Si chiamano rispettivamente “Beni Comuni” e “Volontariato Civico”: sono i due progetti e regolamenti distinti che la Giunta del Comune di Bergamo ha proposto e approvato per disciplinare i rapporti tra Amministrazione e cittadini/associazioni per quel che riguarda il tema della cittadinanza attiva. La cura di luoghi pubblici (parchi, edifici pubblici, ecc.), le piccole manutenzioni (sistemare una panchina, una porta, un’aiuola, tinteggiare la recinzione di una scuola, ecc.), l’apertura di spazi altrimenti chiusi (sale di lettura in orari serali, aree dismesse, parchi pubblici, ecc.) alcune attività lavorative in forma digitale (archiviazione di dati, realizzazione di applicativi, ecc.) sono solo alcuni dei comportamenti alla base dei due “patti con i cittadini” che il Comune di Bergamo ha messo nero su bianco con i documenti che andranno in Consiglio Comunale nelle prossime settimane. Tutto nasce dalla necessità dell’Amministrazione di favorire la cittadinanza attiva e le buone prassi di comportamento verso i luoghi pubblici, nel tentativo di sensibilizzare la cittadinanza alla partecipazione della cosa pubblica e delle cose pubbliche: i regolamenti si rivolgono ad associazioni (progetto Beni Comuni) e ai singoli cittadini (Volontariato Civico) e spiegano tutte le possibilità di collaborazione con l’Amministrazione.
Sono già diverse le esperienze di questo tipo in città, come, ad esempio, l’attività di pulizia di luoghi pubblici dell’Associazione Orobicambiente o la riapertura dell’ex carcere di Sant’Agata nell’ambito della manifestazione “Ora d’aria” promossa dall’Associazione Maite: grazie al regolamento sarà possibile dare un ulteriore riconoscimento all’attività delle associazioni e dei cittadini, garantendo, laddove previsto, coperture assicurative, strumenti e mezzi adeguati e anche rimborsi spese. Di grande interesse la possibilità di esentare o di ridurre tributi o tariffe ai cittadini attivi: un vero e proprio baratto amministrativo, che sancisce un traguardo importante per tutti i cittadini di Bergamo che vorranno cimentarsi nella cura e rigenerazione degli spazi pubblici.
“Abbiamo già pensato a eventuali riduzioni – sottolinea il Sindaco di Bergamo Giorgio Gori – per tutti i singoli cittadini che decideranno di adottare un luogo della città, ma sarà necessaria una seconda delibera, strettamente collegata al bilancio previsionale per poter dare il via a questa sorta di scambio tra cittadini e amministrazione.” L’adozione del Regolamento dei Beni Comuni è un passo ulteriore verso l’amministrazione condivisa, una sfida difficile, ma importante per innovare la città e soprattutto i rapporti tra amministrazione e cittadini: questi ultimi potranno far richiesta, entro il 31 marzo 2016, di entrare a far parte dell’ “Albo dei volontari civici” (una speciale lista, che sarà istituita entro il febbraio 2016 dal Comune) di tutti coloro che, indicando specifiche competenze e professionalità, si mettono a disposizione dell’Amministrazione per svolgere lavori volontari. Per le associazioni il percorso sarà diverso, senza la necessità di istituzione di un apposito albo, ma semplicemente presentando proposte di collaborazione o rispondendo ad una lista di beni che il Comune individua come possibili oggetti di attività. Il Comune di Bergamo prevede l’istituzione di tutor in grado di organizzare il lavoro e segnalare la regolare attività da parte dei volontari civici, indicando anche agli Uffici Tributi i nominativi a cui si concede un taglio della contribuzione. “Il progetto Beni comuni – prosegue Gori – ricalca i modelli già adottati in alcune città italiane, come Bologna e Torino: abbiamo voluto però rivedere i documenti approvati dagli altri Comuni italiani in tal senso, lavorando in ottica di semplificazione e di adattamento alle esigenze di una città di medie dimensioni come Bergamo. Vorrei fosse molto chiaro che non chiediamo ai cittadini di sostituirsi al Comune: tutti le attività che andiamo a disciplinare o che saranno individuate saranno aggiuntive rispetto all’operato dei dipendenti e dei servizi comunali”. “Il progetto di partecipazione attiva – rimarca l’Assessore al verbe pubblico Leyla Ciagà – ha lo scopo di promuovere la cultura del bene comune che unisce cittadini, lavoratori pubblici e amministratori nel perseguimento degli interessi generali, di favorire la partecipazione attiva e il senso civico diffuso come fondamento di una comunità di cittadini, di valorizzare le libere forme associative per la cura, la gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni, di disciplinare le forme di collaborazione tra cittadini, associazioni e amministrazione, attraverso l’approvazione di Patti di collaborazione che definiscano gli ambiti di intervento e i reciproci impegni. In questo modo l’apporto dei cittadini si trasformerà da esperienza episodica a una modalità di amministrazione condivisa sempre disponibile. I Patti costituiscono quindi un prezioso strumento che renderà più agevole la nascita e la continuazione di vecchie e nuove forme di collaborazione.”