Bar e ristoranti, la sfida si gioca sulla digitalizzazione  In Ascom check up e tagliando digitale

Bar e ristoranti, la sfida si gioca sulla digitalizzazione In Ascom check up e tagliando digitale

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Tavolo Da sinistra Oscar Fusini, Fabio Attadio, Vittorio Di Stefano, Giorgio PuppiI pubblici esercizi sembrano ancora carenti sul fronte del web e del digitale. Bar e ristoranti risultano un comparto forte sul prodotto, dalla scelta alla preparazione delle materie prime, ma molto si può fare per migliorare marketing e innovazione, sia nel back office che nel front office. Per seminare conoscenze digitali per creare competenze e aiutare bar e ristoranti a cogliere le enormi opportunità di business offerte dal web, Ascom ha organizzato l’evento “Il web è servito – la sfida digitale nei pubblici esercizi”, workshop realizzato in collaborazione con Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi, e axélero S.p.A., internet company quotata sul mercato Aim Italia (Ticker: Axel). Il seminario che vede la partecipazione di Google di cui axélero è premier partner, ha mostrato la via dell’innovazione a bar e ristoranti.

Nell’ incontro dal taglio pratico, Tomaso Uliana, strategic partner manager Google, che ha raggiunto la platea con un video, e Vittorio Di Stefano, digital sales trainer axélero, hanno trasferito agli imprenditori le nozioni fondamentali per comprendere le potenzialità del web quale strumento di sviluppo del business, e avviare così una presenza online strutturata. “In pochi anni gli italiani sono diventati dei foodies-ha commentato Vittorio Di Stefano-. Il cibo è al primo posto degli argomenti sui social, che amplificano enormemente l’esperienza nei locali. La presenza sul web è fondamentale non solo per farsi trovare, ma per fidelizzare la clientela e conoscerla meglio, oltre che per rafforzare la propria web reputation”.

Sono intervenuti inoltre Giovanni Zambonelli, vicepresidente vicario Ascom,Oscar Fusini direttore Ascom e Roberto Calugi, direttore Generale Fipe- Federazione italiana pubblici esercizi Confcommercio.

“Il digitale è un’area strategica in cui bisogna investire per migliorare il rapporto con i propri clienti e per avere una maggiore integrazione con gli altri attori della filiera turistica” ha sottolineato Giovanni Zambonelli, vicepresidente vicario Ascom Confcommercio Bergamo.

“Occorre sbloccare il potenziale competitivo delle pmi, rendendo fruibili servizi digitali utilizzati dalle grandi imprese- ha rimarcato il direttore Ascom, Oscar Fusini-. Dobbiamo assumerci come associazione la responsabilità di aiutare i nostri associati a recuperare il gap tecnologico. La sfida, in un contesto in cui la gente vive connessa e il web preme in costante accelerazione, si giocherà sulla capacità di attrazione, sul food delivery e sull’abilità nel mantenere un costante rapporto con i propri clienti. Per questo nasce in Ascom un servizio di consulenza per l’innovazione e il miglioramento digitale delle imprese”.

“Il web è entrato prepotentemente nel processo di acquisto dei consumatori, che proprio sui motori di ricerca si informano, si confrontano e infine scelgono prodotti e servizi- ha commentato l’iniziativa il Direttore Generale Fipe Roberto Calugi – Il comparto della ristorazione ha vissuto una vera e propria rivoluzione, il web ha riportato gli italiani a discutere di cibo, di vino, di cocktail ma nel contesto di un ambiente sempre più amplificato. Recensioni, foto di piatti e blog dedicati, rappresentano un vero e proprio fenomeno su scala nazionale e globale che non può essere ignorato soprattutto dai pubblici esercizi. Se i clienti sono online, se la reputazione di un bar o di un ristorante è generata online, se la scelta su dove cenare o passare la serata avviene principalmente online, è evidente che l’opportunità di business è sul web”.

Ascom Confcommercio Bergamo offre ai propri iscritti un tagliando digitale che permetterà a bar e ristoranti di avere gratuitamente una fotografia del proprio posizionamento online e capire cosa fare per migliorare e aumentare il proprio business.

Per maggiori informazioni: Ascom 035.4120203 direzione@ascombg.it

La ricerca

La ricerca “Ristorazione in digitale” realizzata da Osservatori.net del Politecnico di Milano, mostra come i ristoratori siano molti attivi nelle recensioni (le leggono l’80% dei gestori) mentre sono ancora da esplorare gli altri ambiti del digitale, come la gestione dei processi interni (il 40% dei locali) il customer care (4%) e le prenotazioni dal digitale (solo il 3%). La scarsa digitalizzazione si riflette anche nel giudizio sui portali di prenotazione, come TheFork e Misiedo.

La relazione con i clienti

Le attività comunicano soprattutto attraverso il proprio sito Internet 81%, l’account sul social network 60% e pubblicità sui social network 50% e presenza su siti o app di recensioni 45%. Meno in e mail marketing 24%, pubblicità su siti 22% e sui motori di ricerca 19%. I social network sono molto diffusi perché il 60% dei locali ha almeno un account: Facebook con il 55% la fa da padrone, seguito da Instagram (29%) e Google Plus (27%). Gli imprenditori dedicano però poco tempo a questi canali, da 0 a 3 ore settimanali il 57%, mentresolo l’8% ci lavora per più di 9 ore. Le attività della ristorazione sono molto attive nelle recensioni: l’89% raccoglie riscontri, opinioni e commenti dei propri clienti. Di questi il 90% legge le recensioni sul proprio locale sui siti, il 49% raccoglie le recensioni sul proprio profilo social. Ancora un numero limitato di locali – il 52% – è presente su app e portali su cui sono presenti le attività ristorative. Di questi il 97% pubblica nei siti e appp di recensioni e trova ristoranti il 33% in app della località. Di questi solo il 42% (22% del totale dei ristoranti) accetta la prenotazione intermediata

I canali di prenotazione

Le prenotazioni arrivano per larga parte da canali diretti e non digitali 70%. Del 30% di prenotazioni digitali il 10% arriva via mail e l’8% via canale sito web quindi ancora i più tradizionali.Il 60% dei locali dichiara di non avere uno strumento gestionale. Di chi possiede lo strumento, circa la metà (45%) gestisce un’ app software per le ordinazioni.