Sagre, la scelta di Pedrengo:
acquisti nelle aziende del paese

Nella battaglia, spesso accesa, tra promotori e sostenitori delle sagre e chi, invece, ne denuncia gli effetti negativi (su tutti i gestori di bar, ristoranti e pizzerie, ma anche i residenti nelle zone interessate dalle manifestazioni per via del disturbo), si fa largo una terza via, che passa anche da un “accordo morale” per cercare di salvaguardare i diversi interessi in campo.
È quanto sta accadendo a Pedrengo, dove tutti gli organizzatori delle prossime feste estive nell’area attrezzata di via Piave hanno sottoscritto un impegno comune – nel corso della recente riunione fissata dall’Amministrazione per la definizione del calendario – a rivolgersi per le forniture ai negozi e alle attività presenti sul territorio. Un modo, quindi, per far girare l’economia locale e far ricadere anche sulle aziende una parte del movimento generato dalle grandi tavolate all’aperto.
Non ci sono obblighi né ci saranno controlli, naturalmente, perché la concorrenza e la libertà di scelta devono prevalere, «abbiamo però voluto dare una sorta di ufficialità – spiega il sindaco Gabriele Gabbiadini – ad un comportamento già in essere, così da rimarcarne il valore, mettere cioè in evidenza l’importanza di fare scelte consapevoli». Pedrengo, tra l’altro, può contare su realtà produttive e di distribuzione capaci di soddisfare le esigenze di questo tipo di eventi e al resto possono pensare i negozi di vicinato, che, stretti tra le difficoltà della piccola impresa e la congiuntura negativa, possono trovare in questo tipo di forniture una salutare boccata di ossigeno. «Appoggiarsi a partner locali – prosegue il sindaco – è anche funzionale ad una migliore gestione degli aspetti legati alla sicurezza e igiene degli alimenti, soprattutto per i prodotti deperibili come carni, verdure e surgelati». E non è che la zona di acquisto sia delimitata sulle mappe, «l’iniziativa – ribadisce – è semplicemente un invito a tenere conto di ciò che offre il territorio». 
Gabbiadini non nasconde che le sagre creano problemi ai gestori dei locali pubblici, «che hanno dipendenti e assicurano un servizio tutto l’anno, ma che nel periodo estivo rischiano di restare sulla soglia ad aspettare i clienti». «Non si può non tenere conto del tessuto produttivo e del lavoro – afferma -, ma è anche vero che le associazioni che chiedono di organizzare le feste lo fanno per raccogliere fondi per il sostentamento delle proprie attività, che quindi ritornano alla comunità come servizio sociale». Entrambe le parti hanno perciò le proprie buone ragioni e quello che il Comune sta cercando di fare è raggiungere un equilibrio. Già con l’amministrazione precedente nel regolamento di polizia urbana sono stati introdotti dei precisi criteri e limiti per l’organizzazione delle feste in via Piave. Il periodo di svolgimento è compreso tra l’ultimo fine settimana di maggio e il primo di settembre, le manifestazioni non possono durare più di cinque giorni (ad eccezione di quella degli Alpini, legata ad una convenzione che prevede da parte del Gruppo la gestione dell’area, il servizio di allestimento e manutenzione della struttura) e un terzo dei weekend deve restare libero da iniziative. Complessivamente non possono essere superati i 45 giorni di festa totali e sono state fissate anche delle priorità nella valutazione delle richieste in caso di disaccordo, con la precedenza che va, nell’ordine, alle associazioni territoriali di volontariato sociale, a quelle sportive, ai partiti politici e alla storicità degli appuntamenti. Il regolamento definisce anche gli orari per l’utilizzo degli altoparlanti e la diffusione della musica.
«Ma accanto alle regole scritte – fa notare il primo cittadino – ciò che stiamo portando avanti è la sensibilizzazione e la responsabilizzazione degli organizzatori, che in fondo sono le chiavi di volta per rendere efficaci gli interventi. Sulla diffusione della musica, ad esempio, il messaggio è stato recepito e oggi riceviamo solo sporadiche lamentele. Tre anni fa abbiamo anche inserito l’obbligo di adesione delle feste al codice etico sulla somministrazione di alcolici promosso dall’Ambito territoriale di Seriate, accolto sulle prime come un’imposizione, ma ora ampiamente condiviso. Non è che sia così gravoso rispettarlo – fa notare -, si tratta di non servire alcolici ai minori e a chi è in uno stato di evidente alterazione, secondo la legge, e di informare sui rischi dell’alcol, soprattutto per chi si mette alla guida. Ciò che abbiamo chiesto è una presa di coscienza del problema e la disponibilità a condividere un percorso». Anche l’invito a fare acquisti in paese ha lo stesso senso, «vuole far riflettere sulle ricadute che le manifestazioni hanno sul territorio e offrire una strada rispettosa del tessuto produttivo locale». 
A chi si interroga sul fatto che possa essere una mossa elettorale, Gabbiadini (eletto nelle file del Pdl, si ripresenterà da indipendente) risponde che sarebbe stato molto più semplice non intervenire sul tema delle sagre. «Quando si cerca di regolamentare dei fenomeni, inevitabilmente si va incontro a delle critiche – rimarca -, tra chi vorrebbe più libertà (di fare tardi, di avere a disposizione più giornate) e chi chiede più restrizioni. Noi stiamo cercando di garantire i diritti di tutti, con modalità che tengono conto della nostra realtà e il più possibile accettate».   
Per l’estate 2014, intanto, i giochi sono fatti. La stagione – nell’area adiacente il bel parco Frizzoni che ospita anche maestosi Cedri dell’Himalya – si aprirà con la festa dell’Oratorio per chiudersi con quella storica dell’Avis Aido. Nel mezzo ci sarà spazio per la Festa dei Pescatori nella quale si inserisce la manifestazione del Comune per i giovani “Pedrengo Music Festival”, quella degli Alpini, le iniziative delle associazioni Croce Bianca, Terra d’Europa e Omero, e la festa del Pd.