Congiuntura economica, imprese del terziario resilienti, ma non mancano le difficoltà

Congiuntura economica, imprese del terziario resilienti, ma non mancano le difficoltà

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Quadro altalenante. Prima- lieve- flessione della corsa dell’inflazione, si assestano i tempi di pagamento

Le imprese del terziario bergamasco stringono i denti, con la sensazione che il peggio non possa che essere ormai alle spalle, dopo quattro anni estremamente difficili. Prosegue un quadro altalenante tra rallentamenti e frenate, inflazione e stretta creditizia. È quanto, in estrema sintesi, evidenzia il nuovo Osservatorio sul terziario delle imprese di Bergamo, indagine continuativa a cadenza semestrale, effettuata su un campione rappresentativo di imprese, da Confcommercio Bergamo in collaborazione con Format Research.
Nonostante una flessione nell’ultimo semestre, la fiducia a Bergamo resta saldamente al di sopra della media nazionale. Positiva in particolare la fiducia nell’andamento della propria impresa: la previsione per l’autunno ( a quota 53) è superiore decisamente sia alla flessione registrata a marzo (da 51 a 48) che al valore nazionale (a 49). Resta alto il turnover delle imprese e preoccupa la fragilità delle nuove aziende, chiamate per di più ad affrontare un mercato sempre più difficile. L’ultimo semestre ha registrato infatti un minore numero di aperture nel commercio, turismo e servizi. In risalita la previsione da qui a settembre dell’occupazione, dato in cui Bergamo presenta attualmente un dato peggiore di quello nazionale, ma prevede un recupero da qui ai prossimi sei mesi.
In generale, l’andamento e le previsioni evidenziano notevoli differenze per settori e dimensioni di impresa. Si allarga ulteriormente la forbice tra il clima di fiducia nell’ambito dei servizi, positivo anche per effetto della spinta finanziaria dei fondi legati al PNRR, e del turismo che – eccezion fatta per le aree di grande afflusso e attrattività – fatica ad uscire da una crisi strutturale. In difficoltà anche il commercio tradizionale per cui prosegue la difficile sfida al calo dei consumi, con le famiglie alle prese con inflazione e spending-review. “Il quadro evidenzia ancora criticità, anche se la fiducia, insita nel dna degli imprenditori, in particolare nei confronti dell’andamento della propria impresa è in miglioramento- commenta il presidente Confcommercio Bergamo Giovanni Zambonelli-. Le diversità tra settori e a livello dimensionale d’impresa sono evidenti. Basti pensare al turismo, che ha una ricaduta a macchia di leopardo a livello provinciale, con una crescita a Bergamo e  nella Grande Bergamo, ma con fatiche e difficoltà nelle valli.  In lieve miglioramento l’aumento dei costi, di cui si sono fatti carico in larga misura i commercianti per mesi. Preoccupano ancora la stretta al credito e l’aumento del costo del denaro. Oggi un’azienda media se non è più che strutturata sconta tassi elevati. E’ cambiato il modo di rapportarsi al sistema bancario e il nostro territorio avverte la mancanza di istituti legati saldamente ad esso, ormai appannaggio di grandi gruppo bancari dal respiro internazionale. Anche l’occupazione resta una criticità. E su questi temi incentreremo la nostra assemblea annuale il 20 maggio e promuoveremo corsi di formazione con la nostra Cooperativa di garanzia Fogalco, per incrementare la cultura finanziaria”.  “Il periodo si conferma complicato per la situazione internazionale e per il perdurare della stretta dei  consumi. La preoccupazione c è, ma la fiducia non manca- commenta Pierluigi Ascani, presidente Format Research-. Il quadro resta migliore che nel resto d’Italia. Nei prossimi mesi gli imprenditori mostrano di avere maggiore fiducia e ottimismo, con i principali indicatori in ripresa”.

Il tessuto economico: saldo negativo ma in miglioramento

Il terziario della provincia di Bergamo è costituito da 43.837 imprese il 61,9% delle imprese extra agricole attive in provincia. Di queste 17.546 sono del commercio, 5.509 del turismo e 20.782 dei servizi (servizi alle imprese e servizi alla persona). Le nuove iscrizioni nell’ultimo semestre sono diminuite da 813 a 703 (-110). Il saldo semestrale tra imprese nuove e cessate, seppur negativo, è migliorato perché è passato da – 655 (dato a settembre 2023)  a  – 480 (dato a marzo 2024). Le nuove iscrizioni diminuiscono nel commercio, da 283 a 243, nel turismo da 110 a 82 e nei servizi da 420 a 378. Nel corso dell’ultimo semestre il saldo risulta in miglioramento in tutti i settori. Nel dettaglio: nel commercio da – 320 a – 263, nel turismo da -140 a – 95 e nei servizi da -195 a -122.

Clima di fiducia e congiuntura economica: previsioni positive da qui all’autunno

La fiducia nell’economia a Bergamo, nonostante una lieve flessione nell’ultimo semestre (dove è scesa da 42 a 39) resta saldamente al di sopra della media nazionale, che sovrasta di ben 4 punti (in Italia il valore è 35). La previsione per il prossimo autunno è di un suo nuovo recupero a 42 (valore superiore alla media nazionale che si attesta a quota 39).
Il sentiment resta positivo e sopra la media per il solo settore dei servizi  (nelle imprese con più di 10 addetti), in media per il commercio e nettamente al di sotto per il settore turismo e per le imprese meno strutturate (con meno di 10 addetti). Diminuisce in generale anche la fiducia nell’andamento della propria impresa: l’indicatore scende a 48 (3 punti in meno rispetto a ottobre 2023). Tuttavia la previsione in vista dei prossimi mesi è di una crescita addirittura di 5 punti  a 53. I bergamaschi sono più ottimisti della media degli imprenditori italiani (indice a 46). In particolare, appare decisamente  sopra la media l’indice del settore dei servizi e quello delle imprese più strutturate, con più di 10 addetti. In linea anche l’indice del commercio, mentre al di sotto delle attese il settore turismo e quello delle imprese fino a 9 addetti.

Andamento dei ricavi: nettamente sopra la media italiana, si prevede un rialzo

L’indice dell’andamento dei ricavi è sceso a quota  50 (- 3 punti rispetto a settembre 2023). Le previsioni a sei mesi è positiva, con un rialzo a 54. L’indicatore relativo ai ricavi, nettamente superiore alla media del terziario nazionale (a quota 50, dopo una discesa di ben 6 punti nell’ultimo semestre, da 51 a 45). L’indice è sopra la media per i servizi e per le imprese sopra i 49 addetti, dove raggiunge quota 59. E’ in linea per il commercio e le imprese tra i 6 e i 49 addetti e al di sotto per il turismo e per imprese fino a 5 addetti.

Occupazione: sotto la media nazionale ma si prevede un recupero entro l’autunno

L’indice dell’andamento occupazionale delle imprese del terziario orobico è peggiorato rispetto a settembre 2023 ed è passato da 53 a 51. La previsione è di una risalita e un recupero a 53. Il dato è tuttavia peggiore di quello nazionale che è 54. Di contro, la previsione a livello nazionale da qui a sei mesi evidenzia un peggioramento, con uno sfiduciato 50 (sotto di 3 punti rispetto al dato provinciale, dove è appunto a 53). L’indice è sopra la media per il settore dei servizi e per le imprese dai 6 addetti. E’ sotto la media per il commercio e nettamente sotto la media per il settore del turismo e per le imprese micro e fino a 5 addetti.

I prezzi dei fornitori: aumenti per 6 imprese su 10

Il 59,8% delle imprese registra un aumento dei prezzi dei fornitori, il 38,1% stabilità e il 2,1% una diminuzione. Rispetto all’autunno scorso inizia a rientrare leggermente il problema dell’inflazione, con una prima, lievissima,  flessione (da 60,4% a 59,8%) delle imprese che dichiarano di registrare aumenti. Le previsioni per la prossima primavera sono meno plumbee: il  48,2% prevede un aumento, il 51,8% una stabilità.

I tempi di pagamento: in miglioramento, va peggio solo per il 14% degli imprenditori

Continua il miglioramento dei tempi di pagamento con solo il 14% degli imprenditori  che dichiara un suo peggioramento. L’indice specifico registra un primo deciso miglioramento dallo scorso autunno, 44 contro 35, con la previsione di recupero di ulteriori due punti, a quota 46, entro il prossimo ottobre.