Accelera il terziario a Bergamo: fatturati su,+5,8% nei servizi e +2% nel commercio al dettaglio

Nel secondo trimestre l’andamento del comparto risulta migliore delle aspettative, anche per l’effetto dei prezzi; aumentano però le incertezze 

Nel secondo trimestre corre il volume d’affari del settore terziario a Bergamo. E’ quanto emerge dall’Osservatorio della Camera di Commercio di Bergamo.
In particolare, nei servizi le imprese con almeno 3 addetti mettono a segno una variazione su base annua ancora molto marcata (+20,1%), mentre nel commercio al dettaglio la crescita tendenziale si ferma al +6%. La dinamica più recente è però meglio leggibile dall’analisi delle variazioni congiunturali, ossia calcolate rispetto al trimestre precedente, indicatore che per i servizi raggiunge il +5,8%, evidenziando un’ulteriore accelerazione della velocità di crescita. Il commercio, che nel primo trimestre aveva evidenziato un rallentamento, si riporta anch’esso su ritmi sostenuti (+2%). I livelli di attività, misurati dagli indici calcolati rispetto al 2010, raggiungono il punto di massimo della serie storica per quello che riguarda i servizi (113,9), mentre si riportano sui valori di undici anni fa nel commercio al dettaglio (94,6). Se quindi i timori di una possibile interruzione della fase di crescita non si sono al momento avverati, anche per l’effetto dell’aumento dei prezzi che contribuisce a “gonfiare” i risultati di fatturato, il clima di fiducia degli imprenditori registra però un peggioramento, indice della grande incertezza che grava sulle prospettive per la seconda parte dell’anno.
Le imprese bergamasche dei servizi hanno archiviato un secondo trimestre decisamente positivo, in linea con quanto avvenuto anche a livello regionale: le variazioni tendenziali (+20,8%) e
congiunturali (+5,7%) registrate in Lombardia risultano infatti molto simili.
La crescita su base annua è guidata soprattutto dai servizi di alloggio e ristorazione, che hanno messo a segno una variazione tendenziale superiore al 50%. Positivi anche i risultati conseguiti dal
commercio all’ingrosso e dai servizi alle imprese.
La “marcia” dei prezzi si conferma molto sostenuta (+3,6% congiunturale), elemento che deve indurre cautela nell’analizzare la dinamica del fatturato: è infatti evidente come la crescita in termini
reali del volume d’affari, ossia al netto dei prezzi, sia sicuramente più ridotta. Il commercio all’ingrosso e le attività di alloggio e ristorazione sono i due comparti dove i prezzi mostrano le
maggiori tensioni. Va tuttavia sottolineato come la velocità di crescita dei listini risulti in lieve rallentamento rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando l’incremento aveva raggiunto il +5%.
Anche il numero di addetti, che nel primo trimestre aveva registrato una diminuzione, mostra una ripresa (+0,5% il saldo tra entrate e uscite nel trimestre).
Le aspettative per l’occupazione rimangono comunque in area positiva (+5 il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione), mentre sul fatturato le previsioni svoltano in area negativa per la prima
volta dopo 5 trimestri: si tratta di un saldo negativo di entità ridotta (-4), ma che ben rappresenta l’incertezza degli imprenditori sulla possibile evoluzione degli affari nella seconda metà dell’anno.

Il risultato del commercio al dettaglio in provincia di Bergamo mostra una crescita più significativa nel trimestre rispetto a quella evidenziata in media regionale: in Lombardia il fatturato
è infatti aumentato del +5,4% su base annua e del +1,5% rispetto al trimestre precedente. L’incremento registrato in provincia riguarda gli esercizi non specializzati, che comprendono
supermercati e minimarket, e soprattutto quelli non alimentari, che dopo il forte calo causato dall’emergenza sanitaria stanno evidenziando una intensa fase di ripresa. Si conferma invece il
trend negativo dei piccoli negozi alimentari.
Ancora più che nel caso dei servizi, la dinamica del fatturato del commercio al dettaglio deve essere considerata con cautela data la spinta crescente fornita dai prezzi. I listini degli esercizi
commerciali mostrano infatti un ulteriore surriscaldamento, raggiungendo l’aumento record del +4,6% su base trimestrale. Il direttore Ascom Confcommercio Oscar Fusini, non nasconde però preoccupazione per i prossimi mesi tra crisi di Governo e conflitto in Ucraina: “Siamo contenti dei dati positivi del terziario. Questa crescita  è dovuta al recupero che il settore ha messo a segno dal 2021. Temiamo però per il futuro. Le aspettative sono negative per i prossimi mesi dove il problema del caro energia e del conflitto in Ucraina si acuiscono anche alla luce dell’attuale  crisi di Governo”. Le valutazioni sugli ordini ai fornitori confermano l’ipotesi di un rafforzamento della crescita: le indicazioni delle imprese segnalano un aumento rispetto allo stesso trimestre del 2021 nel 31,3%dei casi, a fronte di un 22% di giudizi di diminuzione. Il saldo, pari a +9,3, torna quindi positivo dopo il valore nullo registrato nel trimestre scorso. Le scorte vedono una leggera prevalenza di valutazioni di esuberanza rispetto a quelle di scarsità, determinando un saldo (+5,1) in linea con il valore dello scorso trimestre e con quelli del periodo pre-Covid.
Anche il dato occupazionale evidenzia un miglioramento, con la variazione tra addetti a fine e inizio trimestre che si riporta in territorio positivo (+0,8%), confermando la tendenza crescente registrata negli ultimi anni, al di là delle oscillazioni dei singoli trimestri. Le aspettative degli imprenditori mostrano un leggero deterioramento per quanto riguarda fatturato
e ordinativi: nel primo caso il saldo tra previsioni di crescita e diminuzione si attesta sul valore nullo, mentre nel secondo scende a -7. Si tratta di valori più bassi rispetto all’ultimo trimestre, ma il
calo è di entità limitata e sembra indicare un aumento dei margini di incertezza più che un tracollo del clima di fiducia. Restano invece positive le aspettative in merito all’occupazione.