Treviglio, Slow Food lancia la “Comunità del cibo buono”

cheeseEducare le nuove generazioni al concetto di “biodiversità” e salvaguardare i prodotti e le tradizioni locali: è la duplice sfida che Slow Food Bassa bergamasca lancia in vista di Expo 2015 dove l’associazione fondata da Carlin Petrini vuole avere un ruolo centrale in materia di nutrizione. Il programma, che vedrà impegnata la Condotta trevigliese guidata dal Fiduciario Barbara Schiavino, è stato presentato in occasione dell’Assemblea annuale dei soci tenutasi nei giorni scorsi al Podere Montizzolo di Caravaggio. Obiettivo principale dell’attività sul territorio rimane l’educazione, anzitutto nelle scuole: “Per noi l’educazione è al primo posto – ha detto nella sua relazione di bilancio il segretario Chicco Crippa – nelle scuole come tra la gente. Nel 2014, in collaborazione con la Cooperativa sociale Alboran, abbiamo continuato il progetto “La biodiversità nell’agricoltura della Bassa bergamasca” presso la Scuola Agroalimentare di Caravaggio e iniziato il progetto  “Un menu biodiverso” all’Istituto ABF di Treviglio nei corsi per cuochi e per pasticceri. Attività educativa che continuerà, ancora più specifica, quest’anno per l’apertura ufficiale dell’Esposizione universale di Milano, anche in altri Istituti scolastici trevigliesi, come per il progetto Happy Hours con l’Istituto Professionale Zenale Buttinone e la partecipazione al Progetto “Culture e colture di cibo nella Bassa pianura”, con Labter e Rete S.O.S. e il Comune di Treviglio, nelle scuole primarie”. Educazione in primo piano anche in mezzo alla gente attraverso la partecipazione a fiere, sagre ed eventi: si sono svolte serate con degustazioni di prodotti Presidio Slow Food, un Corso di degustazione del vino, Laboratori del gusto alla Sagra della patata di Martinengo e alla Festa della CFL in settembre al mercato di Treviglio; assieme alle altre Condotte bergamasche sono stati organizzati i “Sabati di…vini” a Leolandia nel mese di luglio, i Laboratori del gusto alla GAMEC di Bergamo (cibo e arte) e al Food Film Fest di Bergamo (cibo e cinema). Un ambito particolare è stato riservato a promuovere la conoscenza dell’olio extravergine con l’evento “Dall’oliva all’olio”, una piacevole domenica passata tra uliveto, frantoio e rinfresco, in un’azienda sui colli bergamaschi, e con la serata de “il Gioco del piacere dell’olio” un vero mini corso di apprendimento e degustazione. A tutto questo si devono aggiungere le iniziative culturali copromosse con la rete associativa di Infinito Benessere; le serate, organizzate con Libera e Legambiente, in difesa della Legalità e contro le mafie che anche nella nostra provincia agiscono nel settore dell’ambiente e dell’agroalimentare. Infine ricordiamo le visite ad aziende agricole e cantine, gli incontri conviviali a tavola nei locali e negli agriturismi che propongono i piatti genuini del territorio e di stagione, per un totale di oltre 30 eventi organizzati nel 2014. “Anche nel programma 2015 l’educazione farà la parte del leone – ha ribadito Barbara Schiavino, presentando il programma del corrente anno – sottolineando che centro dell’attività annuale sarà naturalmente l’Expo e non solo a Milano, dove Slow Food gestirà un grande spazio tutto dedicato alla Biodiversità, “l’unica ricetta in grado di Nutrire il Pianeta”, ma in tutta una serie di eventi sul territorio organizzati con le associazioni locali. Ci sono in cantiere anche progetti a lungo termine come la realizzazione della “Comunità del cibo buono, pulito e giusto” , un obiettivo ambizioso da costruire con la scoperta, la conoscenza e la mappatura di produttori, trasformatori, artigiani, allevatori, negozianti, docenti, chef e ristoratori del nostro territorio, riuscendo a mettere in rete tutte queste realtà”. Un primo step di questo percorso sarà l’ impegno a progettare e realizzare un  “Mercato della Terra” con i prodotti locali, a filiera corta e chilometro zero, per garantire a tutti il diritto al cibo di qualità e rispettoso della salute, dell’ambiente e delle tradizioni della bassa pianura. A tale proposito Slow Food conferma l’impegno a promuovere le iniziative culturali e solidali, come la mensa popolare e l’attività della Quercia di Mamre a Treviglio, contro la lotta agli sprechi alimentari e per il diritto al cibo per tutti. Info su www.slowfoodbassabg.it


Il mais Spinato tra i campioni del rilancio del territorio

copertina libro - Cibo e identita localeUno studio approfondito e articolato per segnalare i processi virtuosi innescati in sei distretti lombardi grazie alla riscoperta dei prodotti tipici dell’enogastronomia. Viene presentato giovedì 19 marzo alle 20.45 a Gandino, nella Sala conferenze della Biblioteca Civica Brignone, il volume “Cibo e identità locale – sistemi agroalimentari e rigenerazione di comunità” di Michele Corti, Sergio De la Pierre e Stella Agostini, edito dal Centro Studi Valle Imagna.

Il libro (oltre 500 pagine) ricostruisce alcuni “modelli” esemplari di sviluppo locale in cui la difesa e la valorizzazione del patrimonio legato ai sistemi agroalimentari locali tradizionali ha innescato processi virtuosi di rigenerazione comunitaria. All’insegna di proposte autosostenibili.

«Il Comune di Gandino – sottolinea il delegato al turismo Antonio Rottigni, presidente della commissione De.C.O. – segue con attenzione le ultime fasi di avvicinamento a Expo Milano 2015 e più in generale le tematiche legate a sviluppo sostenibile, biodiversità e cooperazione. Il progetto Mais Spinato di Gandino, che in questi anni ha dato alla comunità tante soddisfazioni, ne è la chiara conferma. Un progetto che mette al centro coltura e cultura del Mais, quale leva importante di rilancio economico e di promozione della nostra terra. Ne abbiamo avuto la riprova alcune settimane fa con l’ennesima partecipazione a “Gusto in Scena” a Venezia, dove unanimi sono stati gli apprezzamenti degli chef dell’alta cucina».

Il volume “Cibo e identità locale” mette in relazione l’esperienza di Gandino con altri cinque sistemi agroalimentari lombardi di eccellenza: il grano saraceno di Teglio, il vitigno urbano Pusterla di Brescia, l’asparago di Mezzago, lo stracchino all’antica di Corna Imagna e il bitto della Val Gerola.

Protagonista della seconda parte della serata sarà il libro “Chicco Spinato e il mondo del Mais” (ed. Sahel) nato dalla fantasia di Nadia Fornoni, con le illustrazioni di Nicoletta Cabrini e la collaborazione di Angela Sabella e Giulia Pasini. «Attraverso le brillanti lezioni alla Scuola Alimentare del maestro Melgotto – spiega Nadia Fornoni – Chicco Spinato racconta la storia del Mais Spinato e pone a portata di bambino i temi di Expo 2015». Durante la serata verrà presentato il nuovo sito didattico e interattivo www.chiccospinato.it


Gelatieri, dal Co.gel corso gratuito sulla gestione del punto vendita

bar-gelateriaIl Comitato gelatieri bergamaschi dell’Ascom offre ai propri associati un corso di aggiornamento dedicato alla gestione del punto vendita. Realizzato in collaborazione con Mec 3, si terrà lunedì 16 marzo alle 13.30 nella sede di Iceberg, concessionario Carpigiani in via Pandini 6 a Bergamo. L’incontro punta i riflettori sul rapporto con i clienti con un programma che partendo da una panoramica sui prodotti e i bisogni, affronterà la gestione del magazzino, le iniziative di fidelizzazione e le promozioni e come coltivare le relazioni fino alla simulazione della gestione del reclamo. Per gli iscritti al Comitato il corso è gratuito, per i non associati il costo di partecipazione è di 50 euro. I posti disponibili sono 30, le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento del numero massimo. Per confermare la presenza occorre inviare un’e-mail all’indirizzo cogel@ascombg.it o telefonare al numero 035 213030.


Tortelli di magro con Scarola dei colli, ecco la ricetta di Bergamo per l’Expo

TortelliArrivano le schede gastronomiche delle province lombarde, new entry dei cibi tipici locali, studiate per la vicinanza alla dieta Mediterranea, l’apporto energetico, di vitamine e micronutrienti. Il progetto é delle Camere di Commercio di Milano, Bergamo, Monza, Lecco, Pavia, Varese in collaborazione con Università degli Studi di Milano. Le ricette si possono consultare nel ricettario globale di Expo. Per Bergamo la nuova ricetta è Tortelli di magro con scarola dei colli e pomodorini, per Milano il minestrone alla Milanese, per Monza tagliatelle fresche integrali con asparagi rosa di Mezzago De.Co all’olio di limone ed acciuga, per Pavia risotto con fagioli, per Varese mantecata di Carnaroli al Sebuino d’Angera glassata alla Formaggella del Luinese, per Lecco filetto di lavarello dorato con asparagi verdi e emulsione di capperi, bottarga di lavarello e olio e extra vergine di Perledo.

Quanto al capitolo export, nei primi 9 mesi del 2014, Milano ha esportato per un valore di 1,2 miliardi, Brescia, Bergamo, Mantova e Pavia per circa 400 milioni.

“La ristorazione – rileva Lino Stoppani, vicepresidente di Confcommercio Milano e presidente di Epam, l’Associazione milanese dei pubblici esercizi – è uno strumento fondamentale per valorizzare e promuovere il territorio anche per le eccellenze della produzione agricola lombarda. Il miglioramento dei rapporti all’interno della filiera agroalimentare risponde ad esigenze di qualità, tipicità, sostenibilità ambientale, salubrità e anche di convenienza, valori sui quali la ristorazione offre esperienza, competenze e interesse, non solo di natura economica”.

“Frutta e verdura – afferma Dino Abbascià, presidente del Sindacato dettaglianti ortofrutticoli di Confcommercio Milano e presidente di Fida, la Federazione nazionale Confcommercio dei dettaglianti dell’alimentazione – sono alla base di un’alimentazione salutare che da noi è diffusa nella vita di ogni giorno e che viene proposta tra i temi nutrizionali di Expo. L’agroalimentare italiano, nel totale delle sue esportazioni, vale circa 35 miliardi di euro e, come ho avuto occasione di rilevare ai recenti tavoli dell’Expo delle Idee all’Hangar Bicocca, possiamo raggiungere nell’agroalimentare, vero ‘petrolio’ del nostro Pil, i 50 miliardi. In tutto questo la Lombardia, con le eccellenze dei suoi prodotti, ha un ruolo di capofila”.


Vinitaly, 13 le aziende bergamasche in Piazza Valcalepio

Consorzio tutela Valcalepio degustazioneSarà ancora Piazza Valcalepio (PalaExpo Lombardia Spazi B8-C8) ad accogliere le cantine e le iniziative del consorzio di Tutela Valcalepio al Vinitaly, il salone internazionale del vino in programma alla Fiera di Verona dal 22 al 25 marzo prossimi. «Il Consorzio ha sempre creduto nell’importanza di questo tipo di manifestazione – sottolinea il presidente Emanuele Medolago Albani – e la formula dello stand collettivo, fortemente voluta dal presidente onorario Bonaventura Grumelli Pedrocca già nel 1998, permette alla nostra realtà enologica di dare spazio a tutti i produttori, dai più piccoli ai più grandi, senza penalizzare nessuno e dando a tutti la possibilità di esserci e di mostrarsi al meglio al pubblico di questa kermesse internazionale».

Quest’anno Piazza Valcalepio ospiterà 13 aziende: Azienda Agricola Il Calepino, Azienda Agricola Il Cipresso, Azienda Agricola La Rovere, Azienda Vitivinicola La Tordela, Azienda Agricola Tallarini, Azienda Agricola Tosca, Azienda Vitivinicola Medolago Albani, Azienda Vitivinicola Cascina del Bosco – Lorenzo Bonaldi s.r.l, Cantina Sociale Bergamaca, Società Agricola Celinate, Società Agricola Locatelli Caffi, Villa Domizia – 4R e il Castello degli Angeli.

Ma non solo il vino sarà protagonista. Il Consorzio Tutela Valcalepio, infatti, ha deciso di rinnovare la fortunata collaborazione con il marchio camerale Ristoranti Dei Mille Sapori di Bergamo e porterà con sé a Verona 4 ristoratori (domenica 22 marzo la brigata del Ristorante Steak di Curno; lunedì 23 marzo Diego Pavesi, chef del Ristorante La Torre di Trescore Balneario, martedì 24 marzo la famiglia Amaddeo del Ristorante Da Mimmo in Bergamo e mercoledì 25 marzo la Trattoria Falconi di Ponteranica) che proporranno al pubblico di Vinitaly una serie di piatti della tradizione orobica reinterpretati in chiave contemporanea. Il tutto affiancato dalle specialità del territorio delle aziende I.B.S. – Cà del Botto, Casera Monaci, Latteria Sociale di Calvenzano in abbinamento al Pane del Palma creato dall’Aspan.

A dare ancora maggior rilievo alla tradizione enogastronomica bergamasca, dopo il grande successo riscosso con l’edizione 2014, che ha visto il Valcalepio aggiudicarsi il titolo di Consorzio più social di una delle giornate di Vinitaly, verrà riproposto il #ValcalepioBloggerTasting. La formula, ideata e brevettata lo scorso anno, prevede la creazione di un momento di incontro e confronto tra Wine e Food Bloggers, produttori e ristoratori. Quest’anno, inoltre, il Consorzio Tutela Valcalepio può contare su un partner d’eccezione: l’Associazione Italiana Food Blogger che ha sposato l’iniziativa con entusiasmo.

Ogni giorno poi, dalle 10.30 e alle 16, saranno organizzate degustazioni guidate gratuite dedicate al pubblico di curiosi e appassionati in visita alla fiera. Per partecipare sarà sufficiente presentarsi allo stand negli orari previsti.

Per dare ancora maggior rilievo a questo 2015, anno particolare per l’Italia e per Bergamo per via dell’Expo, il Consorzio ha scelto anche di dedicare ad ognuna delle 4 giornate di fiera un tema legato ad un’iniziativa in programma per i prossimi mesi. Si comincia domenica 22 marzo con Valcalepio presenta “Domus Bergamo – Bergamo Wine 2015”, uno dei progetti di maggior interesse per la Città dei Mille nel 2015 che vedrà il Consorzio tra i suoi sostenitori.

Lunedì 23 marzo 2015 la giornata sarà interamente dedicata a “Aspettando il Concorso Enologico Internazionale “Emozioni dal Mondo:Merlot e Cabernet Insieme” 2015; il Concorso, che sarà presente a Vinitaly con un banco d’assaggio dedicato ai vini vincitori dell’ultima edizione (PalaExpo Lombardia spazio D8) si prepara all’edizione 2015 con una serie di novità e sorprese.

Martedì 24 marzo 2015 il focus  sarà tutto su “Al Vinitaly con Palma il Vecchio”, un importante momento di presentazione della mostra dedicata al pittore Cinquecentesco che animerà la vita culturale bergamasca nei prossimi mesi.

L’ultimo giorno di fiera, Mercoledì 25 marzo 2015, sarà interamente dedicato a “Veronelli & il Valcalepio”, grazie alla collaborazione con il Comitato Decennale Luigi Veronelli.

Non mancheranno quindi notizie, sorprese e novità che sarà possibile seguire in tempo reale sui profili social del Consorzio (facebook, twitter e instagram) con l’hashtag #ValcalepioaVinitaly e per tutti quelli che saranno a Verona vi aspettiamo al PalaExpo Lombardia Spazi B8-C8.


A San Pellegrino l’artista dei dolci “autoctoni”

Franscesco Zurolo con la novità Arlecchino lightÈ solo questione di tempo: state certi che prima o poi arriva una nuova idea golosa. Per Francesco Zurolo l’arte della pasticceria è strettamente legata alla prossima invenzione dolce o salata. Così, ad esempio, è nato il panettone a base di mele rigorosamente brembane, quello a base di castagne e noci o la colomba al melone retato di Calvenzano, che ora esporta anche all’estero: da Madrid alla Svizzera, fino alla Russia. Intuizioni che, sposando il prodotto bergamasco, diventano ricette ambasciatrici del territorio.

San Pellegrino è la culla di questo chef 39enne che attinge dalle sue origini campane (è sorrentino di nascita), ma poi sviluppa il suo iter del gusto nella nostra provincia, realizzando un mix di pasticceria nord-sud che non si arrende mai all’abitudine, senza trascurare la tradizione della sua terra d’origine: Francesco crea infatti quotidianamente dalla pastiera ai babà, dagli strufoli alle cassate, al limoncello.

Giambattista Gherardi, giornalista bergamasco tra gli ambasciatori del mais spinato, ha definito Zurolo “il talent scout della tipicità”. Effettivamente, in questi anni l’uomo non si è mai risparmiato ospitando nel suo laboratorio dal melone alle castagne, alle mele, “cucendo” loro addosso la ricetta giusta, capace di valorizzare un prodotto magari fino a quel momento trascurato. Ma l’aspetto più interessante è che Zurolo, con la sua passione, è riuscito a contagiare decine di giovani aspiranti pasticceri della Val Brembana. «Da anni sono docente all’Alberghiero di San Pellegrino – spiega -. Insegno cucina, ma soprattutto pasticceria e devo dire che i ragazzi mi seguono moltissimo. Rispetto a qualche anno fa sono più curiosi, hanno il gusto del particolare, si applicano con grande attenzione. Peccato che la tv deformi la professione di chef e pasticciere, creando un’immagine fasulla, tutta lustrini e paillettes, che li vorrebbe tutti star del piccolo-grande schermo, mentre chi fa questo mestiere conosce gli enormi sacrifici, gli anni trascorsi senza poter far ferie a Natale o Capodanno, lavorando giorno e notte, senza poter mai guardare l’orologio». Emblematica a questo proposito è la giornata tipo di Francesco durante le recenti festività natalizie: «Mi alzo attorno alle 3 del mattino per creare dolci e infornare – racconta – e non mi fermo più fino alle 9 di sera, perché poi ho i miei affezionati clienti del negozio (si chiama Gusto Dolce & Salato, ndr.), senza contare i pacchi regalo da confezionare e il servizio catering, che mi porta a proporre le mie specialità anche a molti chilometri da San Pellegrino».

Francesco Zurolo - pasticciere San PellegrinoSi diceva dei giovani: molti, i più promettenti, attraverso stage con l’istituto alberghiero, finiscono per un periodo direttamente nella bottega del loro docente: «Hanno grande entusiasmo – evidenzia – e non vedono l’ora di cimentarsi in nuove ricette. La pratica in negozio mette anche i ragazzi a contatto con la clientela, dosandone gli umori, i rilievi, i suggerimenti: è una grande palestra di vita, che, oltre ai miei suggerimenti, serve a loro per migliorare il lato tecnico e umano». Poi naturalmente Zurolo consiglia a tutti di «viaggiare, per arricchire il proprio bagaglio di esperienze, proprio come ho fatto io prima di mettere le tende in Val Brembana. Sono stato da grandi maestri dal Giappone alla Germania, ho imparato l’arte del cioccolato a Vienna, nella terra della Sacher: per fare questo mestiere ci vuole una grande dose di umiltà e tanta curiosità, che ti permette di rubare tanti segreti, per poi cominciare a sperimentare anche in maniera autonoma». Da allora Zurolo ha iniziato a creare i suoi panettoni con prodotti autoctoni, che hanno subito raccolto consensi in valle, come l’ultima “creatura” dello scorso Natale, l’Arlecchino Light, composto da lievito madre, mele della Val Brembana e una miscela di farine di cereali. «L’ho chiamato Arlecchino in onore della maschera originaria proprio di questa terra e light – spiega -, perché ho usato zucchero integrale e miele. Le mele vengono candite nel loro sciroppo, con glassatura croccante e cottura nel legno». Ma il pasticcere campano-bergamasco guarda già alle prossime sfide: nel mirino ci sono dei biscotti con base zafferano. «Sto prendendo contatti con la Comunità montana, perché so che è nata una produzione in Valle molto incoraggiante», dice, e poi rivela un altro sogno che sta per avverarsi: «Grazie alla collaborazione con Aspan, l’azienda di Olmo al Brembo Mondo Asino e alla società Emozioni Orobie, sto mettendo a punto un’altra novità che credo risulterà interessante: i biscotti a base di latte d’asina, che risultano molto più leggeri e digeribili anche per chi ha intolleranze. È una sfida ambiziosa, visto anche l’alto costo delle materie prime, ma sono certo che alla fine, come è sempre accaduto, i consumatori apprezzeranno i miei sforzi».


I distillati di cereali: il whisky

WhiskyIl mondo nel bicchiere in sei serate per offrire una panoramica dedicata a distillati e liquori celebri composti con ricette tradizionali di ogni luogo della terra, eredità di antiche pozioni curative e dell’uso della fermentazione per conservare materie prime nutrienti. Li organizza la condotta Slow Food Valli Orobiche. Si inizia il 3 marzo, alle 20,30, con il Whisky con la conduzione di Claudio Riva, uno dei più grandi esperti eDocente Master of Food di Slow Food che parlerà dei “Distillati di cereali: il Whisky”, inventato in Irlanda distillando mosto di cereali, probabilmente lo stesso da cui si ricavava la birra. Scotch, Irish, Bourbon, Rye, Sour Mash, Canadian, sono i nomi per indicare i differenti distillati di orzo, avena, frumento, segale e granoturco discendenti dall’antica uisge beatha, l’acquavite gaelica. Sono prodotti oggi in gran parte del mondo.

Costo: Soci Slow Food e Under 31 € 20,00; non ancora Soci € 35,00 compreso tessera Slow Food (da confermare)

Info e prenotazioni: condotta@slowfoodvalliorobiche.it – 335 336 334