Parte da Lovere
la rivoluzione dell’ombrello 

nella foto: Diego Parisi

Si può essere creativi anche rivoluzionando un oggetto semplice come un ombrello. E’ il caso di Diego Parisi, 49 anni, di Lovere, padre di “Eccentrella”, il nuovo parapioggia con l’asta in posizione eccentrica rispetto alla copertura.
L’inventore bergamasco ha prima brevettato i prototipi e poi ne ha fatti fabbricare qualche migliaio in Cina e ora è pronto a lanciare il modello sul mercato nazionale.
Se le innovazioni servono per migliorare la vita quotidiana, il suo nuovo modello dal design accattivante si sta già conquistando un ruolo di primo piano. L’originalità è concentrata nella struttura: l’asta non più centrale, ma spostata a fianco permette di coprire dalla pioggia in modo totale. Gli ombrelli tradizionali, al contrario, riparano, più una spalla rispetto all’altra, che resta così più esposta alle intemperie. Questo perché la mano che tiene l’ombrello è decentrata rispetto al corpo. 
Parisi, come le è venuta l’idea di creare “Eccentrella”?
“E’ successo nel 2004. Passeggiavo per Bergamo, sotto la pioggia, proteggendomi con un ombrello convenzionale e quando mi specchiavo nelle vetrine mi accorgevo che avevo sempre la spalla sinistra bagnata. La mia compagna, perfino la borsetta fradicia. Non c’era una protezione totale dall’acqua. L’unica eccezione sono i modelli molto grandi che però nel contesto urbano sono ingombranti. Ho realizzato che mettendo invece l’asta dell’ombrello in posizione non centrale rispetto alla copertura, questo problema sarebbe stato superato”.
E così ha rivoluzionato il parapioggia…
“In effetti l’ombrello è leggermente più corto davanti rispetto a uno con asta centrale e quindi si evitano rotture nella parte anteriore della copertura soprattutto quando ci si scontra con altre persone. Possiede un ingombro minore rispetto a un ombrello più grande ad asta centrale, ma protegge allo stesso modo”.
Dal 2004 al debutto sul mercato attuale sono un po’ di anni …
“Ci sono passaggi ineludibili. Prima ho depositato il modello del telaio presso l’ufficio brevetti di Milano, una pratica semplice e necessaria. Poi ho presentato la stessa domanda ad Arlington, negli Stati Uniti. In questo caso, il procedimento è stato più lungo e costoso. Ma alla fine le Commissioni competenti si sono riunite e hanno confermato l’assoluta novità del mio prodotto rilasciandomi  l’utility patent nel 2009”.
La fabbricazione è avvenuta in Cina, perché?
“Negli Stati Uniti sarebbe costata troppo. Per questo ho optato per studio, sviluppo e  produzione in Cina. Le prime due fasi hanno richiesto oltre un anno, la produzione solamente tre settimane. In Asia la produzione ha costi ancora contenuti. E ciò mi permette di vendere “Eccentrella”, in Italia, a soli 19,90 (Iva inclusa) più un contributo per la spedizione, con consegna nell’arco di una settimana. La richiesta può essere fatta attraverso il mio sito aziendale www.eccentrella.com”.
Quali sono le caratteristiche tecniche e i materiali di “Eccentrella”?
“La copertura a forma di cupola, regolare e circolare, ha un diametro di 110 centimetri. L’asta è in alluminio, l’apertura a molla. La bilanciatura del telaio è perfetta e permette di tenere l’ombrello senza affaticare la mano. Le stecche hanno 12 misure diverse e sono in fiberglass. Il tessuto è blu o verde con manici abbinati. Non ho voluto nessuna fantasia, mi sono concentrato sul modello”.
Non teme la concorrenza? Oppure che qualcuno possa copiarle l’idea?
“L’azienda olandese Senz ha ideato un modello simile al mio, conosciuto come “The storm”, la tempesta, ma non ha una vera cupola ed è troppo basso. Anche Carpisa ha progettato un ombrello che si avvicina nell’idea al mio, ma è piccolo, pieghevole e non altrettanto bilanciato. Eccentrella è perfetta ed è destinata a essere l’ombrello del futuro”.
Prima però deve pubblicizzarlo. Oltre al web, quali saranno le sue piazze principali?
“La mia campagna parte ora e durerà un paio di mesi a Milano. Il centro, Duomo e San Babila, saranno battuti da un triciclo pubblicitario. Poi tra aprile e maggio sarò nelle vie centrali di Bergamo”.
La sua mente creativa ha in serbo altre novità?
“La meccanica è una scienza molto primitiva, ti permette di progettare invenzioni e di capire subito in che direzione andranno e se sono fattibili. In cantiere ho molte idee. Come una biro che ti permette di scrivere velocemente perché dotata di un inchiostro speciale, molto più scorrevole. E poi sto pensando di realizzare un monopattino monoruota che possa raggiungere i 16 chilometri orari. E ancora sogno di vedere ai piedi della gente delle scarpe da ginnastica con una forma molto particolare. Ma non posso svelare nulla. Non vorrei che la Nike ci arrivasse prima di me”.

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