«Ha intrapreso la via del Paradiso, dove aprirà un nuovo bar». Così i familiari di Tino Acquaroli, storico esercente in largo Rezzara a Bergamo, hanno annunciato la sua scomparsa, dopo una breve quanto implacabile malattia, all’età di 68 anni. Hanno immaginato per lui la possibilità di proseguire nel mestiere di tutta la sua vita, che lo ha reso una vera e propria “istituzione” del centro. Ha infatti cominciato a 12 anni, in un bar vicino alla chiesa di Santa Lucia, per poi affiancare il fratello al Bar Sant’Alessandro e rilevare nel 1983 il suo Bar Haiti.
Bustina in testa, sorriso e battuta sempre pronti, “il Tino” ha incarnato il gestore ideale, quello che insieme all’espresso serve quella piccola dose di spensieratezza che ricerca chi frequenta un pubblico esercizio e che – possono cambiare mode e gusti della clientela – resta il vero segreto del successo di un’attività commerciale. «Se ne va un punto di riferimento della piazza – è il commento più diffuso -. Tino dispensava allegria ed era sempre pronto a dare una mano». E il pensiero va al figlio Edoardo, morto 17 anni fa in un incidente stradale, «affiancava il papà nel locale ed è bello pensare che si rincontreranno».
Anche la famiglia dell’Ascom, di cui è associato da sempre, lo ricorda con affetto ed è vicina alla moglie Camilla e alla figlia Simona, impegnata al bar con lui.