche può servire a colmare lacune derivate da esperienze pregresse o alimentare il desiderio di conoscere nuovi percorsi professionali».


Lavoro, in Bergamasca oltre 7000 imprese del terziario fanno fatica a reperire personale

I settori più penalizzati sono quelli della ristorazione e dell’accoglienza: tutti i dati della ricerca di Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo

Oltre 9000 aziende del terziario stanno cercando di inserire una figura nel proprio organico e il 77,5% di queste (circa 7.100) sta registrando difficoltà tnel reperirla. Il settore più penalizzato è quello della ristorazione e dell’accoglienza. Dalle risposte raccolte dagli imprenditori risulta che il rifiuto dipende dalla retribuzione ritenuta poco sufficiente dai candidati, dalla concorrenza di altre imprese e dalle mansioni ritenute poco attrattive. Le aziende richiedono in particolare diplomati. La tipologia contrattuale offerta è il contratto a tempo determinato, a cui segue il tempo indeterminato, il contratto di apprendistato. Il 65% dei contratti a tempo determinato prefigurano un’assunzione successiva. Sono questi alcuni dei dati emersi dalla ricerca sulle Risorse umane contenuta nel Rapporto di ricerca sulle imprese del terziario realizzato da Format Research per conto di Ascom Confcommercio Bergamo.

La ricerca di personale

Nonostante le difficoltà del periodo, il 34,7% delle imprese del terziario bergamasco ha avviato azioni per la ricerca di nuovo personale; il profilo maggiormente richiesto è il diplomato (47%), di età tra i 18 e i 24 anni (39%) e senza preferenza per il sesso (57,9% contro il 18% che vuole assolutamente un uomo e il 24% una donna). La tipologia contrattuale offerta è il contratto a tempo determinato (50%), a cui segue il tempo indeterminato (23,8%), il contratto di apprendistato (15,9%). Il 65% dei contratti a tempo determinato prefigurano un’assunzione successiva.

La difficoltà di reclutamento

Tra le imprese che stanno cercando nuovo personale il 39% sta registrando molte o abbastanza difficoltà e il 38,5% poche difficoltà. Solo il 22,5% non registra alcuna difficoltà.

Tra le prime, cioè le imprese che registrano difficoltà, il 60,2% ritiene che l’incapacità di trovare il profilo stia producendo un impatto forte o comunque consistente sull’attività, mentre il 39,8 poco e pur nulla.

Queste difficoltà sono superiori a quelle già riscontrate prima della pandemia: per il 43% molto superiori, il 7,8% superiori e il 25,4 le stesse difficoltà. Solo il 4,1% dichiara minori difficoltà.

Le ragioni

Le imprese che rilevano difficoltà a identificare i profili ricercati imputano le ragioni a retribuzione considerata insufficiente dai candidati per il 38,2%, concorrenza delle altre imprese per il 35,0%, mansioni considerate poco attrattive per il 32,0%, scarsità di personale con competenze adeguate per il 26,9%, orari di lavoro ritenuti pesanti per il 24% e ricollocamento presso settori non colpiti dalla crisi per il 18,0%.

“La pandemia ci ha restituito una crisi occupazionale senza precedenti, un mostro bifronte – commenta Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo -. Se molti faticano a trovare lavoro, moltissime imprese non trovano lavoratori. Più di un’impresa su tre del terziario orobico sta cercando almeno una nuova figura da inserire nell’organico. Rapportate all’universo del settore stiamo riferendoci ad oltre 9.100 aziende del terziario bergamasche. Di queste circa 7.100 sta registrando difficoltà di reperimento. Gli impatti presumibili sono l’incapacità di crescere con i volumi di vendita, turno di lavoro massacranti per i titolari ed anche per gli altri dipendenti, rinuncia di parte degli ordini. In un momento di ripresa del commercio paradossalmente il problema delle imprese non è nei consumi, ma nella mancanza di manodopera. L’incapacità di completare gli organici impedisce di cogliere a pieno la ripresa e a volte crea un circolo vizioso ulteriore, perché coloro che lavorano lo fanno a condizioni di maggiore pesantezza”.


Italia Paese del controsenso: il lavoro c’è, mancano i lavoratori e si aumentano gli ammortizzatori sociali

Siamo il Paese del controsenso. Il lavoro oggi c’è ma mancano i lavoratori. In quasi tutti i settori fatichiamo a trovare candidati e personale qualificato.

Cosa facciamo? Con la prossima manovra del 2022, secondo le indiscrezioni, aumenteremo le indennità per chi perde il lavoro. Durata, importo e requisiti. Non mettiamo in discussione la necessità di sostenere le famiglie in difficoltà. Ci mancherebbe. Così facendo però aumenteremo anche la platea dei lavoratori che preferiranno godersi l’indennità piuttosto che tornare a lavorare. E, soprattutto, quella dei furbi che sono molti e che vivono a spese delle imprese e dei lavoratori in attività.

Dovremmo fare proprio l’opposto. Ridurre la durata e l’importo e concedere proroghe e aumenti solo a coloro che effettivamente cercano il lavoro ma non sono ricollocabili mentre dovremmo riconoscere una parte dell’indennità a imprese e ai lavoratori che si ricollocano per incentivarli economicamente a tornare a lavorare. Peraltro, con il coinvolgimento delle imprese private che erogano i servizi al lavoro non avremmo nemmeno il “collo di bottiglia” degli uffici pubblici e le difficoltà dei “navigator”.

Troppo difficile o poco gradito agli uffici ministeriali?

Dino l’acidino

 

 

 

 


“Sos Lavoro”: nella gestione delle risorse umane è meglio giocare d’anticipo

Le preoccupazioni legate alla ripresa pesano sul futuro del terziario: da Ascom un progetto per adottare interventi sul fronte strategico e organizzativo

La fine degli ammortizzatori sociali imminente lo sblocco dei licenziamenti e le forti preoccupazioni legate ad una ripresa economica che riporti le imprese ai livelli precedenti all’emergenza Covid-19 pesano sul futuro di migliaia di lavoratori del terziario. Quello che si profila è infatti un autunno molto caldo sotto l’aspetto dell’occupazione e in questo scenario di incertezza Ascom Confcommercio Bergamo rilancia il progetto “Sos Lavoro-Supporto, Organizzazione e Sostenibilità” per rispondere alla crescente richiesta da parte degli imprenditori, alle prese con una riassetto interno senza precedenti, di adottare piani e interventi sul fronte strategico e organizzativo per permettere alle imprese e ai lavoratori di affrontare con maggiore serenità i prossimi mesi. Nella nostra provincia, del resto, il settore del commercio e servizi è stato quello che ha pagato in modo importante la crisi economica nata dalla pandemia.
In concreto il progetto Sos-Lavoro prevede l’intervento di un team di professionisti qualificati ed esperti dell’area Lavoro e Welfare per assistere le imprese nella definizione e attuazione delle misure necessarie nel breve periodo, oltre a mettere in atto una revisione strategica nel lungo periodo. Attraverso una consulenza personalizzata, saranno valutati i punti critici e le priorità operative e saranno definiti gli interventi di ottimizzazione, riorganizzazione e cambiamento strategico inerenti i rapporti sindacali e le politiche del lavoro.

“Sos-Lavoro è stato lanciato sul finire del 2020 per rispondere alle crescenti richieste delle imprese in un momento di grande incertezza economica e disorientamento generale – sottolinea Enrico Betti, responsabile Area Lavoro, Welfare e Relazioni sindacali -. Con la fine della Cig Covid e lo sblocco dei licenziamenti, infatti, dal 31 ottobre è a rischio il futuro di migliaia di lavoratori. Per questo è importante cambiare prospettiva e da un atteggiamento più attendista è ora di affiancare le aziende nella riorganizzazione interna per potersi adeguare a un mercato che, di fatto, è completamente diverso da quello dell’era pre-covid”. Il progetto Sos Lavoro ha infatti il doppio fine di coniugare la gestione delle risorse umane con quella di riposizionamento strategico sul mercato e di miglioramento della situazione organizzativa aziendale. Un servizio che in questo momento diventa ancora più essenziale alla luce del fatto che il ricorso alla Cig è in netto calo come confermano i dati dell’Ufficio paghe di Ascom Confcommercio Bergamo: nel 2020 il 70% delle aziende gestite ha fatto richiesta per oltre 1 milione e 200 mila ore di cassa integrazione, mentre nel 2021 la percentuale si è quasi dimezzata con circa il 35% di aziende che ha fatto richiesta per poco meno di 400 mila ore.

“È un bel segnale che fa capire che le aziende sono ripartite e stanno usufruendo sempre meno degli ammortizzatori sociali ma bisogna prepararsi a sostenere l’auspicabile ripresa senza farsi trovare impreparati – prosegue Betti -. Il ricorso agli ammortizzatori emergenziali ha contribuito a sostenere imprese e lavoratori nella fase più critica, ma per affrontare al meglio i prossimi mesi in condizioni di sostenibilità è prioritario che le imprese adottino dei piani e interventi anche operativi, da eventuali procedure sindacali, vertenze e amministrative al ricorso a piattaforme dedicate per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. In quest’ottica intendiamo avviare una collaborazione con le agenzie di somministrazione lavoro del territorio per aiutare le aziende a trovare personale qualificato e nuove risorse da inserire in organico. Ricordo che dal prossimo 31 ottobre, salvo proroghe, scade la seconda moratoria dei licenziamenti e con essa la copertura degli ammortizzatori Covid per quei settori che ne hanno potuto finora beneficiare. È quindi ancora più indispensabile cercare di anticipare come ripartirà il mercato dopo le nuove restrizioni, disegnare le esigenze in termini di risorse umane, ripensare alle figure che potranno essere di aiuto non tanto in termini quantitativi ma soprattutto qualitativi”.


Confcommercio Lombardia incontra l’assessore Guidesi: “Sostenere il terziario per tornare a crescere”

Confronto costruttivo ieri tra l’assessore allo Sviluppo economico, il presidente Carlo Sangalli e i presidenti delle Confcommercio territoriali lombarde 

“La ripresa economica si sta consolidando ma occorre tempo per recuperare il terreno perduto. Le imprese del terziario sono state le più colpite dall’emergenza sanitaria ed è necessario continuare a sostenere questo settore che rappresenta in Lombardia oltre il 60 per cento del Pil. Puntare, dunque, su accesso al credito – continuando anche a valorizzare il ruolo dei Confidi – semplificazioni, digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione per rafforzare commercio, turismo e servizi. Bene, inoltre, le risorse stanziate per il Salone del Mobile e le ulteriori misure che vanno nella direzione di supportare la nascita di nuove imprese, sostenendo imprenditori che, con coraggio e visione, sfidano il momento guardando con fiducia al futuro”. Così il presidente di Confcommercio Lombardia, Carlo Sangalli, in occasione dell’incontro di lunedì 26 luglio con l’Assessore allo Sviluppo Economico di Regione, Guido Guidesi, e i Presidenti delle Confcommercio territoriali della Lombardia.

Un’opportunità di confronto che, a poco più di trenta giorni dall’entrata della Regione in zona bianca, ha permesso di delineare il quadro dei primi sei mesi dell’anno dal punto di vista del terziario lombardo e di guardare alle iniziative comuni più urgenti per accompagnare la ripartenza. “Con l’Assessore Guidesi c’è condivisione di obiettivi e strategie per sostenere e facilitare la ripartenza delle migliaia di imprese che rappresentiamo – ha affermato Sangalli – Per questo, occorre continuare a garantire l’accesso al credito e la patrimonializzazione, così come gli investimenti sulla transizione digitale e sulle politiche sostenibili, guardando alle risorse che arriveranno dal PNRR. Fondamentale, inoltre, puntare sul comparto del turismo, delle fiere e degli eventi, in vista di appuntamenti importantissimi come le Olimpiadi 2026 e Bergamo e Brescia capitali della Cultura 2023”.“Sarà inoltre essenziale mettere al centro le politiche di rigenerazione urbana, per consolidare da un lato quella rete di territorio nata e cresciuta con i distretti del commercio, dall’altro per contrastare la desertificazione delle città affinché siano sempre più punti di attrattività per l’insediamento di nuove imprese, anche dall’estero”.

Ottimismo delle imprese anche sul fronte dell’occupazione: il sondaggio di Confcommercio Lombardia

L’incontro è stata inoltre l’occasione per tracciare il quadro della ripartenza grazie ai risultati di un sondaggio che Confcommercio Lombardia ha diffuso tra oltre 350 imprese del terziario. Più di un imprenditore su due (51%) si è detto ottimista sulle prospettive della propria attività. Percentuale che sale al 58% tra le imprese della ristorazione, anche a seguito della caduta della maggior parte delle restrizioni.

Segnali confortanti dal punto di vista dell’occupazione: per 8 imprese su 10 il numero dei dipendenti o collaboratori nei prossimi mesi dovrebbe restare stazionario, o aumentare, con picchi di fiducia nei servizi. Le debolezze maggiori in questo caso si riscontrano tra le imprese della ricettività, per il 40% delle quali l’organico potrebbe andare incontro ad una diminuzione, anche alla luce delle incognite sui flussi turistici e per le conseguenti ricadute sull’occupazione stagionale. Per la continuità del proprio business, quasi un’attività di ristorazione su due si è rivolta ad attività di food delivery, e oltre un’impresa del commercio su tre ha attivato un canale di e-commerce. Sul fronte delle eredità post pandemia, se la maggior parte degli imprenditori intervistati manterrà attenzione a sicurezza e prevenzione (63%), l’accelerazione sul digitale è vista come un’opportunità in particolare dal 35% delle imprese under 42, una percentuale più alta della media del totale delle imprese.

“È evidente che le prospettive positive sono legate soprattutto al successo della campagna vaccinale. Si tratta però di segnali che dimostrano la reattività delle nostre imprese decise ad essere protagoniste della ripartenza” ha concluso il presidente Sangalli.

 

Approvato il bando “Nuova Impresa”

L’incontro è stato anche l’occasione per presentare “Nuova Impresa”, la misura approvata dalla Giunta di Regione Lombardia su proposta dell’assessore Guidesi. Con un contributo di 4 milioni di euro, Regione sostiene l’avvio di nuove imprese lombarde del commercio, terziario, manifatturiero e artigiani e l’autoimprenditorialità quale opportunità di ricollocamento dei soggetti fuoriusciti dal mercato del lavoro. Si procederà attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto sui costi connessi alla creazione delle nuove imprese.

La misura è rivolta a chi vuole aprire una micro piccola media impresa del commercio, terziario, manifatturiero e artigiani dei medesimi settori. L’agevolazione consiste nella concessione di un contributo a fondo perduto fino al 50% della spesa ritenuta ammissibile, che dovrà essere pari ad almeno 5.000 euro, e comunque nel limite massimo di 10.000 euro per impresa. Sono ammissibili esclusivamente le spese sostenute per l’avvio della nuova impresa sostenute e comprendono ad esempio gli oneri notarili per la costituzione dell’impresa, gli onorari per prestazioni e consulenze relative all’avvio, l’acquisto di beni strumentali, macchinari, attrezzature, arredi anche finalizzati alla sicurezza; inoltre rientrano nei costi anche l’acquisto di software e hardware, i canoni di e spese di comunicazione. Sarà riconosciuto il contributo per metà di spese in conto corrente e per metà in conto capitale.

L’apertura dello sportello per la presentazione delle domande è prevista a dicembre così da consentire alle imprese di terminare gli adempimenti amministrativi per l’avvio dell’attività di impresa, nonché per sostenere le spese prima della presentazione della domanda. Potranno attingere al bando tutte le imprese aperte dopo questa delibera. Il termine di conclusione del procedimento di concessione con la relativa erogazione sarà di 90 giorni a decorrere dalla scadenza per la presentazione delle domande comprensiva della rendicontazione.


Commercio e servizi, inversione di tendenza. Crescono giri di affari e occupazione

Tiene il commercio, meglio i servizi, e buoni segnali per l’occupazione. Dopo tre segni negativi in altrettanti trimestri consecutivi, l’indagine congiunturale sul secondo trimestre del 2019 registra una variazione positiva per il fatturato delle imprese del commercio con almeno tre addetti: la variazione su base annua è pari al +0,8%. L’indice destagionalizzato del fatturato, che si attesta a una quota inferiore di circa mezzo punto al valore del terzo trimestre 2017, sembra aver interrotto la fase discendente, pur essendo ancora molto lontano dai livelli pre-crisi. Anche la Lombardia registra la stessa crescita di fatturato per le imprese del commercio (+0,8% su base annua).
“Il miglioramento che leggiamo nei numeri era stato anticipato dalle aspettative degli imprenditori – commenta il presidente Paolo Malvestiti -. La crescita risente tuttavia anche dell’effetto della Pasqua, dato che nel 2019 le vendite legate a questa festività si sono concentrate nel mese di aprile, mentre lo scorso anno si erano realizzate soprattutto in marzo. Non dimentichiamo che rispetto al 2007 l’indice del fatturato è ancora sotto di oltre 25 punti.”

Commercio: crescita trasversale a tutti i comparti
L’analisi settoriale evidenzia come lo sviluppo registrato nel trimestre sia condiviso dai principali comparti oggetto dell’indagine sul commercio al dettaglio. Anche le vendite di ipermercati e supermercati confermano il miglioramento registrato dall’indagine congiunturale con una crescita su base annua significativa sia in valore che in quantità. Tali incrementi rappresentano una svolta positiva rispetto ai trimestri precedenti e confermano il miglioramento evidenziato nel trimestre scorso.
L’occupazione delle imprese del commercio al dettaglio evidenzia un saldo positivo dell’1%, confermando la tendenza in corso dal 2016. L’andamento delle aspettative degli imprenditori nei trimestri scorsi aveva evidenziato una tendenza al miglioramento, poi effettivamente rivelatasi. Queste previsioni sembrano però arrestarsi nel secondo trimestre, con saldi che, analizzati in media mobile, mostrano un lieve ripiegamento per tutte le variabili (volume d’affari, ordini ai fornitori, occupazione), fotografando una situazione di incertezza riguardo all’evoluzione attesa per la seconda parte dell’anno.

Bene il settore dei servizi
Il settore dei servizi nel secondo trimestre del 2019 archivia un risultato decisamente positivo: la crescita su base annua del fatturato per le imprese con almeno tre addetti è pari al +3,4%, in accelerazione rispetto sia al trimestre precedente che alla media del 2018. In Lombardia i servizi proseguono la fase di crescita ma a un ritmo rallentato rispetto alla velocità del 2018, situazione che per il momento non si è manifestata a Bergamo. Anche i prezzi proseguono la tendenza al rialzo con un +1,1%.
“Anche in questo trimestre le imprese bergamasche continuano a registrare un risultato significativamente migliore rispetto alla media lombarda – commenta Malvestiti -. Ma dato che la Lombardia che ha iniziato prima la fase di ripresa esiste ancora un divario tra Bergamo e la regione, seppure esso sia in fase di riduzione.”
Per comparti, aumentano il fatturato i servizi alle imprese, le attività di alloggio e ristorazione e il commercio all’ingrosso, che a livello regionale inizia a evidenziare delle difficoltà mentre in provincia continua a crescere. Anche dal punto di vista occupazionale il secondo trimestre 2019 ottiene un risultato significativo: la variazione del numero di addetti tra inizio e fine trimestre è pari a +2,5. Tale incremento conferma la fase positiva degli ultimi tre anni, che ha consentito il sostanziale recupero dei livelli occupazionali del 2010.


“Occupabilità”, il miglior progetto italiano è degli istituti Natta e Paleocapa

È di due istituti superiori bergamaschi il miglior progetto nazionale di raccordo tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro e delle imprese.

L’Isis Natta e l’Itis Paleocapa di Bergamo si sono infatti aggiudicati il primo posto nella graduatoria del bando promosso dal Miur per la realizzazione dei “Laboratori territoriali per l’occupabilità”, ossia una nuova generazione di laboratori, aperti anche in orario extra scolastico, pensati per essere palestre di innovazione e spazi dove mettere in campo attività di orientamento al lavoro e di alternanza, ma anche progetti contro la dispersione scolastica e per il recupero dei Neet, i giovani non inseriti in percorsi di studio né di lavoro.

Il bando mette a disposizione complessivamente 45 milioni e un contributo contributo massimo di 750.000 euro per ciascun laboratorio.

Ad annunciare il primato bergamasco è stata l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro Valentina Aprea: «Gli istituti Natta e Paleocapa – ha evidenziato – hanno ottenuto un punteggio di 92,8 su 100: primi tra gli 8 istituti scolastici lombardi, ma anche primi tra le 58 scuole italiane finanziate, confermando ancora una volta l’eccellenza del sistema formativo lombardo».

Nella fase iniziale i due istituti avevano presentato due lavori distinti entrambi ammessi dal Ministero che, in seguito, sono confluiti in un unico progetto cittadino. L’istituto Natta con l’idea iniziale di “Nautilus” si rivolge ad un target di studenti tra i 12 e 19 anni ed ha come obiettivo quello di modellizzare un metodo formativo avanzato, a supporto dell’orientamento alle scienze, alla tecnologia, ed all’autoimprenditorialità facendo incontrare e dialogare sistemi formativi e produttivi diversi, dall’istruzione e formazione regionale ai licei passando per l’istruzione tecnica, dalla piccola e grande impresa attraverso il mondo della cooperazione sociale. Il progetto “Smile-Smart Manufacturing Innovation Lab for Enterprises” dell’Istituto Paleocapa è finalizzato invece alla crescita delle  professionalità utili allo sviluppo del sistema manifatturiero avanzato attraverso l’uso congiunto di strutture laboratoriali.

Altri due istituti bergamaschi, il Majorana di Seriate e l’Isiss Valle Seriana di Gazzaniga, si sono classificati e hanno ottenuto finanziamenti per la costruzione di laboratori didattici speciali.

 


Italcementi-sindacati, parte la richiesta di ampliare le coperture sociali

Una lettera congiunta Italcementi-Sindacati ai ministri Giuliano Poletti e Federica Guidi, per chiedere un esame della situazione e valutare gli strumenti più adeguati per farvi fronte. In seguito all’incontro di oggi, «l’azienda – si legge in una nota – ha dato ai sindacati la disponibilità a verificare presso i ministeri competenti la possibilità di attivare più ampie coperture sociali a favore dei dipendenti del Gruppo».

Nel corso dell’incontro, «Italcementi ha confermato il proprio piano industriale e gli strumenti di sostegno al reddito per la gestione dello stesso, sulla scorta delle nuove regolamentazioni introdotte dal Jobs Act. Al momento, dunque, è confermata l’intenzione di portare a conclusione il piano di ristrutturazione avviato nel 2013, con due percorsi distinti: uno per la sede e le cementerie principali, con durata degli ammortizzatori sociali fino a settembre 2017; l’altro per due cementerie in chiusura e tre in trasformazione in centri di macinazione, con durata della cassa integrazione fino a gennaio 2017. Eventuali allargamenti della copertura saranno oggetto del confronto in sede ministeriale».