Imprese del terziario, percorsi di vaccinazione nei presidi già in funzione e non in azienda

Imprese del terziario, percorsi di vaccinazione nei presidi già in funzione e non in azienda

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa

Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom: “Riteniamo sia la soluzione più appropriata per ragioni logistiche, costi e rischi conseguenti alla vaccinazione di titolari e addetti”

Per le imprese del terziario, soprattutto quelle di piccole dimensioni, la vaccinazione in azienda è impossibile: sarebbe meglio individuare dei percorsi all’interno dei presidi già in funzione. È questa la posizione di Ascom Confcommercio Bergamo in merito alla campagna vaccinale a seguito delle molte richieste pervenute in sede da parte degli associati. “Sono oltre 20 mila i lavoratori del terziario che quotidianamente e anche in zona rossa sono a contatto diretto con i loro clienti e quindi sono soggetti a rischio – afferma Giovanni Zambonelli, presidente di Ascom Confcommercio Bergamo -. Negli ultimi giorni abbiamo ricevuto tante richieste da parte dei nostri associati, sia della attività più grandi e strutturate sia di quelle piccole e piccolissime”.

Di fatto, per il mondo del terziario, il 17 marzo scorso Confcommercio Lombardia e Federdistribuzione avevano già aderito al protocollo per la partecipazione delle aziende produttive Lombarde alla campagna vaccinale anti Covid-19. Il protocollo prevede che l’attività vaccinale in azienda sia a cura del medico competente e sia oggetto di monitoraggio da parte della ATS, anche al fine di eventuali rimodulazioni, in considerazione dell’evoluzione dello scenario epidemiologico e delle disposizioni nazionali.
“La Regione Lombardia ha stabilito i principi generali e i requisiti per consentire in sicurezza l’estensione della campagna vaccinale anti Covid-19 alle aziende – prosegue Zambonelli -. Per la somministrazione dei vaccini servono infatti spazi ad hoc per gli accessi, ambienti idonei alla somministrazione, aree per la permanenza post vaccinazione e personale preposto. Per questo motivo riteniamo che tale soluzione possa essere idonea solo per un ristretto numero di imprese di grande e grandissima dimensione che sono in grado di investire nella organizzazione della campagna in azienda, assumendosi i costi per la copertura dei rischi che la scelta comporta. Non vale, invece, per le medie, piccole e piccolissime imprese che rappresentano il 98% delle nostre attività”.

Ascom, già dallo scorso mese di febbraio, con tutte le altre organizzazioni datoriali di Bergamo ha aperto un tavolo di confronto con ATS per la creazione di percorsi di vaccinazione delle imprese associate, all’interno dei presidi già in funzione per la campagna di vaccinazione in corso. “Riteniamo che questa soluzione sia la più appropriata, per ragioni logistiche, costi e rischi conseguenti alla vaccinazione di titolari e addetti, anche perché ad oggi non conosciamo i tempi certi della partenza e Regione Lombardia e ATS non hanno comunicato la disponibilità dei vaccini. A quanto ci risulta non è stato emanato neanche il documento della Direzione Generale che dovrebbe fissare le modalità operative per la fornitura dei vaccini ma stimiamo possa avvenire con la conclusione delle vaccinazioni delle fasce più anziane della popolazione e con l’avvio della campagna massiva. Sarà nostra cura tenere sempre aggiornati i nostri associati” conclude il presidente di Ascom Confcommercio Bergamo.

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa