Il “mistero” Sorte, fenomeno o sovraeccitato dalla poltrona?

L'assessore Alessandro Sorte
L’assessore Alessandro Sorte

L’assessore regionale alle Infrastrutture Alessandro Sorte è un giovanotto che aborre la normalità. Lavorare in silenzio, con umiltà, per cercare di portare a casa i risultati è cosa che non fa per lui. Troppo banale e scontato. Non in sintonia con questi tempi in cui basta sparacchiare dichiarazioni ad effetto, magari senza alcun contatto con la realtà, per guadagnarsi ampi spazi sui giornali. L’ultimo esempio è di pochi giorni fa e per il ragazzo di Brignano è stato un vero trionfo. Roba da stomaci forti. Per chi non avesse avuto la ventura di imbattersi nella strabiliante performance, provvediamo noi ad un breve riassunto, con l’avvertenza di tenersi le mascelle per non slogarsele nella sganasciata che inevitabile si scatenerà alla lettura delle parole del prode assessore. In un sol botto, infatti, Sorte ha annunciato che ha trovato i 15 milioni che mancano per portare a termine la ormai leggendaria variante di Zogno (con tipico umorismo da paese il Nostro ha detto che non può diventare “la Salerno-Reggio Calabria in salsa orobica”…); che la Regione è pronta a comprare le azioni di Sacbo che la Provincia vuole vendere (ma subito il presidente Matteo Rossi ha precisato che non ci pensa nemmeno…) e che comunque il Pirellone vuole fare da regista del sistema aeroportuale lombardo (senza nessun potere normativo e magari con una piccola quota? Davvero una min… colossale); e infine che arriveranno tre nuovi treni sulla linea Bergamo-Milano (ennesimo annuncio di una serie che pare non avere mai fine mentre le condizioni in cui viaggiano i pendolari, e chi scrive lo constata di persona ogni giorno, sono indegne di un paese civile). Ora, delle due l’una: o Alessandro Sorte è un fenomeno, uno statista in sedicesimo destinato a diventare un padre della Patria vista la capacità rabdomantica di trovare una soluzione per ogni problema; oppure, siamo in presenza di un caso di sovraeccitazione da poltrona che rischia di provocare da un lato profonde delusioni in chi (incautamente) dovesse fidarsi di tante facili promesse e dall’altro un senso di prostrazione in chi un giorno, guardandosi allo specchio, potrebbe rendersi conto di aver abusato sia della propria intelligenza che della pazienza altrui. E’ già capitato in passato di occuparsi in maniera critica delle gesta dell’assessore. Qualche servo sciocco vi ha visto antipatia personale o pregiudizi. Nulla di tutto ciò. Semmai, visto che il rinnovamento (che passa anche dal ringiovanimento, pur se non limitato alla carta d’identità) della classe politica è quanto mai auspicato, si vorrebbe evitare che l’eccessivo ardore o l’inevitabile mancanza di esperienza possano indurre a commettere grossolani errori. Tali da spingere, come è già capitato, a dover rimpiangere che “si stava meglio quando si stava peggio”. Poiché Sorte ama circondarsi di vecchi cacicchi della Prima Repubblica ha a portata di mano l’occasione per farsi spiegare come e qualmente una classe politica che pure, complessivamente intesa sia chiaro, aveva saputo far crescere e sviluppare il Paese si è autodissolta fra scandali, malgoverno, promesse non mantenute. Un breve ripasso di storia, buono anche a impedire per qualche giorno altre sparate propagandistiche, al nostro assessore non potrà che fare bene.