“La Regione Lombardia avvii il percorso per dare corso alle Zone omogenee, ne stabilisca le funzioni e assicuri loro le relative risorse: solo in questo modo i Comuni della Lombardia potranno far fronte al collasso delle Province”: così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori è intervenuto nella sala del Consiglio Comunale di Bergamo durante la protesta contro i tagli agli enti locali a cui hanno partecipato un’ottantina di sindaci prevalentemente di centrodestra e gli assessori regionali Massimo Garavaglia e Alessandro Sorte. Il primo cittadino di Bergamo si è presentato a sorpresa durante i lavori del convegno, non partecipando alla sfilata che ha visto i sindaci raggiungere la sede del Comune di Bergamo. Gori ha espresso preoccupazione per i 5 milioni di tagli previsti al bilancio del Comune di Bergamo, condividendo con ciò la difficile situazione in cui tutti i sindaci si stanno trovando, e ricordando però che la riduzione dei trasferimenti agli enti locali ‐ oltre 14 miliardi di euro dal 2008 ad oggi ‐ si deve in primo luogo al governo Berlusconi, seguito dai governi guidati da Monti e Letta. Gori ha ricordato come il governo Renzi sia stato il primo ad allentare il patto di stabilità, e a dirottare il taglio della spesa pubblica verso “obiettivi importanti”: la riduzione delle tasse per le imprese, la detassazione delle nuove assunzioni in base al Jobs Act, il sostegno al potere d’acquisto delle famiglie con gli 80 euro e più risorse per la scuola. In questo quadro il sindaco di Bergamo ha però aggiunto che si sarebbe “aspettato qualcosa di più dal governo Renzi” nella direzione di una più equa ripartizione dei sacrifici tra enti locali e corpi centrali dello Stato: “I Comuni pesano solo per il 7,6% della spesa pubblica ma in questi anni hanno sopportato il 20% dei tagli, mentre lo Stato sembra incapace di eliminare i suoi sprechi.” L’intervento di Gori ha quindi spostato l’attenzione sulle Province, che nel 2016 e 2017 subiranno ulteriori drastici tagli, che con ogni probabilità le porteranno al copolinea. “La legge Delrio ‐ ha sostenuto Gori ‐ può andar bene per altre regioni, ma in una regione come Lombardia, che conta 1.530 Comuni, non è immaginabile che non esista un livello istituzionale intermedio tra i Comuni e la Regione. La sola provincia di Bergamo conta 242 Comuni, praticamente lo stesso numero di Comuni di regioni come la Toscana, la Puglia o le Marche”. Da qui la richiesta alla Regione di attivare l’iter per la definizione delle Zone omogenee, forme di governance sovracomunale in grado colmare la distanza tra territori ed ente regionale e di consentire la gestione associata, con importanti risparmi, di numerosi servizi rivolti ai cittadini.