Lunedì 4 aprile il Consiglio Comunale si svolgerà in due parti: nella seconda si discuteranno le delibere e i temi all’ordine del giorno, nella prima si celebreranno invece i 70 anni del primo Consiglio Comunale della “Rinascita municipale bergamasca”, come la definì il 3 aprile del 1946 il sindaco uscente di Bergamo Antonio Cavalli. “Nella nostra Città, dopo il periodo fascista, le prime elezioni effettuate furono amministrative e si svolsero il 24 marzo 1946: non furono soltanto elezioni ‘libere’, ma anche le prime che, nella secolare storia nazionale, si effettuarono a suffragio universale cioè con la partecipazione di tutti i cittadini, uomini e donne” spiega la presidente del Consiglio comunale Marzia Marchesi. La Città aveva allora 103.255 abitanti: gli elettori iscritti nelle liste elettorali erano 62.688, i votanti furono 51.149 e le schede valide risultarono 49.464; i risultati definitivi furono i seguenti: Democrazia Cristiana 26.580 (53,7%); Partito Socialista 13.475 (27,2%); Partito Comunista 4.090 (8,2%); Partito Liberale 1.955 (3,9%); Indipendenti 1.424 (2,9%) ; Democratici Repubblicani 1.276 (2,8%); Reduci 664 (1,3%). Di conseguenza i 40 seggi del Consiglio comunale vennero così assegnati: Democrazia Cristiana 23; Partito Socialista 11; Partito Comunista 3; Partito Liberale 1; Indipendenti 1, Democratico Repubblicani 1.
Il giorno successivo fu di attesa per i nomi dei nuovi Consiglieri: lo spoglio delle schede non fu semplice e la Commissione elettorale lavorò dalla mattina alle 8 fino a poco prima della mezzanotte e solo il mattino successivo i nomi vennero resi noti. Il primo degli eletti fu Galmozzi Ferruccio con 28.293 voti, seguito da Antonio Cavalli con 27.475, Giuseppe Belotti con 27.408, Luigi Ciocca con 27.216 ed Elisabetta Ambiveri con 27.183. Ultimo con 1.266 voti Pier Bernardino Zanetti. Conclusa queste prime ed impegnative operazioni, ed in attesa della convocazione del Consiglio Comunale, le discussioni, nei partiti politici e tra i cittadini, si concentrarono sul nome del possibile nuovo Sindaco, dal momento che l’avvocato Cavalli, il ‘Sindaco della Liberazione‘ ancora in carica, aveva pubblicamente dichiarato di non voler replicare l’esperienza. Nell’ambito dei partiti, comunque, si dava quasi per certo il nome del dottor Ferruccio Galmozzi, esponente di spicco della Democrazia Cristiana. Medico e primario nell’ospedale cittadino, Galmozzi era un uomo molto conosciuto ed apprezzato, sia come medico che come politico; inoltre era il candidato che aveva ricevuto il maggior numero di preferenze.
Galmozzi, che era stato un esponente del Partito Popolare Italiano nel periodo pre-fascista, fu un amministratore cittadino già prima dell’avvento del regime: in particolare fu un membro di quella maggioranza del Partito Popolare che, nel 1923, dopo la nomina di Benito Mussolini a Capo del Governo, dovette subire le pesanti ingerenze dei fascisti nella vita politica locale, ingerenze che fecero loro capire che ormai “… non c’era più la certezza di poter assolvere il proprio mandato con dignità e con la necessaria libertà di azione…” (come dichiarò il Sindaco, l’on. Paolo Bonomi ) per cui tutti dettero le dimissioni: questa radicale decisione portò allo scioglimento del Consiglio comunale ed alla nomina di un Commissario prefettizio, il dottor Alfredo Franceschelli. Le elezioni successive, che si tennero nel dicembre del 1925, si tennero su ‘lista unica’ ed all’inizio del 1926, poi, anche questo Consiglio venne sciolto dando inizio così il periodo podestarile, che si concluderà solo nell’aprile del 1945: in questo arco di tempo ad amministrare la Città ci sarà un Podestà di nomina Regia coadiuvato da una Consulta Municipale. La seduta del 4 aprile 2016 ripercorrerà la prima seduta del Consiglio Comunale di allora, con le parole degli esponenti politici di una Bergamo che si rialzava dal conflitto mondiale.