La crisi che continua a farsi sentire sui consumi (e sui commercianti) non risparmia la spesa sanitaria. Lo segnala con precisione anche la Masec, la mutua assistenza volontaria dell’Ascom, ha archiviato ancora un anno in flessione di iscritti, pur attenuando la fuoriuscita rispetto al passato. Gli associati alle formule tradizionali Valore, Sicurezza e Tranquillità presentano infatti un saldo passivo di una sessantina di unità tra nuovi soci e cessati, dato imputabile in larga parte alle difficoltà economiche del comparto.
Uno scenario che spinge sempre più alla ricerca di una svolta. «La situazione dell’economia bergamasca resta ancora problematica – ha ricordato il presidente della Masec e dell’Ascom Paolo Malvestiti nel corso dell’Assemblea annuale della mutua -. Le nostre aspettative di ripresa si sono arenate nel perdurare della crisi, che da congiunturale è ormai un fatto strutturale con il quale convivere. Come documentato dai dati dell’osservatorio camerale, se per l’industria, almeno per quella che si rivolge ai mercati internazionali, la produzione è già cresciuta, sono la domanda interna ed i consumi a restare debolissimi». «La pressione fiscale – ha aggiunto -, con l’ultima batosta delle cartelle della Tasi delle scorse settimane, resta altissima, in un momento nel quale il limitato reddito disponibile delle famiglie sta mortificando il consumo e quindi le vendite».
In un quadro così negativo, la Masec può comunque contare su un conto economico in pareggio e un bilancio solido da un punto di vista patrimoniale e finanziario. «Il bilancio di Masec dell’anno – ha illustrato il presidente – presenta un andamento economico in linea con quello degli anni precedenti, sia pur con un margine di gestione leggermente migliore per una contrazione delle spese. Abbiamo chiuso con un sostanziale pareggio tra costi e ricavi, grazie anche ai proventi finanziari derivanti dal patrimonio». La mutua è intervenuta in circa 1.800 richieste di rimborso di visite e ricoveri, con un erogato complessivo di oltre 150.000 euro. «La nostra mutua – ha evidenziato Malvestiti –, unica esperienza del mondo associazionistico bergamasco, è viva e solida e soprattutto pronta rispondere ai cambiamenti che la crisi sta purtroppo accelerando. Di fronte ai tagli nella sanità e al conseguente innalzamento dei costi a carico degli assistiti, diventa infatti sempre più strategico il ruolo dell’assistenza integrativa. Un dato di fondo da non dimenticare, ragione per la quale da qualche mese stiamo collaborando con le altre mutue lombarde del sistema Confcommercio, in particolare con l’ente mutuo di Milano, per cercare di capire come sta velocemente cambiando lo scenario socioeconomico ed in generale il mondo delle mutue private. Stiamo studiando i servizi offerti dalle realtà attive nel mondo associativo e riflettendo su quale strada possa essere più conveniente per favorire un processo di sviluppo, non escludendo nemmeno l’ipotesi di ripartire dal progetto della costituzione di un ente mutuo regionale, già oggetto di esame qualche anno fa».
Se quello di una riorganizzazione su scala più ampia è un obiettivo che richiede tempi più lunghi, per “dare una scossa” nell’immediato l’organizzazione sta mettendo a punto un nuovo prodotto, in grado di intercettare i bisogni dei nuovi e potenziali soci, integrando le proposte tradizionali. Si tratta del servizio Cardea, articolato in due formule. Cardea 1.1 agisce su versanti innovativi, perché oltre a garantire la copertura dei grandi interventi chirurgici prevede un assegno per l’assistenza a lungo termine (long term care), problema sempre più sentito, ma agisce anche sulla prevenzione con un pacchetto di test da effettuare a casa. Cardea 1.2 prevede invece un’indennità per i periodi di ingessatura, una diaria da convalescenza e un’integrazione alle formule tradizionali sui rimborsi per i ricoveri.