“L’ho detto ai sindacati ce chiedevano un rilancio dello statuto dei lavoratori: va rivisto, ma dobbiamo anche introdurne uno delle imprese, un corpus normativo dove tutti – imprese, esercenti – possano avere un catalogo di diritti” che riconosca loro che un’attività “si può aprire in pochissimo tempo e con pochissimi costi, con chiarezza sulle licenze in modo da consentire a tutti di poter richiedere un finanziamento”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nel suo intervento all’assemblea della Fipe. “Da questa settimana è attivo il contributo a fondo perduto per l’acquisto dei prodotti al 100% made in Italy in favore della ristorazione. È stato istituito nel decreto legge di agosto: non è stato semplice attivarlo. In ogni caso ora ci sono 600 milioni di euro aggiuntivi” continua Giuseppe Conte “Inoltre le attività concentrate in 29 centri storici italiani, individuati con criteri oggettivi, possono chiedere un ulteriore contributo a fondo perduto sempre erogato dall’agenzia delle entrate”aggiunge. “Dopo la prima battaglia” in primavera “quella che abbiamo di fronte”, la seconda ondata, “è una sfida insidiosa che non si può vincere da soli”, i privati cittadini, le associazioni di categoria, le istituzioni, “tutti devono fare squadra”. È l’appello lanciato dal premier. “Siamo consapevoli” che l’emergenza economica richiede un “sostegno più prolungato nel tempo e anche più sostanzioso di quanto qui finora fatto”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. “Il governo è già al lavoro per definire ulteriori misure di sostegno che saranno adottate a stretto giro”, ha garantito, assicurando che la legge di Bilancio, approvata dal Consiglio dei ministri “in queste ore sta per pervenire ed essere esaminata dal Parlamento”. “È una fase difficile della nostra storia, un momento molto complesso anche dal punto di vista economico e sociale, c’è grandissimo disagio sociale diffuso e anche psicologico da parte di cittadini e operatori economici. Noi dobbiamo tener conto di questo: quanto più rapidamente conterremo il contagio tanto più saremo in grado di restituire a cittadini e imprese la fiducia necessaria per ripartire”, ha continuato. Il premier ha poi difeso il sistema basato su 21 parametri usato dal governo per monitorare il rischio di contagio nelle Regioni italiane. “Il sistema per parametri ci consente interventi mirati e di introdurre misure restrittive che siano limitate nel tempo e ben dosate sull’effettivo livello di rischio dei territori”, ha spiegato. “Cerchiamo così di contenere e limitare il contagio”, perchè la seconda ondata della pandemia “è stata così veemente che saremmo comunque stati travolti se ci fossimo affidati solo ai protocolli” di sicurezza anti-contagio. Tra le misure al vaglio del governo vi è anche l’ipotesi di lavorare al ‘contenimentò degli affitti commerciali nei centri storici. “L’affitto per i commercianti è un costo importante, gravoso per chi opera nelle aree più esposte alla crisi,” che sono spesso anche le zone più costose, ha riconosciuto Conte. “Sono consapevole di quanto sia sentito questo tema, incontro spesso tanti singoli esponenti di questa categoria: penso che potremo ragionare su schemi di incentivazione fiscale senza penalizzare i proprietari di immobili. Stiamo valutando qualche forma di intervento compatibile con il quadro costituzionale”.
Il premier ha parlato anche di tutela dei lavoratori più colpiti dalle chiusure e del commercio al dettaglio danneggiato dall’aumento degli acquisti online. “Penso che un’alterazione delle abitudini di vita dei cittadini potrebbe arrivare dal fatto che si sta facendo grande ricorso agli acquisti online. Questo può ridefinire alcune filiere economiche. Dobbiamo mantenere in equilibrio il settore commerciale, altrimenti sarà difficile intervenire dopo”, ha spiegato.
“L’ho detto anche ai sindacati. Dobbiamo essere consapevoli come governo che si stanno creando nuove diseguaglianze e che ci sono categorie che godono di una maggiore protezione, fasce sociali che riescono anche ad accumulare maggior risparmio rispetto al passato, pensiamo ai pubblici impiegati – ha poi aggiunto Conte-. Ci sono altre categorie, settori della popolazione che sono in forte emergenza e sofferenza perché l’impatto della pandemia interessa tutti coloro che non hanno reddito fisso, come le partite Iva, i professionisti, i piccoli imprenditori che, oltre alla perdita di fatturato, devono sostenere costi fissi difficilmente comprimibili anche di questi tempi”. “Auspico che anche nei prossimi mesi governo, associazioni di categoria, come la vostra, responsabile e collaborativa, possano continuare a discutere in un confronto aperto, trasparente e anche costante. Con il dialogo e la collaborazione riusciremo ad alzare la testa, a riaprire la porta verso il futuro con fiducia e determinazione”, ha concluso. “Adesso bisogna tenere duro, fare tutti insieme tanti sacrifici. Noi ci siamo, siamo disponibili a fare tanti tavoli di confronto. Come politici e come cittadini siamo consapevoli che il vostro settore racchiude abilità, competenze, professionalità elevatissime, creatività, cultura. Siamo con voi”