Pasquetta, al castello di Malpaga “assalto” ai prodotti tipici

È piaciuta davvero la Pasquetta proposta da Confagricoltura Bergamo al castello di Malpaga: un pic nic apparecchiato da ben 30 aziende agricole che nelle proprie postazioni hanno proposto prodotti e piatti tipici. La bella giornata, lo scenario storico, le iniziative di intrattenimento organizzare a corollario – come le visite al castello, gli spettacoli in costume, l’area didattica e l’esposizione di carrozze – hanno fatto il resto regalando alla manifestazione quasi 8mila presenze e un bilancio sopra ogni aspettativa. L’evento, dal titolo “Enogastronomia, storia e tradizione”, è stato realizzato nell’ambito del progetto di Confagricoltura “Expo… anch’io”, progettato in avvicinamento all’esposizione universale di Milano e al suo tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”. L’alimentazione si è così intrecciata con la promozione della produzione agricola, l’enogastronomia, ma anche con la storia e l’arte del territorio.


Pasquetta, al Castello di Malpaga pic nic servito da 30 aziende agricole

Un’idea diversa per il pic nic di Pasquetta? La propone Confagricoltura con l’evento “Enogastronomia, storia e tradizione” al castello di Malpaga (Cavernago – Bg), che lunedì 6 aprile si anima di produttori dai quali acquistare direttamente piatti e prodotti da gustare nel fossato della dimora colleonesca, utilizzando come sedute e appoggi rustiche balle di fieno. Non serve quindi portarsi il cestino, basterà passeggiare tra i ben 30 espositori presenti sull’aia del cortile laterale del castello e comporre il proprio pranzo, spuntino o merenda acquistando tra ciò che piace di più. La scelta è davvero ampia e comprende proposte di cucina come risotti o persino le lumache, in tema con l’atmosfera d’altri tempi, e poi formaggi vaccini e caprini, salumi, birra agricola artigianale, vino, e ancora miele, confetture, olio per riempire la dispensa di casa di tipicità .

Il tutto in una cornice speciale data dal castello, aperto per le visite guidate, ma anche da spettacoli ed esibizioni in costume rinascimentale, un’area didattica, un’esposizione di carrozze. Non si tratta, quindi, di un semplice mercato, ma di un’occasione per trascorrere buona parte della giornata (la manifestazione si apre alle 10 e si conclude alle 18) all’aria aperta e alla scoperta della storia del territorio e dei prodotti dell’agricoltura.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito del progetto di Confagricoltura “Expo… anch’io” ed è un evento in avvicinamento all’esposizione universale di Milano e al suo tema “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”. L’alimentazione si intreccia così con la promozione della produzione agricola, l’enogastronomia, ma anche con la storia e l’arte di territori.


Sarnico, tre giorni di festa del cioccolato

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Sarnico rende omaggio al cioccolato con una manifestazione dedicata. Dal 4 al 6 aprile, dalle 10 alle 20, Piazza Umberto I ospita ‘Sarnico Choco Party’, che propone un intero weekend (lungo per via di pasquetta) di appuntamenti golosi all’insegna di tavolette,  cioccolatini e praline, con bancarelle, momenti di intrattenimento e laboratori per bambini.


Il pasticciere che ha dichiarato guerra al glutine

andrea bonatiLa tradizione non gli bastava. Andrea Bonati, 33 anni, erede dell’arte pasticciera di papà Tiziano in quel di Paladina, ha accettato la sfida di realizzare dolci senza glutine e adatti alle sempre più frequenti intolleranze alimentari, così da offrire anche a chi ha problemi di salute il piacere di entrare in una pasticceria e scegliere tra diverse bontà. Ha aperto un ramo tutto nuovo dell’attività, con tanto di marchio autonomo – “Pasticceria Bonati gluten free” – e spazi (spogliatoi, laboratorio, magazzini e punto vendita) completamente separati dalla pasticceria tradizionale, che escludono in partenza ogni rischio di contaminazione.

La specializzazione nel senza glutine non l’ha cercata, se l’è trovata davanti nel desiderio di rispondere alle crescenti richieste di prodotti adatti a questa o quella intolleranza. «Non accettavo l’idea che alla sua festa di compleanno un bambino al quale era stata scoperta da poco la celiachia non potesse mangiare la stessa torta dei suoi amici – ricorda -, così mi sono preso l’impegno di realizzare un torta che fosse buona per tutti. E ce l’ho fatta. La pasticceria è un piacere ed è diventato una sorta di dovere etico per me fare in modo che possa goderne anche chi ha particolari esigenze o problemi di salute».

Si è preso a cuore una fetta di mercato «che nessuno vuole» e vi ha dato una risposta personale, che non usa miscele già pronte, «dove spesso le alternative al glutine sono chimiche o hanno controindicazioni di altro tipo», ma combinazioni messe a punto in proprio, ricorrendo ad amidi, farine e addensanti naturali. «La base è in mix di otto ingredienti – spiega – che va ribilanciato per ogni ricetta. È il frutto di mesi di sperimentazione che ora intendo tutelare come segreto aziendale». La produzione “in casa” delle miscele permette anche di contenere i prezzi finali dei prodotti, «che sono solo leggermente più alti della pasticceria tradizionale – rileva – soprattutto perché le lavorazioni sono più complesse, ma che avrebbero costi ben più alti se utilizzassimo mix preconfezionati».

Nel punto vendita sfilano così golosità dolci e salate rigorosamente senza glutine. Dai pani, anche con farine alternative come quelle di grano saraceno, ceci o quinoa, ai grissini, ai cracker, alle pizze, alle focacce, alle torte salate. Sul versante dolce: biscotteria, torte da banco, muffin, pasticceria mignon e mousse. E siccome le intolleranze non sembrano mai finite, di alcuni prodotti gluten free ci sono anche le varianti senza zucchero e senza latte e, a richiesta, senza uova («l’ingrediente per il quale è più difficile trovare un sostituto all’altezza», ammette). «Ma non manca chi ha ulteriori richieste – svela –. Il lavoro artigianale mi permette di non dire di no a priori, ma di tentare, nei limiti del possibile, di soddisfare esigenze specifiche. Per rispetto del cliente, non propongo però prodotti che non rispondono ai requisiti di qualità che mi sono posto. La sfoglia, ad esempio, non la faccio perché dovrei usare la margarina e la chimica. Finché non avrò trovato alternative naturali, quindi, niente cannoncini senza glutine». L’approccio al “mondo del senza” rivoluziona l’intera visione del lavoro, «costringe a “deglutinarsi” – dice con un temine coniato da sé -, a non ragionare più nei termini consueti del pasticciere». Sua autentica passione è poi quella per i lievitati (sta anche lavorando ad un lievito madre senza glutine).

Per Pasqua è, quindi, assicurata la produzione di colombe senza glutine, ma anche senza zucchero e latte.

 


“Be Typical”, la tradizione bergamasca sale su un maxi furgone

Ha saltato una generazione la vocazione per la ristorazione. Dopo il nonno, che ha gestito fino a metà degli anni Novanta sulle colline di Chiuduno la trattoria Bilofer, è riaffiorata nei fratelli Andrea e Matteo Gavazzeni, che hanno scelto di dargli una veste in linea con le tendenze del momento.

Puntando sullo street food nel senso più pieno della parola. Il loro è, infatti, cibo da strada non solo perché facile da consumare all’aperto o portar via, ma perché cucinato a bordo di un automezzo che si sposterà tra piazze ed eventi. «Non si pensi al furgone che attende i clienti all’uscita della discoteca – precisa Andrea -. Quello dei food truck è un movimento già affermato all’estero e in fase di espansione anche in Italia. Rispetto alle esperienze già in atto, abbiamo scelto di spingere sul pedale della qualità, intesa sia come selezione dei prodotti sia come nuova modalità di servire piatti classici». L’azienda si chiama Be Typical, denominazione che ben sintetizza la volontà di rileggere in chiave moderna la tradizione.

I due fratelli hanno cominciato a lavorare al progetto un anno fa e prevedono di essere “on the road” tra circa quattro mesi. Non è stato infatti semplice allestire un mezzo che rispondesse alla loro idea. «Ci sono tanti aspetti da coniugare – rilevano -, dall’organizzazione degli spazi alle attrezzature, che abbiamo voluto fossero tutte elettriche, meno rischiose rispetto a quelle alimentate con gpl, e naturalmente l’immagine, che è un punto chiave per attività come questa. È stata una ricerca e una sperimentazione continua di soluzioni. In attesa di mostrare il mezzo, quello che possiamo dire è che sarà qualcosa di particolare e innovativo per l’Italia».

Quanto alla proposta, si va dall’utilizzo di prodotti tipici della Bergamasca, come i salumi Ca’ del Botto e i formaggi Presidio Slow Food, a piatti ispirati alla tradizione ma serviti in forme e packaging nuovi. Le mete saranno il Nord Italia ma anche l’estero, il viaggio dei due fratelli diventerà, quindi, occasione per portare le specialità nostrane fuori dai confini provinciali. «Pensiamo di organizzare alcuni eventi mirati su strada, anche locali, per farci conoscere – annuncia Andrea – e di partecipare a fiere e manifestazioni di carattere internazionale con un pubblico interessato alla tipicità».

Andrea ha trent’anni e lavorava nella società edile del padre, Matteo, 27enne, è perito elettronico. Entrambi hanno frequentato corsi di formazione per mettersi ai fornelli della loro cucina itinerante e realizzare «la svolta e fare qualcosa di nostro». Non li spaventa la prospettiva di macinare chilometri, anzi. «Non siamo partiti con un locale – rilevano – e può sembrare insolito. L’idea di spostarci però ci affascina, perché ci dà la possibilità di entrare in contatto con un pubblico variegato e trasversale e con situazioni diverse ogni volta».


Slow Food, sette aziende orobiche in fiera a Stoccarda

Logo fiera SLOW FOOD - stoccardaSpecialità bergamasche in vetrina in Germania, a Slow Food, fiera del buon gusto dei prodotti alimentari artigianali che si terrà a Stoccarda dal 9 al 12 aprile 2015.

La manifestazione è ispirata ai principi del “buono, pulito e giusto” sui quali si basa la filosofia Slow Food ed è una grande mostra–mercato durante la quale i visitatori potranno acquistare, scoprire e degustare generi alimentari e gastronomici di provenienza mondiale.

Sette le imprese bergamasche presenti grazie al piano di partecipazione coordinato da Confartigianato Bergamo: il caseificio Latteria Sociale Valtorta, il salumificio Ca’ del Botto srl, l’Azienda Agricola Tenuta degli Angeli e l’Azienda Agricola Salera, la panetteria Bontà del Grano, il birrificio Hop Skin srl ed il Pastificio Orobico srl.

Ad arricchire la promozione dei prodotti enogastronomici ci sarà la presentazione in chiave turistica del territorio bergamasco, in particolare della zona del Lemine, grazie alla partecipazione presso lo stand del personale dell’antenna del Romanico. L’iniziativa rafforza la proficua collaborazione avviata già da tempo con la Regione del Baden-Württemberg e, nello specifico, l’accordo tra la Città di Ludwisburg e la Camera di Commercio di Bergamo assieme ad Imprese & Territorio, per promuovere una cooperazione bilaterale tra i territori di Bergamo e Provincia e della Regione di Stoccarda.

Confermando tale volontà, l’8 aprile a Ludwisburg, il presidente della Provincia di Ludwisburg, Rainer Haas riceverà la delegazione di imprese partecipanti alla Fiera.


Sapori bergamaschi, il Formaggio Nero della Nona strega le food blogger

Cosa ne pensano le blogger dei vini e dei prodotti dell’agroalimentare bergamasco? Lo si può leggere nei report e nelle fotografie scattate e postate per #ValcalepioBloggerTasting, iniziativa organizzata dal Consorzio di Tutela Valcalepio nel corso di Vinitaly, che ha proiettato per il secondo anno i cibi e i vini del territorio nel mondo della comunicazione social, creando, nella giornata di lunedì 23 marzo, un momento di incontro e confronto tra wine e food blogger, produttori e ristoratori, in collaborazione con l’Associazione Italiana Food Blogger.

In Piazza Valcalepio sono sfilati davanti alle appassionate gourmet Formaggio Branzi accompagnato dal pane Garibalda dell’Aspan, casoncelli alle pere piröle, pancetta croccante, formai de mut 2012 e coniglio di cascina, in un boccone senz’osso, stufato nel Valcalepio rosso Doc di Diego Pavesi del ristorante Della Torre di Trescore Balneario, per dolce polenta è osèi, praline e biscotti, il tutto accompagnato dai vini bergamaschi più adatti ai piatti.

A conquistare la curiosità delle invitate è stato il Formaggio Nero della Nona, prodotto da Attilio Perego, milanese trasferito per amore in Val di Scalve, che ha deciso di riportare in vita una ricetta trovata su un taccuino durante i lavori di ristrutturazione della baita di famiglia. «Crosta nera ricoperta di spezie che con la stagionatura penetrano nella pasta e la rendono aromatica e particolarmente saporita», scrive Isabella Radaelli su The Lovely Girl,  mentre di «formaggio dal sapore deciso e dall’aroma d’incenso» parla Maria Grazia Maineri su “Gli esperimenti di Mary Grace”.

blog tasting

Per leggere i blog

Gli esperimenti di Mary Grace

The Lovely Girl

I’m not a groupie


Germogli di bambù, a Treviglio parte la coltivazione

cinzia e marianna ziliati rid

“Rapite” dal mondo della ristorazione, le sorelle Cinzia e Marianna Ziliati di Castel Rozzone hanno deciso di cominciare per tempo a mettere le basi di quello che sperano in futuro sarà il loro locale. La prima ha 26 anni, è laureata in lingue e sta ora seguendo il corso di Sommellerie di Alma a Colorno, del rettore Gualtiero Marchesi. Marianna, 23 anni, si è invece già diplomata alla stessa prestigiosa scuola ed è capopartita del tristellato Massimiliano Alajmo a Rubano (Pd). Entrambe sanno che dovranno accumulare ancora un bel po’ di esperienze prima di cimentarsi in una gestione in proprio, ma hanno già un’idea chiara di ciò che vorranno proporre. «L’ipotesi è di un ristorante che utilizzi prodotti biologici cresciuti in un orto curato da noi – spiega Cinzia – ed abbiamo deciso di partire dai germogli di bambù. È un ingrediente che ho conosciuto e apprezzato durante il mio soggiorno per studio in Cina e al ritorno in Italia mi sono resa conto che è richiesto anche qui. Non solo nei ristoranti orientali, ma anche in quelli che puntano con decisione su piatti a base di vegetali. Abbiamo pensato che poteva essere un’opportunità offrire a questo mercato un prodotto fresco, biologico e a chilometro zero».

Forti anche dell’aiuto di nonno Abramo, che da ex vivaista le ha supportate sugli aspetti agronomici, hanno trovato gli spazi – in una zona alla quale i trevigliesi sono molto legati, il “Roccolo” – e scelto la varietà di bambù più adatta alle condizioni di terreno e clima e più vocata alla produzione per uso alimentare. Rimandata per le eccessive piogge dello scorso autunno, la messa a dimora delle piantine dovrebbe essere effettuata proprio in questi giorni. «Il primo raccolto è previsto dopo due anni, ma se la stagione procede bene potrebbe essere anche un po’ prima», dice Marianna, che nel frattempo ha già esplorato le potenzialità gastronomiche dei germogli di bambù. «Sono un’alternativa interessante per variare piatti vegetariani e vegani sempre più richiesti – rileva –. Dal sapore non troppo ingombrante e di buona consistenza, si prestano a diverse cotture: alla griglia, fritti in tempura in chips, in purea. Qui alle Calandre sono proposti in un piatto vegetale con rapa rossa e topinambur e in crema con cubi di triglia scottati a vapore, conditi con semi croccanti. Non contengono glutine, ma hanno vitamine e sali minerali che li rendono degni di attenzione anche per le qualità nutrizionali». Il bambuseto si presta, tra l’altro, ad una impostazione multifunzionale. Le due sorelle vogliono farlo diventare anche un luogo di visita per le scolaresche e di educazione ambientale e quando i fusti saranno maturi potranno essere un’ulteriore risorsa, vista la molteplicità degli usi (costruzioni, arredamento, tessile solo per citarne alcuni). Quanto ai germogli, «l’obiettivo sono forniture su misura per chi ricerca prodotti bio e di qualità», rimarcano.


Monte Isola vota il miglior salame. Sabato l’inedita sfida

Salame di MontisolaUn fine settimana all’insegna del salame. E’ quello organizzato dal Comune di Monte Isola nell’ambito della prima edizione della manifestazione “Le Giornate del Gusto – Sua Maestà il Salame di Monte Isola”, pensato per promuovere le eccellenze e le tradizioni del territorio ed in particolare quelle gastronomiche, come il salame montisolano. L’evento avrà luogo sabato 28 e domenica 29 marzo e si struttura in vari eventi, tra cui il convegno di apertura dal tema “Identità di un territorio tra cibo, tradizione e cultura”. I contenuti che verranno sviscerati nel corso del convegno verteranno sul tema dell’ identità territoriale, partendo dal macro territorio regionale e nazionale per poi focalizzarsi sulle più piccole realtà locali come Monte Isola.

La gara per designare il miglior salame avrà inizio alle 16 di sabato e la proclamazione del vincitore con la relativa premiazione nella stessa serata, con inizio alle 20.30. Potranno partecipare tutti i produttori di salame suino residente a Monte Isola i cui prodotti sono lavorati sull’isola e di produzione familiare.

Per produzione familiare si intendono i salumi “fatti in casa, secondo tecniche, usi e consuetudini tradizionali della propria zona di appartenenza culturale”. Dalle ore 12.30 di sabato fino al termine della manifestazione sarà operativo uno stand gastronomico gestito dall’ associazione montisolana “Menzino in Festa”, con un proprio punto di ristoro. Saranno presenti anche altri stand di degustazione e vendita prodotti tipici. Domenica, tra le varie inziative, anche la dimostrazione di come viene prodotto il “Salame di Monte Isola ” con la tipica lavorazione a mano.

 


Expo, il gelato invade il centro di Bergamo

expo gelato

Mais, salumi, formaggi. Ma non solo. C’è un altro prodotto nel quale Bergamo è regina ed è un autentico campione del made in Italy nel mondo. Il gelato. Il territorio provinciale vede infatti la presenza unica ed eccezionale di operatori che coprono l’intera catena produttiva: dalle materie prime agli ingredienti, dalle macchine e i impianti agli arredi, dai contenitori a coni e cialde, dagli accessori fino, naturalmente, ai gelatieri. Tutti questi attori  saranno per la prima volta riuniti in un unico evento, Expo Gelato 2015, che prenderà casa nel centro di Bergamo dal 15 maggio al 30 giugno.

L’iniziativa, promossa e sostenuta dalla Camera di Commercio di Bergamo, ha l’obiettivo valorizzare il gelato artigianale made in Italy e le filiera bergamasca ed il primo passo di percorso di rete che progetti nuove azioni di valorizzazione, qualificazione e sviluppo dell’intero comparto, che vale complessivamente 3,2 miliardi a livello nazionale con 2 miliardi di consumo e con la presenza di 39mila punti/gelaterie sul territorio nazionale.

Expo Gelato è un progetto di edutainment rivolto al grande pubblico e agli operatori di settore, dove l’apprendimento (grazie ai laureati dall’Università di Bergamo che, in veste di ciceroni, racconteranno ai visitatori le tecniche e le qualità che stanno dietro ad ogni azienda e ad ogni processo), si unirà al gusto e al divertimento, con gli allievi degli istituti professionali di San Pellegrino e Sarnico che si dedicheranno, nel laboratorio, alla preparazione del gelato.

Gli spazi sono stati messi a disposizione dalla Banca Popolare di Bergamo e raccontano la filiere in un percorso in tre tappe: “conoscere”, “fare” e “mangiare”.

La conoscenza avverrà nella Gallery, nel Chiostro di Santa Marta, con la presentazione della storia del gelato e delle 20 imprese protagoniste: 18 bergamasche e due nazionali note al grande pubblico (Fabbri e Ferrero), suddivise negli ambiti “materie”, “tecnica” e “contenitori”.

Il fare sarà nel Lab, nello spazio ex Sacerdote uomo, con la creazione di un vero laboratorio a vista nel quale il pubblico potrà entrare, assistere da vicino alla produzione del gelato che sarà fresco tutti i giorni e partecipare agli workshop, incontri, esibizioni dei migliori esperti di settore internazionale (dalla Coppa del Mondo del Gelato) e nazionale (dalla Scuola Italiana di Gelateria) durante tutto il periodo. Il laboratorio sarà gestito dal Comitato Gelatieri Bergamaschi e prevede l’alternarsi dei gelatieri che aderiranno proponendo il gusto del giorno.

Il mangiare, invece, avverrà nella zona living, all’angolo tra via Crispi e la Galleria di Santa Marta, dove in uno spazio di 300 mq troverà spazio un allestimento destinato alla degustazione del gelato e favorirà l’incontro, il relax e lo svago dei visitatori nazionali, locali e internazionali.

Una nota particolare la merita l’allestimento, progettato da Francesca Perani, che con l’obiettivo di stimolare i sensi attraverso materiali, colori, trasparenze e allestimenti trasforma e modifica temporaneamente la funzione d’uso di luoghi pubblici e privati in un percorso di rinnovamento e rinascita.

massimo-bosio.jpg«È un evento di grande spessore – evidenzia Massimo Bosio, presidente del Comitato Gelatieri Bergamaschi dell’Ascom -, in pratica è l’unica manifestazione a livello nazionale in chiave Expo dedicata al gelato, che consacra perciò Bergamo come punto di riferimento per una delle specialità italiane più amate nel mondo. Ha un forte valore divulgativo e promozionale ed è importante che anche i gelatieri artigianali della provincia siano coinvolti». Al lavoro ci saranno le insegne aderenti al Comitato «per le quali si apre una vetrina nel centro città, mentre bergamaschi e turisti avranno l’opportunità di assaggiare giorno dopo giorno lo stile ed i gusti diversi, che compongono l’offerta bergamasca». Oltre alcuni gusti legati alle aziende presenti nell’esposizione e a quelli proposti da ogni gelatiere sarà, sempre presente il “Mielgot”, gelato a base di latte, miele e biscotto di mais Spinato di Gandino scelto come simbolo del territorio e della campagna Gelateria di Fiducia nell’anno dell’Expo.

A corollario di Expo Gelato sono stati studiati altro progetti per valorizzare la filiera: un piano di internazionalizzazione volto ad attrarre a Bergamo operatori business dalla Germania, dal Marocco e dalla Polonia, un articolato piano di comunicazione che coinvolge anche il Sigep, la più importante fiera internazionale che si svolge a Rimini e punta con decisione su web, social network e progetti di marketing relazione per mettere in rete aziende, consumatori, operatori in tutto il mondo. Da sottolineare anche la collaborazione con la Fondazione Veronesi, attiva da anni nella prevenzione attraverso l’alimentazione e che ha identificato il gelato come “cibo che fa bene alla salute” e che verrà a Bergamo a raccontare il progetto e gli obiettivi.

ExpoGelato – le aziende

ExpoGelato – gli eventi