I produttori di latte bergamaschi, circa 200, erano in prima fila, ieri , alla guerra del latte in programma presso il centro di distribuzione dei prodotti della multinazionale del latte francese Lactalis, che dopo aver conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani, Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del settore. “La situazione del comparto latte è ormai insostenibile – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Bergamo Alberto Brivio – e la produzione italiana di questo prezioso alimento è seriamente a rischio, con tutto ciò che questo può comportare: territori a rischio abbandono, aumento della disoccupazione, dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento di latte con l’incognita qualità. Abbiamo fatto sentire la nostra voce perché la remunerazione del latte alla stalla ha ormai raggiunto valori che non consentono neppure di coprire i costi per l’alimentazione del bestiame, figurarsi il resto”.
Alla guerra del latte hanno partecipato allevatori provenienti da diverse regioni con trattori e mucche al seguito per difendere il loro lavoro, gli animali, le stalle, i prati ed i pascoli custoditi da generazioni. “Questa mobilitazione è per noi una è stata una scelta obbligata – puntualizza Brivio- perché il futuro dei nostri allevamenti è ormai appeso a un filo e non possiamo continuare a lavorare in perdita. Abbiamo chiesto con tutte le nostre forze il rispetto della legge 91 del luglio 2015 che, in esecuzione dei principi comunitari, impone che il prezzo del latte alla stalla debba commisurarsi ai costi medi di produzione. Per sottolineare questo aspetto Coldiretti ha presentato il Dossier “L’attacco al latte italiano, fatti e misfatti”. Il maxi assedio s’è tenuto in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano.