Borghi: “Serve un nuovo equilibrio 
tra dettaglio e grande distribuzione”

Borghi: “Serve un nuovo equilibrio tra dettaglio e grande distribuzione”

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“La crisi colpisce anche il commercio. A maggior ragione occorre proseguire con politiche di sostegno del comparto, far leva sui Distretti del commercio e sfruttare l'opportunità offerta da Expo 2015”. E' quanto ha affermato l'assessore regionale al Commercio, Turismo e Servizi, Giovanni Bozzetti, agli Stati generali del commercio, lo scorso 4 febbraio a Palazzo Lombardia. “I numeri del mondo del commercio – ha detto l’assessore – rispecchiano la crisi economica dell'Italia. Il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito del 4,4 per cento, ogni minuto chiude un'impresa e le ore di cassa integrazione, dal 2007 a oggi, sono passate da 572.000 a 4.230.000. Una Pubblica amministrazione ha il dovere di sostenere il settore del commercio, perché ogni luce rappresentata da un negozio illumina la città e ogni luce che si spegne rende il nostro territorio sempre più buio”.
In Regione Lombardia, secondo i dati dell'Osservatorio del commercio, ogni giorno negli ultimi sette anni, sono stati inaugurati 554 metri quadrati di nuovi supermercati e centri commerciali con conseguenze negative anche per il territorio. “Gli Stati generali – ha aggiunto l'assessore – che hanno registrato oltre 300 partecipanti ai tre focus, servono per fare il punto delle problematiche del mondo del commercio, per lasciare, in eredità, alla prossima legislatura regionale, il resoconto sul quale continuare a lavorare”.
In Lombardia, sono oltre 200mila (su un totale di 900mila) le
imprese del commercio che operano sul territorio, una forza che
vale, da sola, il 22 per cento dell'intero tessuto imprenditoriale regionale. Un settore, quindi, che merita di essere sostenuto. “E' allo studio – ha ricordato l'assessore – un Testo unico del commercio, che prenda in considerazione le nuove forme di vendita come gli outlet, i temporary shop, l'e-commerce e il franchising, per garantire tutela e trasparenza al consumatore”. In Regione, è forte la convinzione che anche l'Expo rappresenti una grande occasione non solo per la Lombardia, ma, in particolare, per il settore del commercio”
In occasione degli Stati Generali del Commercio la piccola distribuzione ha protestato contro il provvedimento di liberalizzazione delle aperture festive e contro la Grande Distribuzione. Il vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia e presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, ha affermato che “il contesto economico è di grande difficoltà. In Lombardia l'anno scorso hanno chiuso in media 15 punti vendita al giorno, per un saldo negativo di 5.500 negozi nel 2012. Tanti si improvvisano nel mondo del commercio per affrontare situazioni di crisi familiari o per perdita di lavoro, ma essere imprenditori in tempo di crisi è ancora più impegnativo e rischioso. Al futuro governo della Regione chiediamo una politica che tenga conto delle diversità e della pluralità delle forme di commercio che ci sono sul nostro territorio, favorendo uno sviluppo armonioso ed equilibrato tra la grande distribuzione ed il dettaglio”. “Riteniamo la tutela delle botteghe storiche e dei negozi di vicinato – ha aggiunto Borghi – un obiettivo da perseguire. La liberalizzazione degli orari imposta dal governo attraverso il Decreto Salva Italia ha determinato un contesto di assoluta mancanza di ogni regola, che di fatto favorisce la grande distribuzione, mentre i punti vendita tradizionali non sono in grado di reggere la concorrenza. la norma che si proponeva di facilitare la competizione ha un effetto contrario. Specialmente in Lombardia dove ai negozi era già garantita l'apertura tutto l'anno nei capoluoghi di provincia e in 200 comuni a vocazione turistica e circa 30 domeniche nel resto del territorio, assicurando un servizio efficiente ai consumatori e un ritmo che anche le piccole e medie imprese potevano reggere. L'eliminazione totale delle regole, invece, non tiene conto dell'esigenza di conciliare lavoro e famiglia. In Lombardia, negli ultimi sette anni ogni giorno è stato dato il via libera a 550 metri quadrati di nuovi supermercati, ipermercati, centri commerciali e outlet. Occorre un serio momento di riflessione per dar tempo alla nuova giunta di verificare se questo sistema normativo corrisponda davvero alle esigenze di uno sviluppo compatibile con l'ambiente e con il diritto di imprenditori e lavoratori ad avere una vita che concili tempo del lavoro e tempo delle relazioni sociali”.