«Con l’Expo, tempi e orari
della città andranno rivisti» 

Sono 140 le nazioni che fino ad oggi hanno aderito ad Expo 2015. Tra maggio e ottobre 2015, l’esposizione universale di Milano attirerà oltre 20 milioni di persone, di cui 7 milioni stranieri, con picchi intorno ai 250mila visitatori nei giorni clou, oltre 100 capi di Stato e più di 600 ministri da ogni parte del mondo. E a Bergamo, che si trova a soli 45 chilometri da Milano, questa opportunità fa gola. Già perché la capacità di accoglienza del capoluogo meneghino non sarà certamente sufficiente a soddisfare le numerose richieste di ricettività turistica. In totale circa 8 milioni di visitatori atterreranno tra Orio (soprattutto con i voli low cost) e Linate e la Bergamasca da sola è pronta ad accogliere tra i 5 e i 6 milioni di turisti. Si ipotizza che la città e l’hinterland insieme potranno dare alloggio all’80% dei visitatori di passaggio in provincia smistandoli tra i suoi 4.450 posti letto alberghieri e i 1.550 extra alberghieri (bed and breakfast, agriturismi e ostelli). “Per il 2015 tutti dovranno collaborare per offrire un ricco calendario di eventi che stimolino i visitatori a fermarsi da noi – ha detto la delegata al Turismo di Palafrizzoni Roberta Garibaldi -. Il 79% di chi andrà all’Expo lo farà per turismo e tempo libero mentre solo una minima parte verrà per affari. Ecco quindi che è necessario rendere la città accogliente e funzionale. Per far questo serve una revisione dei tempi e degli orari della città che sono ancora sincronizzati sulle attività commerciali e non sulle esigenze di un turista che vuol mangiare a tutte le ore o che vuole visitare i musei senza rischiare di incappare in chiusure infrasettimanali. Auspichiamo anche in un miglioramento dei trasporti su rotaia visto il traffico intenso che si genera in autostrada. Infine punteremo sulle scolaresche. Sono varie le opportunità di visita offerte dalla città grazie al suo straordinario patrimonio storico-culturale e paesaggistico e le importanti raccolte conservate nei musei sono certamente in grado di stimolare progettualità didattiche ed educative nell’ambito dei viaggi scolastici d’istruzione”.