Auto, abbigliamento e ristoranti 
la “vision” degli imprenditori

Auto, abbigliamento e ristoranti la “vision” degli imprenditori

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Terziario Donna
Marrone: “Sempre più marcato
il ruolo delle imprenditrici”

Claudia Marrone, presidente del nuovo Gruppo Terziario Donna dell’Ascom di Bergamo ha sottolineato l’importanza di una rappresentanza delle imprese al femminile: “Nel mondo del commercio ricordo che su 22.000 imprese orobiche oltre 4.000 imprese individuali e più di 1.200 società sono guidate da un titolare o legale rappresentante donna.  Se dovessimo allargare la ricerca ai soci e ai coadiuvanti familiari, ruolo storicamente ricoperto dalle donna nelle imprese dei nostri settori, scopriremmo che due terzi delle imprese bergamasche si fondano su lavoro imprenditoriale al femminile”. Sono soprattutto le donne a dare vita a nuove imprese: “Secondo Unioncamere, nel 2012, l’anno forse peggiore per l’economia, le imprese al femminile sono cresciute di oltre 7 mila unità in Italia e di quasi 2 mila in Lombardia”. Un fenomeno dettato soprattutto dalla necessità di crearsi uno sbocco professionale: “ La crescita delle imprese femminili è probabilmente la conseguenza alle difficoltà occupazionali delle donne il cui tasso di disoccupazione è purtroppo cresciuto, ma non dobbiamo dimenticare che questi nuovi fiocchi rosa  rappresentano una risposta tangibile alla crisi e l’affermazione dell’energia con la quale le donne sanno affrontare i momenti di grave difficoltà. Tutti valori cui attaccarsi per ripartire con nuove imprese , nuove competenze e diversi stili imprenditoriali. La nostra speranza è che queste imprese possano nascere all’insegna di una maggiore capacità di dialogo, integrazione e collaborazione, anche grazie al nostro supporto”.

Autosalonisti
Epis: “La crisi si combatte
con la professionalità e l’innovazione”

Loreno Epis, presidente del Gruppo Autosalonisti  Ascom, nato dopo lo scioglimento di Assoauto, l'associazione autonoma aderente ad Ascom fondata nel 1998 come prima forma di aggregazione della categoria degli autosaloni pluri- marca a livello nazionale, sottolinea come agli sforzi richiesti agli imprenditori non corrisponda un’attenzione da parte del legislatore: “Le potenzialità innovative da poter mettere in campo sono ormai tante, ma nel commercio , soprattutto  nel comparto Automotive, devono andare a braccetto con il legislatore in un settore che riveste il secondo posto per produzione del Pil a livello nazionale e che interessa 10 mila autosalonisti e 3300 concessionari”. Il “Progetto Autosalonisti”, nato con l’aiuto e il supporto di Ascom e Camera di Commercio rappresenta il primo e unico esempio in Italia nel settore: “Vogliamo indicare  a chi opera nel comparto una strada chiara a livello normativo e professionale attraverso corsi di specializzazione ed aggiornamento, incentrati oltre che sulle tecniche di vendita, sugli aspetti normativi, in primis sul codice al consumo. Il Gruppo darà vita ad una piattaforma web aperta, attraverso i social network, ad utenti e clienti. Il sito, il primo a livello nazionale,  riunirà tutti gli operatori associati e raccoglierà oltre alle auto in vendita in ogni salone, tutte le iniziative in corso o in programma”.  La crisi si combatte con la professionalità, l’innovazione e la voglia di confrontarsi seriamente con le parti in causa del processo economico di commercializzazione del prodotto. ”Non nascondo – chiude non senza una vena polemica Epis – che lo stesso aggiornamento lo pretendiamo anche da chi ci condiziona la storia lavorativa ed economica di tutti i giorni: il politico legislatore”.

Abbigliamento  e calzature
Poloni: “La liberalizzazione degli orari
ha creato disequilibri nel commercio”

Meri Poloni, imprenditrice nel settore abbigliamento  e calzature nel negozio Provenzi Store di Trescore, non nasconde la difficoltà vissuta dalla categoria, alle prese con consumi in linea con quelli del secondo Dopoguerra: “Il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto del 5% secondo i dati più recenti Istat,  mentre il reddito disponibile è tornato indietro di quasi 20 anni. Sconfortano ancor di più i dati dell'Osservatorio Acquisti CartaSì che evidenziano come a marzo  le spese in abbigliamento e calzature siano calate del 23%. La Camera di commercio  registra, in un anno, un calo del 6,2% per il commercio al dettaglio”.  Sulle spalle delle imprese non c’è solo la recessione, ma anche il pesantissimo fardello di una tassazione ormai a livelli record: “Ci manca solo il via libera all’annunciato aumento dell’Iva dal 21 al 22% e poi, ci ritroveremo tutti ancor di più nell’emergenza. Per darvi un’idea di com’è cambiato il mercato, basta questa piccola constatazione:  oggi, quando il cliente entra nel negozio non chiede più, come accadeva un tempo, se c’è o meno quel vestito, ma quanto costa. Il fattore prezzo è diventato predominante  e l’unica discriminante”.  In questo  contesto difficile gli imprenditori sono chiamati a fare la loro parte soprattutto sul fronte della liberalizzazione degli orari: “Solo stando uniti possiamo affrontare questioni importanti come la liberalizzazione degli orari, che nel commercio non ha minimamente incentivato i consumi, bensì ha finito col penalizzare gli equilibri già precari nella distribuzione a vantaggio esclusivo di quelli che possono permettersi di restare aperti sempre”.

Ristoratori
Frosio: “Serve una maggiore
partecipazione alla vita associativa”

Petronilla Frosio, presidente del Gruppo Ristoratori Ascom richiama i suoi, invocando una maggiore partecipazione alla vita associativa: “E’ ancora troppo scarsa la consapevolezza del ruolo dell’Associazione. In un momento difficile come quello che stiamo vivendo, sono ancora troppi gli imprenditori che pensano di poter fare tutto da soli e si chiudono ad un confronto che invece è cruciale”.  L’individualismo ostacola i progetti più grandi: “Se Bergamo vuole davvero diventare una meta turistica e punta ad entrare nel novero delle capitali della cultura, una maggior condivisione ed un più forte spirito di gruppo sono  indispensabili, al pari di una maggior qualificazione professionale attraverso i corsi proposti da Ascom Formazione. E’ più che auspicabile, se vogliamo competere in Europa, una maggiore interazione fra le varie categorie per sviluppare un vero concetto di accoglienza “. Anche se i dati indicano una tenuta del settore, bisogna concentrarsi per costruire il futuro della categoria, attraverso una partecipazione attiva agli incontri e alle iniziative messe in campo dall’Associazione: “I dati provinciali indicano una crescita delle imprese che operano nel settore, dettata anche da chi si improvvisa imprenditore e porta avanti questo mestiere senza averne  molto spesso le competenze, aggiungendo problemi nuovi a quelli esistenti. Diventa quindi necessario che il prossimo Direttivo metta in agenda anche azioni mirate per sensibilizzare gli associati ad una partecipazione più attiva e consapevole. Il problema è già stato in parte affrontato: accanto al Gruppo giovani imprenditori si è recentemente costituito il Gruppo al femminile, ma bisogna comunque insistere perché questa è la strada più idonea per coinvolgere un maggio numero di associati e formare la futura dirigenza.”

Giovani Imprenditori
Bonicelli: “Più spazi
per far crescere le nuove leve”

Luca Bonicelli, presidente del Gruppo  Giovani Imprenditori invoca una valorizzazione delle nuove leve del commercio, del turismo e dei servizi da parte del sistema: “Non si fa che parlare tanto dei giovani, ma pare che tutti li tengono “nella naftalina”. Una situazione inaccettabile, che il mio Gruppo cerca di arginare attraverso le prime iniziative portate avanti negli ultimi mesi, dal  convegno sul tema del commercio di vicinato realizzato in collaborazione con l’ Università di Bergamo alla nascita di un Tavolo di coordinamento dei Giovani imprenditori che vede coinvolti oltre alla nostra Associazione, anche l’Associazione Artigiani, Ance e Confindustria”. Tanti giovani non attendono che un’opportunità: “A loro va data una chance, anche se ovviamente vanno seguiti e con pazienza aiutati, a volte anche gestiti, perché spesso i ragazzi sono un po’ irruenti e vogliono tutto subito. Ma sono anche sempre pronti a ripagare la fiducia data”.  Per aiutare i giovani a crescere, Luca Bonicelli lancia  una  proposta di maggiore condivisione alle categorie e ai vertici dell’associazione: “Mi piacerebbe che  dal prossimo mandato  venisse data la possibilità di far entrare nel consiglio ristretto il presidente del Gruppo giovani o un delegato dello stesso gruppo, anche solo come uditore.  Sarebbe un segnale di apertura ai giovani, un messaggio che dalla saggezza  ed esperienza dei “vecchi” si possa fare  ripartire quel filo invisibile che dà e darà continuità alla nostra associazione.  Del resto il nostro Paese nel Dopoguerra è ripartito perché pensava al suo futuro, ora  invece l’Italia si è fermata perché  ha smesso di farlo”