Le foto e i più bei lavori dei ragazzi

Claudio Tiano

 

Claudio Tiano – Scuola Primaria di Endenna Zogno 

MOSCHE, CAVALLETTE, SCARAFAGGI E PREMIO NOBEL di Luigi Garlando

Motivazione: “Ha compreso il senso del recensire, che è raccontare le emozioni del libro e non il libro stesso”.

Il libro racconta di Luigi Aloe che ha avuto una  vita avventurosa e leggendo la sua storia, sembra che abbia avuto molto successo. In realtà, anche dopo le sue importanti scoperte, nessuno si è mai accorto di lui perché noi tutti conosciamo Rita Levi-Montalcini, però non sappiamo niente di chi ha avuto l’onore di lavorare con lei e di permetterle di raggiungere i suoi traguardi.
Il libro è scritto molto bene e le illustrazioni, messe ogni tanto all’interno delle pagine, rendono la storia più concreta.

L’autore ha raccontato questa storia lasciandoci  un grande messaggio: con la cultura e l’intelligenza si possono battere molti nemici. In questo caso il nemico è la miseria, ma noi possiamo applicare l’insegnamento anche alla  vita dei nostri giorni: solo la cultura e la scienza ci permetteranno di superare questo momento difficile che stiamo attraversando”.

 

Samuele Maffi

Samuele Maffi –Scuola primaria Gabriele Rosa – ICC Camozzi – Bergamo

IL FENOMENALE P.T. HELIODORE di Guido Sgardoli  

Motivazione: “Ha compreso il senso del recensire, che è raccontare le emozioni del libro e non il libro stesso”.

E’ un libro a dir poco perfetto! Contiene tutto ciò di cui un libro ha bisogno; lo scrittore è riuscito a descrivere molto bene tutto e a sviluppare diversi discorsi e argomenti.

Non sono mancati i colpi di scena.

I personaggi sono descritti bene, con caratteristiche fisiche e psicologiche molto diverse tra loro e appropriate ai vari personaggi come ad esempio la fantasia di P.T., la cattiveria dei signori Pettigufer e la dolcezza di Alice (la ragazza piuma).

Il libro suscita sia felicità che tristezza, è scritto talmente bene che nei momenti più difficili riesce a trasmetterti quella tensione come se tu fossi il protagonista (P.T. Heliodore).
Il libro mi ha fatto venire la pelle d’oca e mi ha insegnato a migliorare me   stesso e ad accettare ciò che ho.

Il libro è stupendo! Leggetelo!”

 

Simone Carrusci

Simone Carrusci – Scuola primaria “Dante Alighieri”Istituto comprensivo di Mapello

SOLO UNA PAROLA. UNA STORIA AL TEMPO DELLE LEGGI RAZZIALI  di Matteo Corradini 

Motivazione : “Per l’analisi approfondita, le riflessioni sociali e per il messaggio di ottimismo generazionale con il quale chiude la sua recensione”.

E’ un bellissimo libro ambientato a Venezia nel 1938, accompagnato da splendide illustrazioni di Sonia Cucculelli, parla di un bambino di nome Roberto che frequenta la quinta elementare. La sua vita è normale: ha 9 anni, va a scuola, ama giocare con gli amici a qualsiasi gioco, adora ammirare le stelle e individuare le costellazioni nelle notti limpide, ha una famiglia che gli vuole bene, ha un debole per le lentiggini di Lucia…e porta gli occhiali.

Ma tutta questa normalità, tutto di un tratto si dilegua, quando un giorno, un signore alla radio (la televisione non c’era ancora), nomina una parola: “occhialuti”. Questo signore dice che “degli occhialuti non ci si può fidare”, “dagli occhialuti dobbiamo difenderci”… Da quel momento, Roberto si accorge che tutti lo guardano in modo strano, facendogli capire che qualcosa in lui, lo rende diverso dagli altri: i suoi occhiali. 

Ma da quando indossare gli occhiali è un problema? Lo diventa se qualcuno inizia a giudicare chi porta gli occhiali diverso dagli altri. Ma possibile, che le persone che portavano gli occhiali, fossero così simili tra di loro da essere accomunate tutte? È pensabile che dall’uso improprio di quella, che è solo una parola possa cambiare il destino delle persone?

Eppure Roberto da quel momento è costretto a subire le discriminazioni dei suoi compagni, prese in giro a scuola, dispetti nei bar… Non può più andare alla sua scuola, ma deve frequentare una scuola speciale, solo per bambini con gli occhiali. La solitudine lo accompagna sempre di più fino a quando se ne andrà, con la sua famiglia e altri “occhialuti”, alla ricerca di un mondo migliore… “Dove persino le persone s’avvicinano tra di loro senza volersi male, dove chi ha gli occhiali viene trattato esattamente come chi non li porta. Dove la radio trasmette buone notizie. Dove il primo Ministro parla solo per incoraggiare, risolvere, sostenere. E non per spezzare, dividere, impaurire”. Una nuova speranza si accende nel cuore di Roberto e della sua famiglia.

Questo romanzo prende spunto dalla storia vera di Roberto Bassi, bambino ebreo espulso dalla scuola elementare, raccontata in un documentario di Giorgio Treves del 1938, “Diversi” prodotto da Tangram Film.

L’autore cerca di spiegare il razzismo a noi ragazzi con una storia inventata che ti coinvolge, che ti trasporta con l’immaginazione proprio in quei tempi, proprio a pensare di subire una discriminazione così ingiusta… Attraverso la metafora degli occhiali, l’autore svela cosa successe agli ebrei durante le leggi razziali. Se si fa un piccolo sforzo e si mettono gli ebrei, al posto degli “occhialuti” del romanzo, si avrà davanti un libro che parla di storia, di quella storia avvenuta in Italia e in Europa negli anni, che hanno preceduto la Seconda guerra mondiale. Una storia che parla di un regime fascista, che sconvolge la vita degli ebrei con odio, violenza. E’ accaduto veramente, che gli ebrei venissero presi in giro anche alla radio, che la gente li guardasse con sospetto, che i bambini venissero allontanati dalle loro scuole …

Portare gli occhiali, avere le lentiggini, avere i piedi piatti, essere ebreo, essere portatore di diversità. può significare essere diverso agli occhi degli altri per qualche fattore e ciò può alimentare comportamenti di discriminazione, di odio, di  emarginazione, di violenza…

Ma cosa vuol dire essere diverso? Non siamo forse tutti esseri umani con gli stessi diritti davanti agli occhi di Dio, del mondo e degli altri? Le nostre diversità, i “nostri colori” non sono forse quelle particolarità che ci differenziano dagli altri in modo bello, unico e significativo?

Quando qualcuno ti prende in giro, quando qualcuno ti isola, quando qualcuno ti disprezza solo perché tu sei fatto così non è bello. Significa che vince il pregiudizio, cioè si giudicano gli altri senza conoscerli e li si respingono. Avviene un’ingiustizia!

La nostra storia è colma di infiniti episodi di discriminazioni, mi auguro che da questi errori la mia generazione possa aver imparato e che questo possa offrire una  nuova speranza per il nostro futuro.

Mi piace credere, come Roberto, che ci possa essere spazio e tempo per un mondo migliore, fatto di Uguaglianza e di Giustizia!”. 

Iris Cassone

Iris Cassone – Istituto Sant’Angela Merici

SENTIRAI PARLARE DI ME di Sara Rattaro
Motivazione: “Per lo stile pulito, conciso e con una chiusa poetica ma di forte determinazione”.

 


“Bianca, un’alunna delle scuole medie, affascinata dal mondo della scrittura, vorrebbe fare la giornalista.

Bianca, innamorata di un ragazzo della sua età di nome Matteo, è dotata di una spiccata curiosità.
La ragazzina si occupa del giornale della scuola con il suo migliore amico Martino, con il quale scambia quotidianamente confidenze.

Durante la cosiddetta “giornata dei mestieri”, alcuni adulti vengono chiamati in aula per parlare dei loro lavori. Ed è in questa settimana che Bianca incontrerà Vittoria, una giornalista che li cambierà la vita. Vittoria infatti saprà incuriosirla raccontando le vicende di Nellie Bly, una giornalista giunta a compiere imprese incredibili alla ricerca della verità.

Nello stesso periodo a scuola viene fatto un murales da una persona in incognito chiamata Solaro. Bianca, totalmente conquistata dalle imprese di Nellie Bly farà di tutto per incontrare Vittoria.
Bianca riuscirà a scoprire chi è Solar? E come? Come andrà con Matteo?
Mi è piaciuto lo stile di scrittura di Sara Rattaro: frasi lunghe mozzafiato, punteggiatura corretta, doppi sensi…
Mi ha colpito molto il motto di Nellie Bly “Non ho mai scritto una parola che non venisse dal cuore e mai lo farò” perché ha determinazione e dimostra autostima, ma anche quando le donne venivano sottovalutate e maltrattate ingiustamente. 

Consiglierei questo libro a persone che amano narrazioni avvincenti in cui si scoprono realtà tristi e spesso sconosciute.

Sinceramente non ho consigli da dare all’autrice. Era tutto perfetto!”

 

Mathias Borbone

Mathias Borbone – Classe 1 A Castel Rozzone – Istituto Tecnico Comprensivo C. Consonni 

Castel Rozzone 

MOSCHE,CAVALLETTE, SCARAFAGGI E PREMIO NOBEL di Luigi Garlando

Motivazione: “Per essere riuscito in poche righe a cogliere il senso preofondo del libro e dei messaggi che l’autore ha voluto trasmettere”. 
“Il libro racconta la storia di Luigi, o meglio è Luigi stesso, Gigino, che ci racconta la sua vita partendo però, non dall’inizio, ma dal traguardo raggiunto: la storia si apre con la partecipazione del protagonista alla serata in cui Rita Levi Montalcini ha vinto il Nobel per la Medicina. E qui, grazie ad una mosca che si poggia sul suo ginocchio destro, il protagonista inizia a raccontarci la sua vita facendo un salto nel passato: Gigino era il terzo di sei fratelli, nato in una famiglia calabrese numerosa e povera. Un’infanzia difficile la sua, quando è ancora un bambino perde il padre e, anche se ancora “piccolo”, lascia la quarta elementare per iniziare a lavorare ed aiutare la sua famiglia. Grazie però a tutti i suoi lavori riesce ad incontrare e conoscere le persone giuste che lo aiutano, insieme alla sua grande determinazione e forza di volontà, a cambiare il suo destino e a raggiungere i suoi obiettivi: dalla bottega del sarto Salvatore ad Amantea, suo paese natale, dove impara, prima ancora del lavoro da sarto, a catturare le MOSCHE affrontandole dal davanti; dal lavoro di muratore prima nel suo paese e poi in Germania, lavoro così duro che lo porta ad ammalarsi e ad essere ricoverato in ospedale. Ed è proprio qui, durante il ricovero, che conosce il suo angelo custode, Armando Rigobello che, capite le sue grandi capacità, lo sprona a studiare e gli apre le porte del suo futuro; al lavoro di aiutante del Professor Colombo all’Università dove si occupa delle CAVALLETTE; all’aiutante di Rita Levi Montalcini con la quale collabora inizialmente come addetto alla pulizia e cura degli SCARAFAGGI. In ogni suo lavoro però ci mette sempre tanto impegno, non solo svolge ciò che gli viene chiesto ma osserva il modo di operare degli altri e lo impara. Riesce così a colpire Rita Levi Montalcini, con la quale inizia un rapporto di grande amicizia e soprattutto di collaborazione. Grazie alla sua volontà e impegno riesce ad aiutarla nelle sue ricerche, negli esperimenti, impara ad usare benissimo il microscopio. Grazie all’aiuto e impegno di Luigi, la Professoressa riuscì a dimostrare che la proteina NGF determinava la crescita delle cellule del sistema nervoso. Scoperta che la portò a vincere nel 1986 il Premio Nobel, cerimonia alla quale partecipò anche Luigi.

Devo ammettere che fin da subito il titolo di questo libro mi ha incuriosito: un titolo strano che all’inizio non riuscivo a capire, mi chiedevo quale poteva essere il legame tra “mosche, cavallette, scarafaggi “e “Premio Nobel”.  Ma ecco che durante la lettura, piano piano, tutto ha preso significato: ogni parola del titolo rappresenta infatti una tappa importante nella vita del protagonista e ciascuna di esse nasconde un insegnamento:
MOSCHE la lezione che ha imparato dal capo sarto di Amantea, quella di catturare le mosche prendendole dal davanti e non alle spalle: la vita va catturata dal davanti cioè bisogna viverla con passione, affrontando tutti gli ostacoli per poter raggiungere i propri sogni, con impegno e la voglia di fare sempre qualcosa di più di quello che ci chiedono per migliorarci.
CAVALLETTE con questo lavoro conosce il Professor Colombo grazie al quale riesce ad avere il lavoro al fianco della Professoressa Rita Levi Montalcini. A volte nella vita ci sono degli incontri e delle scelte che ci danno la possibilità di cambiare il nostro destino che non è immutabile: dipende da noi, dall’impegno, dalla volontà che ci mettiamo per cambiarlo e volte anche da un po’ di fortuna e di incontri speciali.
SCARAFAGGI: un lavoro che in pochi avrebbero accettato e che per lui si rivela la svolta della sua vita. Ogni sfida o ogni esperienza che incontriamo nella vita, anche se all’inizio magari ci sembra negativa, ci aiuta a crescere e a migliorare e a volte si capovolge in qualcosa di positivo
PREMIO NOBEL: tutti gli sforzi, gli ostacoli e le prove che la vita ci presenta se affrontati con impegno, con tanta volontà possono cambiare e magari a capovolgere il nostro destino”.

Francesco Leone

Francesco Leone – Scuola Gabriele Rosa –  ICC Camozzi – Bergamo

Il FENOMENALE P.T. HELIODORE di Luigi Sgardoli
Motivazione: “nella sua recensione riesce a trasmettere, nella contrapposizione tra sogni e realtà, un poetico senso di magia”.

 

Dopo aver letto P.T HELIODORE ho capito che:
1) Se vuoi bene a una persona con lei puoi fare tutto
2) Se hai un desiderio e lo vuoi avverare non ti può fermare niente.
Questo libro dimostra che i sogni, anche se visti ad occhi chiusi si possono avverare ad occhi aperti.

Questo brano parla di un ragazzino con una famiglia molto povera, un padre mancato e una madre, 

che per molti può sembrare pazza ma per P.T. è magica.La madre di P.T. aveva un mondo tutto suo senza tristezza e senza dolore, una specie di autismo positivo.

A differenza degli altri, P.T. pensava che la madre non fosse pazza e malata ma pensava che lei sfruttava il diritto di essere felice, nel senso che invece di vivere una vita povera e dolorosa voleva serenità e felicità, e ne aveva il diritto.

P.T. ha ereditato da suo padre un territorio di palude dove si rifugiarono degli esiliati dalla società, soltanto che loro erano più poveri e malmessi di P.T.

Questo territorio era chiamato Nickle Island.

Invece di cacciare questi “esiliati” dal territorio, come avrebbe fatto chiunque, P.T. li accudì, diede 

loro da mangiare, nuove case ecc…

P.T. aveva un sogno: costruire un teatro e far volare la ragazza che amava, la ragazza piuma.

P.T. venne pure incolpato di aver ucciso il figlio maggiore del signore più ricco del suo paese, in verità erano tutti invidiosi del suo “potere”.
Quindi, in sintesi, questo libro dimostra che i sogni non ci sono soltanto quando si dorme e per questo motivo mi è piaciuto molto”.